Truppe dell’esercito israeliano al confine con la Striscia per una potenziale operazione di terra
Ancora razzi contro il sud d’Israele che, intanto, sta ammassando truppe al confine con Gaza per una potenziale operazione di terra. “Stiamo riunendo forze al confine con Gaza, ci prepariamo. Studiamo il campo e le useremo quando decideremo di farlo. L’iniziativa è nostra e il tempo è dalla nostra parte” ha detto ai giornalisti il portavoce dell’esercito israeliano Hidai Zilberman, citato da ‘Times of Israel’.
Hamas: “Colpire Tel Aviv e Gerusalemme come bere un bicchier d’acqua”
“Si prepara la guerra”, il grido del parroco di Gaza
In giornata le sirene d’allarme hanno suonato nelle comunità vicino al confine con Gaza come Sderot e Netivot, ma anche più lontano a Beersheba e Rahat, nel deserto del Negev, e nella città beduina di Lakiya. Diversi razzi sono stati intercettati e altri sono caduti in zone aperte. Al momento non si segnalano vittime.
Le sirene sono scattate più volte anche a Tel Aviv e nelle altre città del centro di Israele, secondo quanto ha riferito il ‘Times of Israel’, precisando che l’allarme è scattato anche a Beersheba a seguito di un’importante raffica di razzi – un centinaio rivendica Hamas, 25-30 per l’esercito israeliano che ridimensiona il numero – partita dalla Striscia. Sirene anche nelle località vicino Gerusalemme e a Beit Shemesh, Nataf e Mevo Horon.
L’esercito israeliano ha annunciato anche di aver condotto un raid aereo contro un centro di comando dell’intelligence di Hamas nella Striscia: all’interno si trovavano decine di agenti operativi. Al momento non è chiaro quanti di loro siano stati uccisi, riferisce ‘Times of Israel’.
POSSIBILE INVASIONE DI TERRA
I piani per una possibile invasione di terra della Striscia di Gaza verranno presentati allo Stato Maggiore delle forze armate israeliane (Idf). A prepararli sono la Divisione Gaza e il Comando Sud dell’Idf. I piani, riferisce il ‘Times of Israel’, verranno poi presentati al governo, al quale spetta la decisione finale.
Nella notte il gabinetto di sicurezza presieduto dal premier Benjamin Netanyahu ha approvato poi l’estensione delle operazioni militari nella Striscia. In particolare, ha riferito Channel 12, l’esercito intende colpire i “simboli del potere di Hamas”, in particolare le sue strutture finanziarie. Secondo quanto riferito dai media israeliani, il premier Netanyahu ha escluso al momento un cessate il fuoco.
RAZZO A LUNGA GITTATA VERSO SECONDO AEROPORTO ISRAELE
Hamas ha rivendicato il lancio di una serie di “droni kamikaze” contro Israele, continua il ‘Times of Israel’, secondo cui alcuni abitanti delle zone a ridosso dell’enclave palestinese hanno detto di aver udito delle esplosioni nei cieli sopra le loro case e ciò indicherebbe che i velivoli senza pilota sarebbero stati abbattuti dal sistema Iron Dome. Al momento non c’è una conferma da parte delle forze armate israeliane. Secondo l’emittente ‘Channel 12′, uno dei droni è entrato per alcune centinaia di metri all’interno dello spazio aereo israeliano ed è esploso sopra una comunità israeliana nella regione di Sha’ar Hanegev, senza causare vittime.
Hamas ha quindi preso di mira il secondo aeroporto d’Israele, sparando un razzo con una gittata di 250 chilometri, la più lunga finora raggiunta dalla Striscia di Gaza. Il razzo è atterrato nella regione di Hevel Eilot, vicino alla città meridionale di Eilat. Il lancio, scrive ‘Times of Israel’, punta a costringere Israele a bloccare i suoi collegamenti aerei internazionali. Vicino Eilat c’è l’aeroporto di Ramon, il secondo d’Israele, dove sono stati deviati tutti voli dopo che Hamas ha preso di mira l’aeroporto internazionale Ben Gurion. Poco prima del lancio verso Eilat, il braccio armato di Hamas si era vantato di possedere un nuovo razzo in grado di raggiungere ogni parte d’Israele, chiamato Ayyash 250, come Yahya Ayyash, l’ingegnere di Hamas ucciso dai servizi israeliani nel 1996.
IDF RICHIAMA 16MILA RISERVISTI
Il ministro israeliano della Difesa Benny Gantz ha deciso il richiamo di altri 9mila riservisti. Lo scrive Haaretz, sottolineando che così il totale dei richiamati arriva a 16mila. Congedi sospesi per i militari delle unità operative che possono essere impegnate in operazioni di combattimento. L’annuncio è arrivato dall’Idf, come riporta il giornale Haaretz.
Secondo l’emittente al-Arabiya, che cita proprie fonti, le autorità israeliane avrebbero rifiutato una nuova proposta di una tregua a breve termine proposta dai negoziatori egiziani, giunti a Tel Aviv per mediare un cessate il fuoco con Hamas. Secondo le fonti, Israele avrebbe chiesto di liberare la Striscia di Gaza dalle armi come condizione.
In Israele più della metà delle abitazioni non dispone di rifugi antiaerei adeguati, afferma l’Israel Builders Association spiegando che Gerusalemme, Tel Aviv e Haifa sono le località con il minor numero di strutture dotate di un luogo dove ripararsi in caso di attacco missilistico. Su un totale di quasi tre milioni di appartamenti residenziali in Israele, almeno 1.600.000, ovvero il 63 per cento, non hanno un rifugio antiaereo.
La meno sicura è Gerusalemme, con circa 180mila appartamenti senza rifugio, seguita da Tel Aviv con 160mila, Haifa con oltre 98mila, Petah Tikva con quasi 50mila e Rishon Lezion con circa 46mila. Dati di agosto 2020 riportano che circa 2.600.000 israeliani, ovvero il 28 per cento della popolazione totale, non hanno una casa con una protezione standard dalle minacce missilistiche.
SCORTE ESAURITE, GAZA SENZA ELETTRICITA’ DA DOMENICA
Gaza esaurirà domenica le sue riserve di combustibile per far funzionare i generatori elettrici. Lo ha detto ai giornalisti una fonte dell’esercito, scrive Times of Israel. Prima del conflitto, nella Striscia vi era elettricità per 16 ore al giorno, ma ora sono solo cinque. Il rifornimento di combustibile avveniva tramite il valico di Kerem Shalom, che è ora è stato chiuso. Inoltre afferma la fonte, alcuni razzi sparati da Hamas hanno colpito linee elettriche all’interno della Striscia vicino la città di Rafah. Tre delle quattro turbine che alimentano l’impianto elettrico della Striscia sono già chiuse per mancanza di carburante. Il taglio delle forniture elettriche ha conseguenze anche sull’erogazione dell’acqua corrente, che ormai avviene ogni due giorni.
Secondo la fonte, gli abitanti di Gaza sono molto preoccupati per la situazione di conflitto e rimangono chiusi a casa. Vi è anche rabbia per non poter festeggiare degnamente la festa di Eid al Fitr che segna la fine del Ramadan.