Protocollo sicurezza, i sindacati cedono sul green pass. Tutti firmano tranne Anief
Alla fine i sindacati cedono sul green pass: tutti firmano, tranne Anief che non sottoscrive l’accordo, nonostante i decisi miglioramenti rispetto al testo inziale cui ha contribuito, e conferma il ricorso collettivo gratuito al Tribunale di Roma per impugnarlo insieme al Decreto legge n. 106 per contrasto al Regolamento comunitario n. 953/21, dopo aver raccolto centomila firme in sei giorni per la sua abolizione.
È possibile ancora firmare la petizione al seguente link affinché sia depositato l’elenco in Parlamento alla ripresa dei lavori e aderire al ricorso per chiedere la sospensione della norma entro il 21 agosto per depositarlo nei giorni successivi.
Si concluso in tarda notte l’incontro per la firma del nuovo protocollo sulla sicurezza.
Anche questa nuova versione presentata dall’amministrazione non ha soddisfatto le richieste dell’ANIEF, a valle delle richieste accolte, tra cui: ripristinare e legare la corsia preferenziale per i vaccini alla semplice diffusione della immunizzazione e non all’ottenimento del green-pass; l’apertura alla diffusione dei dati futuri sulla densità degli organici, che comunque non rende visibile i dati odierni, quindi poco utile per la firma del protocollo del prossimo anno scolastico; l’aperura al tavolo di ascolto al momento della conversione in legge del D.L. 111/2021 sulla questione green-pass, invece di eliminare il riferimento alle procedure sanzionatorie ad esso legate; eliminare l’appesantimento del mansionario ATA dalle ulteriori operazioni di sanificazione straordinaria in caso di positività accertate per cui l’ANIEF aveva chiesto almeno un riferimento espresso alla retribuzione aggiuntiva in sede di contrattazione di istituto.
Il protocollo infatti continua a presentare pesanti criticità in merito: al distanziamento, per cui il sindacato nella giornata di ieri aveva chiesto i dati sulla metratura pro-capite estesa a tutta la popolazione scolastica e a cui l’amministrazione ha risposto elidendo dal testo l’intero articolato salvo poi reintegrare nell’ultima fase alcune parti; alle convenzioni che gli istituti stabiliscono con enti esterni possibili solo in zona bianca in un periodo in cui diverse regioni stanno per subire il cambio di fascia di colore, basti pensare alle associazioni sportive che si poggiano logisticamente alle palestre degli istituti, che rappresentano spesso gli unici locali disponibili in molti piccoli centri urbani, che vedrebbero messa in discussione a stagione iniziata la logistica convenzionata esponendo i DDSS ad azioni legali risarcitorie; alla mancanza di copertura dalla culpa in vigilando prevista nell’art. 2048 del CC per i lavoratori in caso di denunce per contagio, molto probabile tra gli studenti con la variante delta.
Grande discussione ha poi suscitato l’ipotesi di far gravare le incombenze dell’organizzazione dei tamponi sul personale amministrativo degli istituti di concerto con gli enti sanitari.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha dichiarato che “nonostante una specifica richiesta del giovane sindacato tesa a cristallizzare le norme sul rispetto delle misure anti-Covid-19 al 5 agosto 2021, prima dell’entrata in vigore del decreto legge 111/2021, le parti convenute hanno deciso comunque di sottoscrivere il protocollo sulla sicurezza per l’a.s. 2021/2022 per poter avviare l’anno scolastico, a dispetto delle norme comunitarie vigenti e del dibattito nato sulla legittimità, l’opportunità e l’utilità dell’introduzione dell’obbligo del Green Pass per il personale scolastico. In sintesi questi i punti sul Green Pass che non hanno permesso ad Anief, nonostante la sottoscrizione del primo protocollo anti-covid di appore la firma per contrastarne l’obbligo: “ogni istituto scolastico dà attuazione alle indicazioni di cui al presente protocollo, nel rispetto della normativa vigente; […] il personale scolastico rispetta le prescrizioni previste dalla normativa vigente in materia di prevenzione e contrasto della diffusione del Covid – 19. Il rispetto di tali prescrizioni, ivi inclusi le linee guida e i protocolli di cui al comma 3 dell’art. 1 del decreto-legge n. 111/2021, nonché i protocolli richiamati dall’art. 29 bis del decreto legge n. 23 del 2020, rende adempiuti gli obblighi di cui all’art. 2087 del codice civile. Di conseguenza, l’applicazione nelle istituzioni scolastiche delle prescrizioni contenute nel presente protocollo, condiviso con le organizzazioni sindacali, determina per tutto il personale scolastico, chiamato all’attuazione delle misure sulla prevenzione e sicurezza Covid-19, il regime probatorio di imputazione della responsabilità di cui all’art. 29-bis del decreto-legge n. 23/2020, così come previsto dalla normativa vigente […] – Ferme restando le diversità di valutazione delle parti in merito alle modalità con cui è stato disciplinato l’obbligo del green pass, il Ministero si impegna ad aprire una fase di confronto in merito alle proposte e osservazioni delle organizzazioni sindacali, anche in vista della conversione in legge del decreto legge n. 111/2021. Nell’immediato il Ministero si impegna, previa informativa alle OO.SS., a fornire supporto ed indicazioni applicative ai dirigenti scolastici, al personale ed alle istituzioni scolastiche sugli aspetti applicativi della normativa sopravvenuta.
Tra gli altri punti contestati e non accolti rispetto alle richieste di ANIEF i temi del distanziamento, per il quale si era chiesto un impegno del ministro a fornire entro un mese i dati sulla metratura pro-capite per classe estesa a tutta la popolazione scolastica, delle convenzioni che gli istituti stabiliscono con enti esterni possibili solo in zona bianca in un periodo in cui diverse regioni stanno per subire il cambio di fascia di colore, dell’assenza di ogni copertura dalla culpa in vigilando prevista nell’art. 2048 del CC per i lavoratori in caso di denunce per contagio, molto probabile tra gli studenti con la variante Delta.
Gian Mauro Nonnis, vicepresidente nazionale Anief, membro della delegazione, ha ribadito che “è impossibile firmare un accordo a scadenza aperta, pur ringraziando l’amministrazione per i tanti spunti recepiti. Le scuole continuano a rimanere insicure per via proprio delle mancate soluzioni previste nel Decreto legge, sarebbero occorsi interventi strutturali per 10 mld e mesi di lavoro estivo sull’edilizia degli istituti per garantire il distanziamento, distanziamento che invece è stato eliminato dall’articolato dell’ultima bozza. L’impressione è che l’amministrazione sapendo di non aver fatto per tempo ciò che doveva essere fatto ha cercato nella presunta reticenza dell’esigua minoranza di non vaccinati della scuola un capro espiatorio per le conseguenze degli errori e dei ritardi a loro in alcun modo imputabili”.
È giusto il caso di ricordare infatti che secondo i report vaccinali del ministero della salute la percentuale di somministrazione eccede il 90% delle dosi distribuite raggiungendo localmente il 99%, ovvero in alcuni hub vaccinali talvolta i vaccini terminano, appare pertanto illogico proporre un obbligo vaccinale sapendo che tale obbligo non può essere adempiuto per mancanza di dosi, come irrispettoso appare legare alla mancata vaccinazione un comportamento da sanzionare nei confronti di lavoratori il cui valore sul campo non è mai stato messo in discussione come dalla presente amministrazione.
L’ingegnere Natale Saccone, membro della delegazione, auspicava nel protocollo “uno strumento operativo di dettaglio per i Dirigenti Scolastici tenuti ad applicare le disposizioni legislative, ad esempio era stata chiesta una maggiore attenzione alla prevenzione nel target alunni under 12 che non possono vaccinarsi (oltre 4 milioni), una espressa indicazione all’art. 2048 per la tutela delle responsabilità dei docenti contro l’infezione COVID e relative varianti; un cenno all’obbligatorietà dei layout in condizioni statiche e dinamiche alla luce della fornitura di arredi monoposto che ha impegnato le risorse finanziarie ministeriali l’anno scorso”.
Pacifico ribadisce la necessità per chiunque non è d’accordo con l’obbligo vaccinale di continuare a far firmare la petizione in vista del dibattito parlamentare e di ricorrere per cancellare o disapplicare la norma di legge dal nostro ordinamento. Il sindacato potrà sottoscrivere il protocollo sulla sicurezza soltanto dopo che l’obbligo del Green Pass sarà ritirato dal governo o dichiarato illegittimo dai tribunali, come già sta avvenendo in Spagna per la circolazione nei trasporti.