Barriere architettoniche. Da Piacenza a Rimini, case più accessibili per chi si muove con difficoltà. La Regione Emilia-Romagna investe 10,2 milioni di euro, tra risorse nazionali e regionali, per rimuovere negli ambienti domestici gli ostacoli alla mobilità di persone disabili e anziane
Approvato dalla Giunta il riparto e l’assegnazione ai Comuni dei contributi per il 2021 dal Fondo nazionale e regionale per finanziare interventi nelle abitazioni private. Ammesse le spese di adattamento servizi igienici, allargamento porte, eliminazione gradini interni, installazione ascensori, montascale e pedane elevatrici, predisposizione di videocitofoni e sistemi di automazione per porte e cancelli
Bologna- Una rampa di scale o anche un unico gradino, porte strette e spazi ridotti, mancanza di ascensore o montascale possono costituire un problema insormontabile per le persone con disabilità o anziane con difficoltà motoria o sensoriale: vere e proprie “barriere” che impediscono loro di condurre una normale vita quotidiana e sociale.
Un aiuto concreto a chi rischia di vivere isolato arriva dalla Regione Emilia-Romagna, che per il 2021 ha stanziato complessivamente quasi 10,2 milioni di euro, tra risorse statali e regionali, per l’eliminazione e il superamento delle cosiddette barriere architettoniche negli edifici e nelle abitazioni private.
Un pacchetto di risorse destinate ai Comuni ed Unioni per finanziare i lavori edilizi di miglioramento dell’accessibilità negli appartamenti e nelle parti comuni dei condomini, la cui ripartizione su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, è stata approvata dalla Giunta regionale in questi giorni; saranno poi i Comuni stessi ad assegnarle ai cittadini e alle famiglie residenti che ne hanno fatto richiesta.
Nel dettaglio, della somma complessiva (10 milioni 169 mila euro), 8,2 milioni di euro provengono dal Fondo nazionale, e i restanti 1,9 milioni sono quelli stanziati annualmente dalla Regione attraverso lo specifico Fondo regionale, istituito con una legge regionale nel 2013; un Fondo che dalla sua attivazione ha permesso di finanziare, con oltre 14,4 milioni di euro, più di 4.400 interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche in ambito domestico.
E complessivamente, dall’inizio della scorsa legislatura (2015) ad oggi, ammontano a 52 milioni di euro le risorse messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Fondo nazionale e regionale, anche grazie alla ripresa dei contributi statali che per lungo tempo non erano stati stanziati.
Con la ripartizione delle risorse disponibili per quest’anno – fatta sulla base delle domande arrivate ai Comuni – potranno essere soddisfatte, da Piacenza a Rimini, molte delle domande presenti nelle due tipologie di graduatorie comunali, finanziate rispettivamente con il Fondo statale e regionale; tra le domande, la precedenza viene data a situazioni di maggiore gravità (invalidità certificata al 100% e problemi di deambulazione). In particolare, lo stanziamento sul Fondo regionale (1 milione 905 mila euro) permetterà di soddisfare oltre il 94% delle richieste: complessivamente 708, che riguardano 485 casi di invalidità totale e 223 di invalidità parziale.
Gli interventi ammessi al contributo sono opere edilizie per l’eliminazione delle barriere fisiche (adattamento dei servizi igienici, allargamento delle porte, eliminazione di gradini all’interno dell’abitazione), l’installazione di attrezzature per il superamento dei dislivelli (ascensori, montascale, pedane elevatrici) e per la sicurezza e fruibilità degli spazi (predisposizione di videocitofoni e sistemi di automazione per porte e cancelli).
Le richieste di contributi: come e a chi inviarle
La domanda di contributo per gli interventi utili a togliere gli ostacoli alla mobilità delle persone nelle case, deve essere presentata – entro il 1^ marzo di ogni anno – dalla persona interessata (o dal tutore o da chi ne esercita la patria potestà) al comune nel quale si trova l’immobile e nel quale egli risiede in modo abituale. L’abitazione non deve essere stata costruita o ristrutturata dopo l’11 agosto 1989.
L’entità del contributo viene definita sulla base delle spese effettivamente sostenute e comprovate. Se le spese sono inferiori al preventivo presentato, il contributo sarà calcolato sul loro effettivo importo. Se le spese sono superiori, il contributo sarà calcolato sul preventivo presentato. Eventuali acconti al fornitore delle opere possono essere pagati anche prima della presentazione della domanda per la concessione del contributo e godono del contributo.
Le graduatorie delle domande
Le graduatorie sono parallele: nella nazionale (4.018 domande attualmente presenti), finanziata con risorse statali, i criteri per la formazione della graduatoria sono la data di presentazione della domanda e la categoria di invalidità.
Hanno la precedenza le domande degli invalidi totali con difficoltà di deambulazione; nella graduatoria regionale (presenti 708 domande), finanziata dalla Regione nel 2013 per supplire alla mancanza di finanziamento per 14 anni del Fondo nazionale, i criteri per la formazione della graduatoria sono il valore del reddito ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del nucleo familiare dell’invalido e la categoria di invalidità. Hanno la precedenza le domande degli invalidi totali con difficoltà di deambulazione.
La ripartizione delle risorse del Fondo statale, per provincia
Le risorse del Fondo nazionale (8 milioni 247mila euro) sono state ripartite tenendo conto del numero di richieste presenti nelle graduatorie comunali. A Bologna vanno 1 milione 905 mila euro; Modena 1 milione 331 mila euro; Reggio Emilia 889 mila euro; Ravenna 838 mila euro; Rimini 825 mila euro; Forlì- Cesena 790 mila euro; Parma 678 mila euro; Ferrara 613 mila euro e Piacenza 378 mila euro.
La ripartizione delle risorse del Fondo regionale, per provincia
Sul totale della dotazione del Fondo per il 2021 (1 milione 922mila euro), la ripartizione tra le province, è stata effettuata sulla base del numero di richieste ammesse nella graduatoria regionale, ed è la seguente: Forlì-Cesena 379mila euro; Rimini 297mila euro; Ravenna 296mila euro; Bologna 259mila euro; Reggio Emilia 217mila euro; Modena 163mila euro; Parma 135mila euro; Piacenza 93mila euro e Ferrara 83 mila euro.