Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ordinato al governo di fermare l’iter della legge sull’annessione della Cisgiordania fino a nuove disposizioni. Lo ha riferito il sito di Haaretz dopo lo stop arrivato dagli Usa e la minaccia del presidente Trump di “togliere il sostegno” americano a Israele. “Il voto della Knesset sull’annessione è stato una deliberata provocazione politica dell’opposizione per seminare discordia durante la visita del vicepresidente Jd Vance in Israele”, si legge in una nota diffusa su X dall’ufficio di Netanyahu, che sottolinea come “i due progetti di legge sono stati sponsorizzati da membri dell’opposizione”. “Il Likud e i partiti religiosi (i principali membri della coalizione) non hanno votato a favore di questi progetti di legge, fatta eccezione per un membro scontento del Likud che è stato recentemente licenziato dalla presidenza di una commissione della Knesset – prosegue la nota – Senza il sostegno del Likud, è improbabile che questi progetti di legge vengano approvati”.
In precedenza il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, aveva definito il voto della Knesset “una mossa politica dell’opposizione” per “cercare di mettere in imbarazzo il governo durante la visita del vice presidente Jd Vance.
Trump: “Annessione farebbe perdere sostegno Usa”
Da parte sua Trump aveva dichiarato in un’intervista a Time Magazine di aver esercitato pressioni su Netanyahu per accettare l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di opporsi all’annessione della Cisgiordania. “Non potete combattere contro il mondo”, ha detto Trump rivolgendosi al primo ministro israeliano, sottolineando che un’eventuale annessione farebbe perdere a Israele tutto il sostegno degli Stati Uniti. “Ma non avverrà – ha assicurato il tycoon – ho dato la mia parola ai Paesi arabi”.
Secondo Trump, senza il suo intervento, Netanyahu “avrebbe continuato all’infinito” la guerra con Hamas. Il presidente ha ricordato i provvedimenti già assunti a favore di Israele, tra cui il riconoscimento della sovranità israeliana sulle Alture del Golan, la mediazione degli Accordi di Abramo e il sostegno alle operazioni militari israeliane contro l’Iran a giugno, utilizzandoli come leva per convincere Netanyahu a fermarsi.
Trump ha quindi annunciato l’intenzione di recarsi in visita a Gaza, senza fornire dettagli sulla missione né chiarendo quando avrebbe luogo. “Ci andrò”, ha laconicamente risposto alla domanda del Time che gli ha chiesto se avesse in programma di andare nella Striscia.
Infine il presidente Usa ha rivelato che sta decidendo se appoggiare o meno la scarcerazione di Marwan Barghouti, il leader palestinese da 23 anni rinchiuso in una prigione israeliana. “Mi sono trovato letteralmente di fronte a questa domanda circa 15 minuti prima che mi chiamaste – ha affermato in un’intervista rilasciata al Time il 15 ottobre e diffusa oggi – Era quella la domanda. Era la mia domanda del giorno. Quindi prenderò una decisione”. Riferendosi poi ai palestinesi, il presidente ha evidenziato che “al momento non hanno un leader, almeno un leader visibile, e in realtà non lo vogliono, perché tutti i leader sono stati uccisi. Non è un lavoro molto ambito”.
Vance: “Non lo permetteremo”, Rubio e Tajani: “Tregua a rischio”
Il vicepresidente americano Jd Vance – poco prima di ripartire da Israele – ha infatti definito il voto di ieri alla Knesset sull’annessione della Cisgiordania una “stupida trovata politica” che l’ha “offeso”. “Non permetteremo a Israele di annettere la Cisgiordania”, ha assicurato. Una posizione condivisa anche dal segretario di Stato americano Marco Rubio che ha denunciato come che il voto rischi di “minacciare” la tregua a Gaza ed è “controproducente”.
“Il Presidente americano ha chiarito che non è uno sviluppo che sosterremmo al momento. Ha il potenziale di minacciare anche l’accordo per la pace a Gaza”, ha affermato Rubio, in partenza per Israele, dove è atteso oggi, “è una democrazia, voteranno. Ma per il momento è qualcosa che, secondo noi, potrebbe essere controproducente”, ha spiegato Rubio.
Dello stesso avviso il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “È una decisione che mette a repentaglio (l’accordo, ndr), i progressi si devono fare per trasformare la tregua in pace. Condivido le parole del Segretario di Stato Rubio”, ha detto a margine di un evento elettorale di FI a Napoli.
La risposta di Hamas
Un progetto di legge “coloniale e illegale”. Questo il commento di Hamas, contenuto in una nota citata dal giornale palestinese “Filastin”: “L’occupazione insiste nel continuare i suoi tentativi di ‘legittimare’ gli insediamenti e imporre la ‘sovranità’ sionista sui territori palestinesi occupati, in flagrante violazione delle leggi e delle risoluzioni internazionali”.
Secondo il movimento di resistenza islamico, i “frenetici tentativi” di Israele di impossessarsi di queste terre sono illegali e “non cambieranno il fatto che la Cisgiordania è territorio palestinese secondo la storia, il diritto internazionale e la Corte internazionale di giustizia”.
L’incontro sul futuro di Gaza
Una delegazione di Hamas, guidata dal capo negoziatore Khalil Al-Hayya, sta incontrando al Cairo una delegazione di Fatah, che include il vice di Abu Mazen, Hussein Al-Sheikh, ed il capo dell’intelligence, Majed Faraj. Lo ha riferito la tv egiziana Cairo News, secondo la quale le parti stanno discutendo della “situazione nazionale in generale e degli accordi post-guerra nella Striscia di Gaza”.
Il voto alla Knesset
Nel voto procedurale di ieri, che avviene prima delle tre votazioni necessarie per l’approvazione di una legge alla Knesset, la misura per applicare la sovranità di Israele in Cisgiordania proposta di Avi Moaz, unico deputato del partito dell’estrema destra Noam, è passata con 25 sì e 24 no. La proposta di legge, sostenuta dal partito di estrema destra Otzma Yehudit e dai partiti del Sionismo religioso, afferma che “lo Stato di Israele applicherà le sue leggi e sovranità sugli insediamenti in Giudea e Samaria, per stabilire lo status di queste aree come parti inseparabili della sovranità dello Stato di Israele”. “Applicando la sovranità sulla Giudea e Samaria, facciamo una correzione da tempo necessaria”, ha dichiarato Maoz. E’ poi anche passata, con una maggioranza più consistente di 32 sì e 9 no, la proposta di legge, presentata da Avigdor Lieberman di Yisrael Beiteinu, di estendere la sovranità israeliana sull’insediamento di Ma’aleh Adumim, nei pressi di Gerusalemme.
