RESIDENZA D’ARTISTA di Navid Azimi Sajadi al Castello della ZISA
L’artista iraniano Navid Azimi Sajadi ritorna in Sicilia e da oggi (giovedì 24 giugno) avvia la sua residenza d’artista alla Zisa, organizzata dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo in collaborazione con MondoMostre. Nel giardino del palazzo normanno Sajadi realizzerà nuove installazioni con la partecipazione del pubblico, a partire dalla comunità del quartiere, dando inizio alla seconda parte del progetto “Oriente e Occidente. Allegorie e simboli della tradizione mediterranea”, già avviato al complesso monumentale del duomo di Monreale con una prima mostra aperta fino al 27 luglio: un vero viaggio iniziato prima della pandemia lo scorso ottobre, srotolato tra fotografie ad altissima risoluzione del Kunsthistorisches Institut e opere site specific dell’artista iraniano.
Disponibile un’APP gratuita scaricabile da smartphone che racconta una selezione dei capitelli del chiostro benedettino di Monreale.
I progetti di Navid Azimi Sajadi nascono e si sviluppano con il desiderio di condividere l’ideazione delle opere dalle prime fasi, tanto che il pubblico che entra in contatto con lui, spesso assume un ruolo attivo nelle sue installazioni.
Dopo l’intervento a Monreale, Sajadi avvia a Palermo la sua residenza che lo porterà a realizzare nuove opere nel palazzo della Zisa, riconosciuto dall’Unesco come importante testimonianza della coesistenza di popoli di differenti origini e religioni, in cui il mondo persiano e spirituale dell’artista trova fortissimi richiami.
“Con il laboratorio a cielo aperto che si avvia oggi alla Zisa – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – si completa il progetto di Navid Azimi Sajadi, l’artista a cavallo tra due culture che ci ha già regalato interessanti suggestioni con le opere esposte al Chiostro di Monreale, attraverso cui si realizza un incontro artistico fra oriente e occidente. Si tratta di un progetto fortemente voluto dall’assessorato dei Beni culturali che si offre come esperienza concreta di condivisione dello stile e dell’opera dell’artista, ma anche come opportunità di entrare in sintonia con la parte più antica della nostra cultura”.
La prima installazione si intitola Sigillum e sarà visibile al primo piano: una suggestiva costellazione di ceramiche e smalti su foglia oro e grafiche – vero segno distintivo del lavoro di Sajadi – che come un insieme di frammenti e cocci raccolti negli abissi, testimonia un viaggio nel mare agitato e caotico interiore dell’artista. E come le stelle guidavano i navigatori verso una meta, così Sigillum conduce ad un luogo metafisico, dove l’inquietudine diventa profonda spiritualità.
“Credo moltissimo nella valorizzazione dei complessi monumentali tramite l’arte contemporanea – interviene la soprintendente ai Beni culturali di Palermo, Selima Giuliano – Navid Azimi Sajadi ha un legame stretto con i siti e trae spunto dall’apparato decorativo dei luoghi per immaginare nuove connessioni. Sarà bellissimo vedere come i visitatori interagiranno con il suo lavoro”.
L’artista condurrà dunque il pubblico in un viaggio che dal passato giunge al presente e guarda al futuro attraverso la sua creatività, stabilendo dialoghi e confronti con altri colleghi e la comunità; una riflessione che si concretizzerà con disegni e installazioni esposti tra le decorazioni di nicchie a muqarnas della Zisa, tipiche degli edifici musulmani, e in molteplici aree del Palazzo così da poterli ammirare durante la visita.
Per Navid Azimi Sajadi si tratta comunque del secondo capitolo di un percorso avviato lo scorso anno e bloccato dalla pandemia.
“Ripartiamo dopo la pandemia con la consapevolezza che bisogna investire sulla bellezza e sulla cultura, unendo le forze di pubblico e privato – sottolinea Simone Todorow, AD di MondoMostre – Soltanto così potremo superare questo periodo terribile che ha azzerato il lavoro di anni. La Zisa e Sajadi sono un simbolo di come l’arte può diventare storia, tradizione ritrovata, comunità”.
Al complesso monumentale del Duomo di Monreale è ancora in corso il primo capitolo della mostra, collegata al Chiostro più famoso del Mediterraneo e alle storie raccontate attraverso i suoi capitelli, organizzata dalla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo in collaborazione con l’Arcidiocesi di Monreale e con MondoMostre. Un percorso espositivo complesso e sfaccettato che si era inaugurato ad ottobre scorso ma poi, complice la pandemia che ha di fatto chiuso i siti culturali, non ha potuto seguire il suo corso naturale. Ha riaperto a maggio ed è stato naturalmente mantenuto fino 27 luglio, in maniera da rendere la mostra fruibile ai turisti che pian piano stanno tornando in Sicilia e scelgono di visitare i tesori di Monreale.
La mostra in corso nel complesso monumentale della cittadina normanna è un vero e proprio viaggio immersivo nelle storie e nei simboli figurati dei capitelli del chiostro benedettino, attraverso le installazioni site specific dell’artista iraniano e le fotografie dell’archivio Kunsthistorisches Institut in Florenz–Max-Planck-Institut, riproduzioni digitali ad altissima risoluzione che permettono di esaminare alcuni dei capitelli, studiarli tramite particolari ingranditi, in condizioni che riproducono – per così dire – quelle della bottega in cui furono realizzati. L’allestimento si completa inoltre con grandi fotografie stampate su intonaco bagnato di Francesco Ferla, quasi veri e propri affreschi a rappresentare personaggi e animali presenti nelle storie dei capitelli.
UNA APP INNOVATIVA. Per valorizzare questa riapertura, è scaricabile gratuitamente l’app sviluppata per MondoMostre dallo studio “ingegneria delle due Culture” sulle musiche originali create appositamente dal maestro Pinuccio Pirazzoli, dedicate al racconto di una selezione di capitelli del chiostro che permette di scoprirne dettagli straordinari (in totale i capitelli sono 104 doppi e 5 quadrupli, 15 sono istoriati e rappresentano temi biblici).
Collegandosi agli store di Apple o di Google, si può scaricare dunque l’app “MondoMostre” per godere della descrizione scritta e narrata – in italiano o inglese – di alcuni dei manufatti, in due modalità a seconda se il visitatore sia sul posto oppure agisca da remoto. Chi si trova nel chiostro può semplicemente direzionare lo smartphone verso il simbolo posto sulla colonna e sul display verranno visualizzate le quattro facce del capitello. Facendo scorrere il dito da destra verso sinistra – swipe gesture – apparirà il dettaglio del capitello scelto e il testo descrittivo. Toccando l’immagine, si può anche ingrandire per osservare i particolari più minuti, i dettagli e le forme che altrimenti potrebbero sfuggire. In alcune schermate apparirà l’immagine di un piccolo smartphone che oscilla: è il modo col quale si potrà virtualmente passare dal passato, dall’età di Guglielmo II, ai giorni nostri con l’opera dell’artista contemporaneo. Per chi invece non si trova a Monreale, la app da remoto – in modalità “tour” – proporrà una visita virtuale del chiostro con focus sui capitelli.
I servizi di ticketing e didattica sono a cura di Coopculture.