A 29 anni dalla strage di Capaci, il capo dello Stato Sergio Mattarella sarà domani a Palermo per partecipare alle numerose iniziative in ricordo dell’eccidio in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli uomini della scorta. 57 giorni dopo, il 19 luglio, in via D’Amelio il tritolo uccise Paolo Borsellino e gli agenti preposti alla sua sicurezza.
A 29 anni dalla strage di Capaci, il capo dello Stato Sergio Mattarella sarà domani a Palermo per partecipare alle numerose iniziative in ricordo dell’eccidio in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli uomini della scorta. 57 giorni dopo, il 19 luglio, in via D’Amelio il tritolo uccise Paolo Borsellino e gli agenti preposti alla sua sicurezza.
Mattarella sarà all’Aula Bunker dell’Ucciardone e dopo, insieme al capo della Polizia Lamberto Lamberto Giannini deporrà una corona d’alloro nell’Ufficio scorte della caserma Lungaro, presso la lapide che ricorda i Caduti degli attentati di Capaci e via D’Amelio.
Il presidente della Repubblica parteciperà anche ad altre iniziative, come l’inaugurazione del progetto “Spazi Capaci/Comunità Capaci”, voluto dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione: un piano di design sociale curato da Alessandro de Lisi e che ha il patrocinio della Polizia di Stato. Spazi Capaci vuol far tornare a vivere le città attraverso le opere in un percorso sperimentale di “memoria 4.0” che, partendo da luoghi di Palermo simbolo della vitalità della lotta civile contro la mafia, compie un viaggio attraverso tutto il Paese. Un cammino lungo tre anni, col traguardo nel 2023, anno in cui ricorre il trentennale delle stragi di Firenze, Roma e Milano.
“Vogliamo riappropriarci delle città attraverso l’arte – spiega Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni Falcone e sorella del giudice ucciso a Capaci – . La cultura è determinante per il rinnovamento dello spirito dei popoli”.
Intanto, il ministro della Giustizia Marta Cartabia, ricorda la figura di Falcone: “Ha insegnato che nella lotta alla mafia non basta perseguire il singolo reato; bisogna agire su tutte le articolazioni su cui si radica il potere della mafia. Quelle sociali, quelle economiche. Quelle che oltrepassano i confini nazionali”.
Tra le iniziative, anche quella messa in atto da Marcello Dell’Oglio, portiere dello stabile di via Notarbartolo dove abitava Falcone, che ha trasformato in biblioteca condominiale il salone d’ingresso dell’edificio: libri che dà in prestito e attorno ai quali, spiega un inquilino, si è creata ed è cresciuta una piccola comunità”.