Darfur occidentale: violenti scontri costringono quasi 2.000 persone a fuggire in Ciad
I recenti scontri intercomunitari a El Geneina, nello stato del Darfur occidentale del Sudan, hanno costretto 1.860 persone ad attraversare il confine con il vicino Ciad nell’ultima settimana.
I rifugiati, per lo più donne, bambini e anziani, sono fuggiti dai villaggi vicino al confine, in seguito agli scontri mortali iniziati il 3 aprile. Secondo quanto riferito, la recrudescenza della violenza ha provocato 144 morti e più di 230 feriti. Nel frattempo, le agenzie umanitarie stanno cercando di stabilire il numero esatto di nuovi sfollati all’interno del Darfur occidentale, il quale è stimato in migliaia.
I rifugiati che arrivano in Ciad raccontano di case e proprietà distrutte e di campi di sfollati che sono stati presi di mira. Alcuni dei nuovi arrivati erano già stati costretti a fuggire da precedenti scontri l’anno scorso e nel gennaio di quest’anno.
El Geneina è situato a soli 20 chilometri dal confine tra Sudan e Ciad. I rifugiati hanno attraversato vicino alla città di Adré, nella provincia di Ouaddaï, e sono attualmente ospitati a soli 200 metri dal confine dove la situazione è ancora instabile.
Le squadre dell’UNHCR vicino a Farchana si sono precipitate ad accogliere i rifugiati. Il nostro personale riferisce che le condizioni sul terreno sono terribili, con le famiglie che vivono all’aperto o sotto la poca ombra degli alberi o in alloggi di fortuna, quasi senza protezione dalle intemperie in una zona dove la temperatura diurna può arrivare fino a 40 gradi. C’e’ anche urgente bisogno di cibo e acqua.
L’UNHCR, le autorità locali e i partner umanitari sono presenti sul posto e coordinano la risposta umanitaria. La priorità è di trasferire i rifugiati in un luogo più sicuro dove poter fornire l’assistenza essenziale e l’accesso alle cure mediche, e dove poter implementare le misure di quarantena contro il COVID-19.
La provincia di Ouaddai ospita già 145.000 rifugiati darfuriani, e l’UNHCR si aspetta che le persone continueranno ad arrivare se la sicurezza non verrà ripristinata rapidamente nel Darfur.