Per il ministro della Salute “la pandemia non è finita, abbiamo bisogno di proseguire con cautela e gradualità”
La pandemia di Covid in Italia “non è finita. Rivendichiamo sicuramente una situazione diversa, che ci ha consentito di fare le aperture graduali. Ma non dobbiamo assolutamente immaginare che la partita sia finita. Abbiamo bisogno di proseguire ancora con attenzione, cautela, gradualità, soprattutto alla luce delle tante varianti che stanno rendendo più difficile questa sfida e rispetto a cui abbiamo bisogno di tenere altissimo il livello di attenzione, di controllo, di verifica. E penso che questa sarà ancora la linea delle prossime settimane”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto alla presentazione della ‘Costituzione etica’ Federazione nazionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Tsrm e pstrp), in corso a Roma.
“Oggi – ha ricordato Speranza – siamo in una fase diversa della pandemia. Come è noto sono tra i più prudenti, tra i più cauti, tra quelli che hanno insistito perché il percorso di riapertura fosse graduale, senza passi troppo precipitosi. Questo percorso graduale, avviato il 26 aprile, ci ha consentito di avere oggi una fotografia che è oggettivamente migliore di quella di pochi mesi fa. I numeri con cui facciamo i conti ogni giorno sono significativi. Avevamo quasi 30mila persone nei nostri ospedali, ora ne abbiamo meno di 1.500, ovvero meno 95%. Avevamo 3800 persone in terapia intensiva ora ne abbiamo circa 220, siamo, anche in questo caso, a meno 90%. E anche il numero dei contagiati quotidiano è molto sceso”.
“Nel Pnnr – ha detto ancora Speranza – noi investiamo 4 miliardi perché tutte le attrezzature sanitarie di alta specialità che hanno più di 5 anni possano essere sostituite. Non è un fatto banale. Sarà una grande operazione di equità territoriale, perché ci sono pezzi di Paese, non solo nella dinamica Nord -Sud ma anche dentro le stesse Regioni, dove ci si può permettere di cambiare un’attrezzatura nel corso di pochi anni e ci sono luoghi dove non avviene”.
“Conoscete per il lavoro che fate – ha detto il ministro rivolgendosi agli operatori sanitari – quanto conti avere una strumentazione adeguata rispetto al lavoro che si svolge ogni giorno”. Il ministro ha ricordato che ora, in una fase diversa della lotta alla pandemia, “noi dobbiamo essere capaci di costruire un nuovo sistema sanitario”. Un impegno che, per Speranza, dovrà coinvolgere tutti in un ‘patto-Paese’.
“Dentro una crisi ci stringe a coorte e a me sembra che questa ‘costituzione etica’, questa iniziativa che avete voluto promuovere, abbia questo principio di fondo, di come un pezzo si metta a disposizione di un disegno più largo a partire da alcuni valori fondamentali più ampi”, ha detto Speranza a cui i professionisti sanitari hanno offerto, alla fine del suo intervento, una copia del testo.
“La pandemia ha reso chiaro a tutti che il Servizio sanitario nazionale è la cosa più preziosa che abbiamo. Per questo dobbiamo investire sulle donne e gli uomini che ogni giorno lavorano per renderlo migliore”, ha poi scritto su Facebook il ministro, postando la foto della sua partecipazione all’evento di oggi.