Memoria. Sacrario di Sabbiuno (Bo), l’assessora Priolo alla cerimonia dell’81esimo anniversario dell’eccidio compiuto dai nazifascisti: “La memoria è una responsabilità collettiva”
Alla commemorazione anche la sindaca di San Lazzaro di Savena (Bo), Marilena Pillati, l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Daniele Ara, il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, il presidente dell’Ucoii, Yassine Lafram e il presidente dell’Istituto Cervi, Vasco Errani
Bologna – “A Sabbiuno, sulle colline bolognesi, si è consumato uno dei crimini più atroci perpetrati dai nazifascisti sul nostro territorio. Qui tra i calanchi furono uccisi partigiani e antifascisti che scelsero la libertà, la dignità e la giustizia contro la violenza e l’oppressione. Non meno tragico fu il destino degli altri rastrellati che, pur non perdendo la vita, vide aprire i cancelli del campo di Mauthausen come deportati politici. Ricordarli significa rinnovare il nostro impegno a difesa della democrazia e dei valori sanciti dalla Costituzione. La memoria è una responsabilità collettiva”.
Così l’assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture, Irene Priolo, intervenuta questa mattina, al Sacrario di Sabbiuno (Bo), alla commemorazione del 81^ anniversario dell’eccidio del dicembre 1944. Alla cerimonia erano presenti anche la sindaca di San Lazzaro di Savena (Bo), Marilena Pillati, l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Daniele Ara, il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, il presidente dell’Ucoii – l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, Yassine Lafram, e il presidente dell’Istituto Cervi, Vasco Errani.
“Mantenere viva la memoria di ciò che qui accadde- sottolinea Priolo- è un impegno che riguarda tutti noi e che passa anche attraverso la capacità di trasmettere alle nuove generazioni il significato di quelle scelte e di quel sacrificio. La legge regionale per la Memoria del Novecento, prima in Italia, nasce proprio per sostenere questo lavoro condiviso tra istituzioni, scuole e associazioni, affinché la storia della Resistenza, e di tutte e tutti coloro che persero la vita, continui a essere parte del nostro patrimonio civile”.
La storia dell’eccidio
Il 4 dicembre 1944 tedeschi e fascisti eseguirono due rastrellamenti ad Anzola dell’Emilia e ad Amola di Piano (nel comune di San Giovanni in Persiceto). Più di 200 persone furono portate nelle sedi delle SS a Bologna e, dopo gli interrogatori, trasferite in carcere a San Giovanni in Monte. Da qui, i partigiani identificati, insieme a civili, furono portati a Sabbiuno di Paderno e fucilati in massa. L’eccidio fu compiuto in due tempi: il 14 e il 23 dicembre 1944. Si stima che furono almeno 58 le persone uccise, ma le difficoltà a identificare i resti fa supporre che le vittime possano essere state più numerose e ancora oggi il numero esatto è sconosciuto. Altri rastrellati furono deportati a Mauthausen (Austria) e a Gries (Bolzano).
Il memoriale
Inaugurato il 2 giugno 1973, il sacrario dedicato ai martiri della Resistenza di Monte Sabbiuno, tra i più importanti in Emilia-Romagna, è stato realizzato nel 1974 dal gruppo Architetti Urbanisti “Città Nuova”: Letizia Gelli Mazzucato, Umberto Maccaferri e Gian Paolo Mazzucato. Il monumento sostituisce la precedente lapide commemorativa con un percorso che si snoda lungo il crinale del calanco teatro dell’eccidio, rievocando simbolicamente gli ultimi passi delle vittime. È composto da 53 massi, ciascuno recante il nome di una vittima, più un 54esimo in memoria dei corpi non identificati.
Il percorso conduce a un muro ricurvo di cemento, segnato da feritoie da cui emergono mitragliatrici che rappresentano il plotone d’esecuzione. Il filo spinato rosso conduce, più a valle, nel punto in cui furono rinvenuti i corpi, dove ora si trova una croce bianca. Il memoriale è oggi sede di numerose attività educative, che contribuiscono a tramandare la conoscenza dell’eccidio e dei valori della Resistenza.
La cerimonia si è aperta con la deposizione delle corone al monumento dedicato alle vittime, accompagnata dagli interventi musicali del Corpo bandistico di San Lazzaro di Savena e del quintetto di ottoni dell’Orchestra Senzaspine.
Vincenzo Menichella
