“Jewish lives matter. Diritti umani e antisemitismo”
questo il titolo del libro di Fiamma Nirenstein
presentato questo pomeriggio nella Biblioteca Spadolini Nuova Antologia
da Marco Carrai, Franco Camarlinghi e Edoardo Tabasso
«L’autrice -commenta Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che ha promosso e ospitato l’evento- è una nota giornalista e scrittrice da sempre impegnata nella difesa dei diritti del popolo ebraico e della memoria storica dell’Olocausto. Lei stessa ha vissuto recenti angosciose esperienze in Israele, nella fase dei missili lanciati dai militanti palestinesi di Hamas, intercettati per il 90% dallo scudo difensivo eretto dallo Stato di Israele a difesa del proprio territorio. Nel libro la Nirenstein denuncia la campagna denigratoria che tende strumentalmente a far apparire Israele non una comunità che difende la propria sopravvivenza, piuttosto come un sanguinario aggressore del popolo palestinese. Una falsificazione della realtà storico politica -a suo giudizio- che ha fatto presa nell’opinione pubblica di numerosi paesi -Italia compresa- e nelle file stesse dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
L’autrice si sofferma in particolare sull’uso spregiudicato dei bambini, che già all’età di 9 anni vengono condizionati ed armati da Hamas. Proteggere obiettivi militari con popolazione civile, bambini compresi -usati come scudo umano-, porta inevitabilmente al sacrificio di numerosi civili, allorché tali obiettivi diventano oggetto della reazione israeliana. Ma -sottolinea l’autrice- gran parte della pubblica opinione rifiuta di prendere coscienza delle reali responsabilità.
A partire da settembre -conclude il presidente Ceccuti, spostando l’attenzione sulle attività della Fondazione e della sua Biblioteca-, sempre nel pieno rispetto della normativa anti Covid vigente, la nostra Fondazione ha ripreso gradualmente l’intenso calendario delle sue iniziative culturali. Dalla presentazione dei volumi, come nel caso odierno, all’attribuzione dei tradizionali Premi e borse di studio, con cerimonie finalmente in presenza. In ultimo ma non ultimo, la possibilità per i nostri studiosi di tornare a popolare le sale della nostra Biblioteca».