Emergenza coronavirus abbiamo affrontato l’argomento con il
professor Antonio Giordano, docente di Anatomia patologica presso l’Università di Siena e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia.
Professor Giordano, quale messaggio vuole lanciare come rappresentante del Ministero dell’ambiente?
Vorrei implementare gli interventi di prevenzione primaria, non solo correggendo gli stili di vita alterati, lottando contro il tabagismo, la gestione illecita dei rifiuti, ma anche evitando l’esposizione ad inquinanti attraverso il controllo del territorio e la messa in atto di azioni di bonifica. Una delle idee consiste nell’implementare un vasto programma di Sanità pubblica ecologica, focalizzato sul monitoraggio dell’esposizione ad inquinanti ambientali con conseguenze dannose per la salute. Il progetto prevede non solo l’individuazione dei livelli di inquinanti, dal suolo all’essere umano, ma anche l’individuazione di biomarcatori e di nuove formule efficaci di prevenzione primaria e secondaria. Sono stato incaricato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal Ministro della Salute, Roberto Speranza e dal Viceministro Pier Paolo Sileri a coordinare un pool di esperti, al fine di effettuare una sperimentazione, improntata sui principi della global health, in aree territoriali selezionate prima, per poi espandersi su tutto il territorio nazionale. Per fare ciò sarà necessario studiare non solo le persone ma anche l’aria, il suolo, l’acqua, la catena alimentare e, proprio per questo, sarà necessaria la collaborazione di più istituzioni. Si tratta di realizzare una “sanità ecologica” con l’obiettivo di curare, di avere rispetto delle persone e dell’ambiente in cui vivono. La sanità ecologica si occupa dell’interezza della persona ed ha, quindi, anche la finalità di creare professionisti della salute migliori ed ecosistemi vivibili.
Qual’e’ il legame tra eventi pandemici e cambiamenti climatici?
“Attualmente, la maggior parte delle malattie croniche, incluso il cancro, puo’ essere associata ad un’origine ambientale, correlata a stili di vita errati e all’esposizione ad inquinanti ambientali. Soffermandoci sulla pandemia, inoltre, possiamo sicuramente dire che un alto tasso di inquinamento dell’aria può aver contribuito come fattore peggiorativo. L’inquinamento potrebbere essere uno dei co-fattori che, plausibilmente, aggrava la severità dell’impatto di una pandemia che attacca il sistema respiratorio. Problematiche che attualmente acquistano importanza nel contrasto delle malattie infettive diffusive (quale quella attuale da SARS-CoV-2), le cui dinamiche di insorgenza e propagazione, appunto, in forma epidemica sono influenzate da un alterato equilibrio tra l’uomo e il suo ecosistema.
Ma per “ambientale” non bisogna solo intendere esposizioni ad eventuali inquinanti chimici, fisici e biologici, ma anche fattori psicologici. Bisogna considerare vari aspetti dei pazienti oncologici: la loro malattia li obbliga ad affrontare eventi traumatici. Diventa prioritario, quindi, gestire la doppia fatica di questi malati che devono affrontare sia l’ansia della loro specifica patologia sia quella della pandemia”.
Pandemia: vaccini e terapie farmacologiche vogliamo informare il grande pubblico?
“Sia che si tratti di un vaccino sia che si cerchi un farmaco specifico sono necessari tempi più o meno lunghi per garantire la sicurezza e l’efficacia di questi trattamenti. Più dettagliatamente, per poter parlare di vaccino, abbiamo bisogno di sapere se le persone guarite sviluppino anticorpi diretti anti- SARS-CoV-2 e se questi siano in grado di bloccare il contagio. Sono recenti i comunicati della Pfizer, e di Astrazeneca che hanno realizzato un vaccino con un’ efficacia del 95%. Nonostante la velocità di sviluppo sono stati garantiti tutti gli step per la messa in commercio dei prodotti. Un po’ diversa, è stata la vicenda di Sputnik in Russia, e l’attuale situazione cinese. Pechino ha annunciato di avere il vaccino; ha autorizzato un protocollo di emergenza; l’azienda cinese parla già di un miliardo di dosi, ma la sperimentazione sembrerebbe non essere ancora terminata. Tornando alla Pfizer, certamente si tratta di una buona notizia poiché avere a che fare con virus a RNA non è una cosa semplice, soprattutto in termini di sviluppo di vaccino, però è doveroso sottolineare la sua complessità di conservazione: l’RNA si degrada facilmente, per cui, il vaccino risulta inefficace a temperature superiori ai meno 80 gradi. Praticamente sarebbe più facile produrlo che conservalo e trasportarlo. Fortunatamente, anche se dai 200 vaccini testati siamo arrivati ad approcci efficaci che si contano sulle dita di una mano, abbiamo notizie anche riguardo a prodotti in grado di essere stabili a temperature più facili da ottenere. Sto parlando dei prodotti della Moderna: e’ terminata la sperimentazione con esisto positivo di circa i 94%. Inoltre, un vaccino contro il Covid-19 e’ stato sviluppato dall’Università di Oxford in collaborazione con l’Irbm di Pomezia e sarà commercializzato da AstraZeneca. Esso sarebbe in grado di indurre una corposa risposta anticorpale, sarebbe efficace anche sugli anziani e sarebbe stabile a temperatura facilmente garantibili, ma soprattutto sarebbe disponibile ad un prezzo vantaggioso: circa 3 euro in confronto ai 16/20 euro, una cosa da non sottovalutare considerando che la somministrazione dovrà essere di massa e in alcuni casi saranno necessarie due dosi”.
COVID 19 Qual’e’ la situazione americana?
“L’America si è mostrata frammentata sin dall’inizio della pandemia. Attualmente New York si vista costretta a chiudere nuovamente, scuole incluse. Non c’è stata una gestione univoca delle misure da adottare, le misure restrittive sono state adottate secondo criteri geografici, sociologici e ideologici. Per quanto riguarda l’aspetto della ricerca, però, il governo degli Stati Uniti con spirito di unita’ ha stanziato svariati milioni per supportare progetti di ricerca. Con l’avvento di Biden che ha sempre professato durante la sua campagna elettorale di voler implementare l’Obama Care e di volere lavorare con Fauci, potrebbe cambiare qualcosa riguardo al rapporto con la scienza e il sistema sanitario in generale”.