Secondo l’infettivolo “va fatta una campagna individualizzata basata sulle esigenze del singolo”
“La terza dose del vaccino contro il Covid non va proposta come una dose per tutti: sarebbe un errore perché c’è chi non ne ha assolutamente bisogno. Non può essere che a 8 mesi la facciamo a tutti indistintamente. Io sono assolutamente contrario”. Lo dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, mentre si attende l’annuncio ufficiale dell’amministrazione Biden che sembra orientata al via libera per tutti gli americani a partire dal mese di settembre. E dopo che ieri Pfizer-BioNTech hanno inviato all’esame della Fda americana i primi dati sull’efficacia di un ‘booster’ anche contro le varianti Beta e Delta.
0:47 / 1:04
Vaccini, Pfizer presenterà i dati sulla…
Search
“Negli Stati Uniti si parla di una terza dose tra 6 e 12 mesi ma un conto è a 6 mesi e un conto è a 12. A un anno di distanza – afferma l’infettivologo – siamo tutti d’accordo che probabilmente buona parte di noi dovrà fare la terza dose, che poi è quella di richiamo che si fa una volta all’anno. Discorso diverso invece – sottolinea – per quelli in cui, anche prima dei 6 mesi, potrebbe essere necessario fare la terza dose”. Chi sono? “Si potrebbe pensare a tutti quelli che hanno più di 70-75 anni, ma – chiarisce – bisognerà valutare sulla base dei dati e faranno una terza quelli che hanno malattie immuno-deprimenti. Però – raccomanda Bassetti – questa, a differenza della prima fase che è stata una campagna di massa, deve essere una campagna individualizzata che guarda all’esigenza del singolo”.
Secondo Bassetti bisogna inoltre dire “che non è possibile pensare che nel mondo facciamo la terza dose unicamente con Pfizer, per cui attenzione, perché è chiaro che l’azienda pende dalla sua parte. Poi spetta a noi medici, come scienziati, dire che cosa è giusto fare”. “Questo che vorrebbe dire che dobbiamo fare la terza dose solo con Pfizer? Calma, andiamoci cauti – ammonisce Bassetti – . Valutiamo attentamente la situazione, decidiamo a chi eventualmente deve essere fatta la terza dose e con quale tipo di vaccino. E’ chiaro che non tutti possono fare Pfizer, qualcuno farà Moderna e qualcuno farà gli altri. Sennò veramente – afferma il medico – mi sembra la boutade di un’azienda che vuole vendere solo il proprio vaccino. Io sono sempre stato molto dalla parte delle multinazionali – ricorda – però ci andrei un po’ cauto stavolta”.
“Non facciamoci prendere la mano, solo perché lo fanno gli americani e Pfizer dice che il loro è il vaccino migliore degli altri. Non è – incalza Bassetti – un mercato del prosciutto o della crema da spalmare. Vediamo i dati – ribadisce – e una volta che li avremo visti verranno prese le decisioni su cosa fare. La mia idea è che la terza dose vada fatta solo ad alcuni selezionati casi e probabilmente non con un unico vaccino ma eventualmente si valuteranno anche gli altri”. Poi, aggiunge l’infettivologo genovese – se la terza dose copre meglio dalle varianti perché devo aspettare 8 mesi a farla? La potrei fare anche subito. Ma prima vorrei vedere i dati”, conclude.