l’inchiesta I furbetti dei saldi: sconti fittizi e cartellini contraffatti
di Pellitteri E Mattioli
Due capi assolutamente identici. Uno in bella mostra in un negozio griffato del centro di Siena, scontato del 30% costa 77 euro, l’altro in un magazzino cinese, lo paghi solo 5 euro. Tra di loro solo la differenza, consistente, del prezzo. Niente altro. Tempo di saldi estivi, con i quali commercianti sperano di far quadrare i conti. Ma anche tempo, per i consumatori, di sconti molto gridati ma in realtà solo sulla carta. Loro, i clienti, cercano occasioni a basso costo e dall’altra parte della barricata non mancano i furbi. La domanda è: come è possibile che due capi identici abbiano prezzi così diversi? Forse è il negozio griffato che incide sul prezzo? Il viaggio nel mondo dei saldi riserva altre curiosità. In un negozio nei pressi di piazza del Campo, sempre di grandi firme, a caratteri cubitali si legge: «sconti del 90%». Chiediamo al gestore come riesca ad effettuare questi sconti da capogiro e il responsabile se ne esce con la battuta: «Arte del mestiere». Chi ha l’occhio esperto si accorge che il forte ribasso è in realtà un annuncio civetta: gli abiti hanno lo stesso prezzo di prima, mentre sul cartellino la cifra originaria è enormemente gonfiata. Neppure un euro di differenza tra i prezzi, pre e post saldo, su una borsa esposta in un altro punto vendita poco lontano con un finto sconto del 30%. Lo stesso discorso vale anche per l’abbigliamento maschile: un virtuale 20% di sconto su un paio di sneakers che si continuano a pagare 175 euro, un 30% su un mocassino da 275 euro.Un altro caso è quello che ci ha raccontato una ragazza allettata dal prezzo di una camicetta esposta in una catena di grandi magazzini. Decide di acquistare il capo. «Alla cassa – ci racconta – ho trovato la spiacevole sorpresa: anziché 4.99 euro, come da cartellino, mi hanno fatto pagare 6.49 euro. Faccio le mie rimostranze alla cassiera, purtroppo mi viene detto che si trattava di un errore». A quel punto torna presso il reparto dove si trovava esposta la camicia e ne ritrova almeno altre trenta, tutte dello stesso modello e tutte a 4.99 euro. «Mi chiedo – continua – è possibile che si siano sbagliati a prezzare tutte le camicie? Un errore su un solo capo è ammissibile, ma su più di trenta è improbabile». La ragazza chiede di parlare con il responsabile ma le viene riferito che il direttore era assente. Lo stratagemma cui si ricorre è quello del cartellino contraffatto, con il prezzo di saldo superiore a quello pieno rilevato in precedenza, o quello delle offerte fittizie, poiché la cifra precedente coincide con quella scontata. Complice la distrazione del cliente, che non ha avuto modo di annotare e ricordare i numeri in vetrina. Il rischio, dunque, è quello di vedersi rifilare qualche fondo di magazzino o che il prezzo super scontato esposto sul cartellino si riveli un vero e proprio bluff. SIENA toscana@unita.it
29 July 2010