La Fondazione Teatro della Toscana annuncia la campagna abbonamenti della stagione 2021/2022 del Teatro della Pergola di Firenze e del Teatro Era di Pontedera.
Sono 15 gli spettacoli in programma al Teatro della Pergola e 8 quelli al Teatro Era: 23 Due importanti cartelloni, che completano la programmazione attualmente in scena e ai quali si aggiungeranno altri spettacoli e iniziative collaterali in definizione per il Saloncino “Paolo Poli” della Pergola.
Il primo spettacolo in abbonamento alla Pergola inizia il 28 dicembre con Maria Amelia Monti e Marina Massironi: è Il marito invisibile, un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione scritta da Edoardo Erba, che ci accompagnerà nel nuovo anno, fino al 2 gennaio.
Il primo spettacolo in abbonamento al Teatro Era è Io Sarah, io Tosca (4-5 dicembre) in cui Laura Morante è Sarah Bernhardt, la mitica attrice cui Victorien Sardou dedicò La Tosca, il celebre dramma trasformato in libretto da Illica e Giacosa e messo in musica da Puccini.
Alla Pergola, il Teatro Civile è rappresentato da Stefano Accorsi con il debutto di Storia di 1 di Lucia Calamaro e Daniele Finzi Pasca (in prima nazionale al Teatro Era); Fabrizio Gifuni in Con il vostro irridente silenzio, uno studio sulle lettere dalla prigionia e sul Memoriale di Aldo Moro.
Ferzan Özpetek porta a teatro la sua Ferzaneide, un viaggio sentimentale attraverso il racconto dei suoi ricordi, e la trasposizione del suo celebre film Mine vaganti.
I testi del teatro classico sono portati in scena da Glauco Mauri e Roberto Sturno con Il canto dell’usignolo, poesie e monologhi di Shakespeare; Monica Guerritore con L’anima buona di Sezuan di Brecht, Roberto Andò dirige Renato Carpentieri e Imma Villa in Piazza degli Eroi di Bernhard, Gabriele Lavia con Il berretto a sonagli di Pirandello, Andreé Ruth Shammah dirige Massimo Dapporto ne Il delitto di Via dell’Orsina di Labiche, Sebastiano Lo Monaco è Enrico IV di Pirandello diretto da Yannis Kokkos, Luca De Fusco con La locandiera di Goldoni.
A Elio Germano si deve la sperimentazione di Così è (o mi pare) – Una riscrittura per realtà virtuale di “Così è (se vi pare)” di Pirandello, programmato nel Saloncino ‘Paolo Poli’ dopo il grande successo delle anteprime.
Gli spettacoli degli artisti stranieri non costituiscono un “inserto” nella stagione: è la stagione stessa che si colora di proposte sovranazionali. Bob Wilson e CocoRosie presentano Jungle Book; Emmanuel Demarcy-Mota dirige Six Personnages En Quête D’Auteur di Pirandello e Ionesco Suite da Ionesco; Euripides Laskaridis propone Elenit; Amos Gitai è il regista di Exils Interieurs.
In parallelo con quella di Firenze, è la linea strategica che si sta portando avanti sul Teatro Era e sull’area della Valdera, con un teatro fondato su un’articolata e diversificata proposta, attraverso l’innesto di spettacoli significativi sull’esperienza del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale.
Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni debuttano ne La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams, con scene, costumi e regia di Pier Luigi Pizzi, il 30 e 31 ottobre.
Il CSRT è impegnato nel progetto Ai confini delle arti con la produzione dell’opera video di Rä di Martino Fuori dai teatri, con gli attori Lino Musella e Anna Bellato, in prima assoluta allo Schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea di Firenze il 13 novembre (il 12 marzo al Teatro Era).
In cartellone, artisti del calibro di Lino Musella, Roberto Bacci, Michele Santeramo, Elio Germano, Teho Teardo, Laura Morante, Beppe Navello con l’anteprima de La seconda sorpresa dell’amore di Marivaux, Maria Amelia Monti, Marina Massironi, Stefano Accorsi, Motus, Compagnia Opus Ballet. Evento speciale il festival sul territorio Te lo dico in segreto.
Quanto alla trasmissione dei saperi, alla promozione e valorizzazione delle competenze, sono aperte le iscrizioni ai corsi del Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola. Fino al 31 ottobre, inoltre, le scuole fiorentine possono aderire alle attività didattiche dietro le quinte promosse all’interno del progetto Le Chiavi della Città dell’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze.
Il Centro di Avviamento all’Espressione si prepara a ripartire da gennaio con i suoi corsi di teatro aperti a tutti, le attività sul territorio e il corso di formazione per attori. Si evidenzia in modo sempre più preciso il suo ruolo non soltanto di propulsione e diffusione del Metodo Mimico, ma di centro di ricerca teso a superare il concetto classico di formazione, punto di riferimento del percorso definito con il manifesto Per un Nuovo Teatro e vero e proprio motore culturale delle attività della Fondazione.
La campagna abbonamenti del Teatro della Pergola prevede innanzitutto il ritorno alla formula a turno fisso del classico abbonamento completo (rinnovi dal 2 novembre, nuovi acquisti dal 16) e di una formula “Solo Europa” dedicata agli spettacoli internazionali. Per cementare la varietà nella formula a scelta ScegliPergola (in vendita dal 23 ottobre) sarà possibile scegliere spettacoli da tutto il cartellone, sia italiani che internazionali. La replica del 31 dicembre de Il marito invisibile sarà in vendita dal 2 novembre. Mine Vaganti di Özpetek, sospeso a causa del Covid-19, è stato riprogrammato: i biglietti già acquistati sono validi per le date della prima settimana di recite (22-29 marzo).
Si conferma alta l’attenzione ai giovani, con la formula Pergola Young Card per gli under30 che consente per ogni spettacolo l’acquisto di un biglietto a soli 12€, oltre a una serie di altre agevolazioni e iniziative dedicate, realizzate con il sostegno di UniCoop Firenze, tradizionale sponsor della stagione.
La biglietteria è in Via della Pergola al numero 12. I biglietti singoli vanno in vendita dal 30 novembre. Importante novità di quest’anno è la recita alle 18:45 del giovedì. Da segnalare, inoltre, la riapertura di Guido Guidi al Teatro.
La campagna abbonamenti del Teatro Era, in partenza dall’11 novembre, riguarda gli spettacoli Io Sarah, io Tosca, Tavola tavola, chiodo chiodo…, Il marito invisibile, Marjorie Prime, Storia di 1, Paradiso XXXIII. Sono fuori abbonamento Svegliami e Tutto brucia.
Sempre dall’11 novembre sono in vendita i biglietti per tutti gli spettacoli in abbonamento e fuori abbonamento, compreso il progetto speciale Te lo dico in segreto. La dolce ala della giovinezza e Le quattro stagioni sono invece già in vendita.
Approfondimento
Il teatro come fattore attivo nella società, luogo di incontro e di arricchimento. Per la stagione 2021/2022, finalmente completa, la Fondazione Teatro della Toscana si conferma non interessata alla semplice programmazione di spettacoli, quanto, piuttosto, al consolidamento di un rapporto con il nostro pubblico presente e futuro.
Centrale, per tutti noi, è la costruzione e cura di una comunità coesa, raccolta attorno alla nostra storia, proiettata nel domani, rappresentata dal Teatro della Pergola di Firenze e dal Teatro Era di Pontedera. Continua e si rafforza, quindi, l’investimento sulla qualità professionale degli artisti in cartellone, in un rapporto da sempre fruttuoso tra tradizione e innovazione.
Produzioni e coproduzioni ricercano la qualità attraverso i nomi di artisti riconosciuti a livello nazionale, con uno sguardo internazionale rivolto alle eccellenze europee. Con tutto questo ci misuriamo da quando, all’inizio dell’avventura del Teatro della Toscana, che quest’anno compie 10 anni, abbiamo con tutti noi stessi tentato di capire, giorno dopo giorno, dove indirizzare la ricerca, ossia come poter creare le condizioni nelle quali far nascere davvero una nuova, autentica possibilità espressiva, un futuro di reale novità per questo “meraviglioso strumento di comprensione fra gli uomini” che è il Teatro.
Esplorare il complesso rapporto con la nostra quotidianità è proprio uno dei temi al centro del nuovo spettacolo di Stefano Accorsi: Storia di 1 di Lucia Calamaro e Daniele Finzi Pasca, anche regista, in prima nazionale al Teatro Era di Pontedera il 5 e 6 febbraio e al Teatro della Pergola dal 5 al 10 aprile, produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana. Angelo – la sua storia, la sua biografia, il suo sentire – e la rete di circostanze che lo uncinano, malgrado lui, ad alcuni eventi della storia d’Italia. Una storia che ha le curiose caratteristiche di essere quella di un passato recente, quasi un dietro del presente se vogliamo: dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni Ottanta.
È uno squarcio soggettivo di una vita in un passato che per ora non molla, non la smette di passare e ripassare; che si ostina; che resiste; lasciando tracce ovunque, mentre abita, come un fantasma, l’immaginario delle nostre vite.
Il percorso produttivo e coproduttivo della Fondazione consolida le vere e fattive consonanze costruite con Teatri e Compagnie ‘partner’, compagni di viaggio e di progetto, con i quali si realizzano le produzioni e le attività, toccando con i risultati raggiunti le città che vengono individuate come ‘capitali del teatro’. Strutture che si identificano con persone che condividono un’idea e con essa un rischio culturale reale per costruire il vero teatro del futuro, tenendo come riferimento i classici e la nuova drammaturgia: i teatri Stabile di Napoli, Stabile del Friuli Venezia Giulia, Ambra Jovinelli di Roma, Franco Parenti di Milano, La Comunità di Giancarlo Sepe sempre a Roma, e con le compagnie Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Gli Ipocriti Melina Balsamo diretta da Pierfrancesco Favino, Compagnia Mauri Sturno, Associazione Teatro Europeo, Best Live, Infinito Produzioni, Effimera srl.
Veniamo al programma completo del Teatro della Pergola. Nella Sala Grande, in scena fino a domenica, troviamo Stefano Massini, Paolo Jannacci, Daniele Moretto con Storie. A seguire, Memorie di Adriano di Maurizio Scaparro con Pino Micol (5-7 novembre), Laura Morante in Io Sarah, io Tosca (9-14 novembre), Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni ne La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams, con scene, costumi e regia di Pier Luigi Pizzi (16-21 novembre), La seconda sorpresa dell’amore di Marivaux diretto da Beppe Navello (23-28 novembre), Pinocchio da Collodi diretto da Pier Paolo Pacini (7-12 dicembre), Germania Anni ’20 di Giancarlo Sepe (14-19 dicembre).
Evento speciale il 29 novembre Ferzan Özpetek con il suo Ferzaneide, un viaggio sentimentale attraverso il racconto dei ricordi del grande regista, delle suggestioni e delle figure umane che hanno ispirato molti dei suoi film. Da solo sul palco incontra il pubblico con il racconto della sua carriera artistica e del suo sentimento per la vita, la sua e quella degli altri.
La stagione in abbonamento della Pergola inizia con Maria Amelia Monti e Marina Massironi ne Il marito invisibile di Edoardo Erba (28 dicembre – 2 gennaio). In cartellone fino a maggio 2022, Monica Guerritore dirige e interpreta L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht (11-16 gennaio); Fabrizio Gifuni debutta Con il vostro irridente silenzio (18-23 gennaio); Bob Wilson e CocoRosie presentano Jungle Book (3-6 febbraio); Emmanuel Demarcy-Mota dirige Six Personnages En Quête D’Auteur di Luigi Pirandello (16-18 febbraio); Roberto Andò dirige Renato Carpentieri e Imma Villa in Piazza degli Eroi di Thomas Bernard (22-27 febbraio); Euripides Laskaridis propone Elenit (4-5 marzo); Andrée Ruht Shammah guida Massimo Dapporto ne Il delitto di Via dell’Orsina di Eugène Marin Labiche (8-13 marzo); Sebastiano Lo Monaco è Enrico IV di Luigi Pirandello (15-20 marzo); Ferzan Özpetek porta a teatro le sue Mine vaganti (22 marzo – 3 aprile); Stefano Accorsi debutta in Storia di 1 di Lucia Calamaro e Daniele Finzi Pasca, anche regista (5-10 aprile); Amos Gitai è il regista di Exils Interieurs (13-14 aprile); Gabriele Lavia dirige e interpreta Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello (19-24 aprile); Luca De Fusco propone La locandiera di Carlo Goldoni (26-30 aprile); Glauco Mauri e Roberto Sturno sono gli interpreti de Il canto dell’usignolo da William Shakespeare (3-8 maggio).
Nel Saloncino ‘Paolo Poli’, fuori abbonamento, Elio Germano propone il suo Così è (o mi pare) – Una riscrittura per realtà virtuale di “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello (11-21 novembre) in cui il testo di Pirandello viene calato nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei nuovi media. Lo spettacolo, fruito dal pubblico tramite appositi visori, apre la possibilità di un’esperienza individuale e collettiva unica nel suo genere, utile alla finalità del racconto e alla riflessione pirandelliana su cosa sia reale e cosa sia vero. Emmanuel Demarcy-Mota propone Ionesco Suite da Eugène Ionesco (17-19 febbraio), tra gli spettacoli inseribili nell’abbonamento “Solo Europa”. Fuori abbonamento, Ugo De Vita, nell’ambito del progetto “Per amor dei poeti”, propone Le poesie di Eduardo (7-8 dicembre) con letture tratte dalla raccolta omonima pubblicata da Einaudi, Biglietto lasciato prima di non andare via su testi scelti di Giorgio Caproni (22-23 febbraio) e Lettura per amore e per forza su testi scelti di Pier Paolo Pasolini (8-9 marzo).
L’attività di relazioni internazionali del Teatro della Pergola può dunque finalmente concretizzarsi nella proposta degli spettacoli coprodotti, e più volte rimandati a causa delle restrizioni agli spostamenti: non un “inserto” nella stagione, ma la stagione stessa che si colora di proposte sovranazionali.
L’asse principale si muove nel solco del rapporto, forte e reso sempre più coeso dalle comuni difficoltà attraversate, con il Théâtre de la Ville di Parigi e con il suo direttore Emmanuel Demarcy-Mota: fondato su una comune visione del teatro del futuro, su una forte europeizzazione dell’agire artistico, sull’impegno costante nei confronti dei giovani. Sarà Bob Wilson – altra costante delle relazioni passate, presenti e future del Teatro della Pergola –, ad aprire idealmente il 2022 con il suo Jungle Book, colorato spettacolo a predominanza musicale (a cura di CocoRosie) da Kipling con performer giovani: uno spettacolo per un pubblico vasto, adatto a famiglie e bambini, che in questi giorni riprende il suo cammino dal Théâtre du Châtelet di Parigi nell’ambito del Festival d’Automne.
Sarà poi di scena la troupe del Théâtre de la Ville, lo straordinario patrimonio di attori che è alla base di tutte le iniziative del teatro parigino. Andranno in scena contemporaneamente due regie di Demarcy-Mota, l’edizione francese dei Sei personaggi che, come omaggio a Pirandello e al rapporto con l’Italia ha riaperto il Théâtre de la Ville dopo il secondo lockdown, e Ionesco Suite, pastiche di testi del drammaturgo di origine rumena che proprio la pandemia, con le sue assurdità, ha riportato al centro della riflessione. Arriverà ad aprile invece Exils Interiéurs, lo spettacolo che Amos Gitai ha dedicato al tema del ruolo dell’intellettuale in temperie di dittatura, con un cast di assoluta rilevanza nel quale spicca un inedito Pippo Delbono nel ruolo di Antonio Gramsci.
Proseguiranno anche il programma delle Consultazioni poetiche e musicali, finalmente approdate alla dimensione in presenza, e le attività della Carta 18-XXI, la chiamata all’impegno rivolta al mondo del sapere per i “maggiorenni del nuovo millennio”, che quest’anno saranno dedicate al rapporto tra teatro, scienza e ambiente.
Bob Wilson sarà anche a fine marzo protagonista e conduttore di Campus Dante, esperienza formativa attorno al lavoro preparatorio per uno spettacolo sulla Divina Commedia, che coinvolgerà attori della Scuola Orazio Costa e della scuola del Teatro Biondo di Palermo; il rapporto tra Firenze e Palermo, che nel 2021 ha visto Charles Chemin, co-regista di Wilson, lavorare con i giovani del Biondo, prosegue quindi nel segno dell’attenzione alle nuove generazioni.
Di Chemin sarà ripreso nel 2022 interno/esterno, il lavoro da Maeterlinck con gli attori della Scuola Costa presentato a maggio scorso in anteprima e destinato ad approdare a Parigi nel quadro degli Chantiers d’Europe del Théâtre de la Ville.
Il percorso intrapreso con la compagnia di Dimitris Papaioannou si arricchisce di un nuovo capitolo: la partecipazione alla realizzazione di Nowhere – Director’s Cut, versione filmata dello spettacolo il cui editing è stato commissionato da Dance Umbrella e Ruhrfestspiele Recklinghausen col sostegno di Saitama Arts Theatre, del National Theater & Concert Hall di Taipei e del Teatro della Pergola, che sarà presentato in prima digitale italiana sul sito della Pergola dal 2 al 5 dicembre. Non farà tappa a Firenze, invece, Transverse Orientation, decisione presa di comune accordo con la compagnia per questioni di calendarizzazione. Siamo felici che lo spettacolo abbia avuto tappe presso gli altri partner italiani della produzione (Napoli, Torino e Reggio Emilia). Segnaleremo le eventuali nuove date nel nostro paese del 2022.
Nel 2021, dunque, il Teatro della Pergola si è impegnato fortemente con i suoi partner sul fronte delle creazioni digitali, considerate non tanto come surrogato in tempi di impossibilità quando come diversa frontiera della creatività; oltre a Nowhere – Director’s Cut, da ricordare l’intervento in Maestro de Barra di Israel Galván, vincitore recentemente di due prestigiosi premi Bessie a New York, e in Here not Here di Euripides Laskarids.
Proprio il performer greco, con la sua arte non classificabile e i suoi mondi ammantati di grottesco e di sorridente cattiveria, sarà protagonista di Elenit: uno spettacolo assolutamente da scoprire per la maniera in cui rivoluziona i confini tra generi diversi e che, come Transverse Orientation, ha ripreso la propria tournee internazionale, nel segno di una speranza di normalità che cresce continuamente.
Si allarga costantemente, dunque, il raggio della diplomazia culturale del Teatro della Pergola, nel quale si inscrivono – tra gli altri – i rapporti con Onassis Stegi di Atene con CAP Ucla di Los Angeles; e nuove relazioni si aggiungeranno nel corso del 2022.
Quanto alla trasmissione dei saperi, alla promozione e valorizzazione delle competenze, sono aperte le iscrizioni ai corsi del Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola. La maschera teatrale è il corso di Tecnica e decorazione tenuto da Elena Bianchini (8-11 novembre); Un gioiello per la Fata Turchina è il corso di Accessori e bijoux per il teatro tenuto da Riccardo Penko (13-14 novembre) Redingote e finanziera è il corso di Guardaroba maschile nell’Ottocento tenuto da Dagmar Elizabeht Mecca (29 novembre – 10 dicembre).
Il Centro di Avviamento all’Espressione si prepara a ripartire da gennaio con i suoi corsi di teatro aperti a tutti, le attività sul territorio e il corso di formazione per attori. Si evidenzia in modo sempre più preciso il suo ruolo non soltanto di propulsione e diffusione del Metodo Mimico, ma di centro di ricerca teso a superare il concetto classico di formazione, punto di riferimento del percorso definito con il manifesto Per un Nuovo Teatro e vero e proprio motore culturale delle attività della Fondazione.
Innovativa linea strategica, che procede in parallelo con quella di Firenze, è quella che si sta portando avanti sull’area della Valdera, attraverso un doppio processo: da una parte, al Teatro Era, l’innesto di una sezione significativa di spettacoli sull’esperienza del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, luogo storico a livello nazionale e internazionale; dall’altra, la definizione di un vero e proprio “cantiere” teatrale, che attraverso l’esperienza del FestiValdera e l’esperienza speciale del festival Te lo dico in segreto (20 novembre – 13 dicembre).
Un teatro fondato su un’articolata e diversificata proposta che inizia con Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni ne La dolce ala della giovinezza, scene, costumi e regia di Pier Luigi Pizzi (30-31 ottobre); La Compagnia Opus Ballet ne Le quattro stagioni (5-6 novembre); Beppe Navello dirige in anteprima La seconda sorpresa dell’amore (21 novembre); Elio Germano propone il suo Così è (o mi pare) (23-28 novembre); Laura Morante dirige e interpreta Io Sarah, io Tosca (4-5 dicembre); Tavola, tavola, chiodo, chiodo di e con Lino Musella (11-12 dicembre); Maria Amelia Monti e Marina Massironi ne Il marito invisibile di Edoardo Erba (8-9 gennaio); Ivana Monti interpreta Marjorie Prime diretto da Raphael Tobia Vogel (13-14 gennaio); Stefano Accorsi debutta in prima nazionale con Storia di 1 di Lucia Calamaro e Daniele Finzi Pasca, anche regista (5-6 febbraio); Elio Germano e Teho Teardo portano in scena Paradiso XXXIII (18-19 febbraio); Roberto Bacci alla regia e Michele Santeramo al testo presentano Svegliami (4-6 marzo); chiudono la stagione i Motus con Silvia Calderoni in Tutto Brucia (31 marzo).
Evento speciale la proiezione di Fuori dai teatri a cura di Rä di Martino (12 marzo). Fa parte del progetto Ai confini delle arti: persone corpi immagini natura e tecnologie che intende riattraversare il passato con azioni e attività diverse, ma intimamente collegate tra loro: offrire immagini del passato allo sguardo d’artista dell’oggi, ponendo l’accento sull’energia delle origini e senza alcuna volontà documentaristica.
Gli spettacoli al Teatro della Pergola
11 – 21 novembre | Saloncino ‘Paolo Poli’
Fondazione Teatro della Toscana, Infinito Produzioni Teatrali, Gold Productions
Elio Germano
COSÌ È (O MI PARE)
Una riscrittura per realtà virtuale di “Così è (se vi pare)”
di Luigi Pirandello
adattamento e regia Elio Germano
con Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli
con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca
sound design Gabry Fasano
costumi Andrea Cavalletto
vr supervisor e final design Omar Rashid
in collaborazione con il Laboratorio d’arte del Teatro della Pergola
puppet Eugenio Casini
prodotto da Pierfrancesco Pisani, Alessandro Mancini, Omar Rashid, Luca Fortino, Elio Germano
le riprese si sono svolte presso la Tenuta Bossi dei Marchesi Gondi e il Teatro della Pergola di Firenze
la produzione ringrazia Benedetta Cappon, Artisti 7607, Iman Pisani, Alfredo D’Adamo, Elena Bianchini, Gerardo Gondi, Luca Viola, Valentina Di Cesare, Giacomo Gandossi, Martina Rojas Chaigneau, Francesco Esposito, Margherita Landi, Matilde Arrighi, Duccio Cecchi, Ettore Bettarelli, Gilda, Didì
Così è (o mi pare) è una riscrittura per realtà virtuale di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, adattato e diretto da Elio Germano, anche interprete di Lamberto Laudisi.
In un salotto dell’alta borghesia si sviluppa il testo di Luigi Pirandello che mette in discussione l’idea di “verità assoluta”: un intero paesino viene turbato dall’arrivo del signor Ponza e della signora Frola, un genero e sua suocera che sembrano raccontare versioni diverse di una stessa storia con “protagonista” la moglie e figlia, la signora Ponza. I cittadini non sanno più a chi e a che cosa credere, ma non possono smettere di indagare alla ricerca di una verità che, forse, non esiste.
Così è (o mi pare) cala il lavoro pirandelliano nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei nuovi media. Lo spettacolo è stato infatti pensato per essere realizzato in realtà virtuale, un nuovo strumento tecnologico, tra cinema e teatro, in grado di porre lo spettatore al centro della scena. Tramite cuffie e visori il pubblico si trova a essere non più a teatro, ma all’interno del lussuoso appartamento dove si svolge la storia, più precisamente all’interno del corpo di uno dei personaggi, che vede e ascolta tutto: il Commendator Laudisi, anziano padre di Lamberto, su una sedia a rotelle, invenzione non presente nel copione originale. Si apre così la possibilità di un’esperienza unica nel suo genere, utile alla finalità del racconto e alla riflessione sul tema pirandelliano di cosa sia reale e cosa sia vero.
La prospettiva è duplice: individuale e collettiva. Attraverso la visione simultanea, lo spettatore si trova immerso nella stessa vicenda a cui assistono gli altri, ma può scegliere lui dove e cosa guardare. Contemporaneamente, nello stesso spazio, altre persone fanno la sua medesima esperienza tanto che al termine è possibile confrontarsi rispetto a quanto visto e sperimentato. Esattamente come a margine di uno spettacolo teatrale o di un film.
29 novembre | Sala Grande
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo presenta
Ferzan Özpetek
FERZANEIDE Sono ia!
uno spettacolo di Ferzan Özpetek
Ferzaneide è un viaggio sentimentale attraverso il racconto dei miei ricordi, delle suggestioni e delle figure umane che hanno ispirato molti dei miei film. Vorrei parlare alle persone che hanno incontrato il mio cinema, ai molti che hanno letto le pagine dei miei tre romanzi, agli altri ancora che hanno ascoltato l’opera lirica delle mie dame straziate d’amore, Aida,Traviata, Butterfly. Oltre un anno fa ho trasferito dal cinema al teatro le Mine Vaganti a me sempre care. E proprio su Mine Vaganti il sipario all’improvviso è calato dolorosamente. Adesso riapriamo con le adeguate attenzioni il sipario su quella bizzarra commedia della quotidianità così da riaccendere i riflettori sulla professionalità e il bisogno di lavoro di tanti nostri collaboratori.
In un periodo di sconcerto e sospensione, come è stato l’anno trascorso, continuo a pensare ai tanti operatori e protagonisti del panorama teatrale, del palcoscenico in generale ma pure del comparto musicale, che vivono più di altri se possibile la sorte avversa dei tempi, il disagio delle loro famiglie, la condizione critica della precarietà materiale di un lavoro a cui si sono sempre prestati con passione ed entusiasmo. Anche per questo insieme al produttore Marco Balsamo ho pensato di impegnarmi in prima persona per lanciare un segnale di ripresa di un settore che ha bisogno di sostegno, solidarietà e soprattutto di fiducia. Così come ho pensato alla necessità di sostegno e solidarietà verso Emergency del compianto Gino Strada. Nei prossimi mesi spero di portare questo spettacolo Ferzaneide, che al momento sarà per alcuni giorni all’Ambra Jovinelli di Roma, in date sparse qua e là in Italia, in teatri grandi così come in altri meno conosciuti.
Questa volta sul palco ci sarò io, io solo, ad incontrare il pubblico con il racconto della mia carriera artistica e del mio sentimento per la vita, la mia e quella degli altri. Nell’amore, nell’amicizia, nello stupore, in tutti quei gesti e luoghi illuminati dalla passione.
Negli anni ho sposato molte cause all’insegna del coraggio. Coraggio. Forse in questa parola è racchiuso il senso di quello che dirò sera dopo sera. Il coraggio di inseguire i propri sogni. Il coraggio di sfidare i pregiudizi. Il coraggio di essere felici. E sperare di tornare, finalmente, ad esserlo di nuovo. A teatro, al cinema, ai concerti, ai musei. Ovunque.
Ferzan Ozpetek
28 dicembre 2021 – 2 gennaio 2022 | Sala Grande
Gli Ipocriti Melina Balsamo srl diretta da Pierfrancesco Favino
Maria Amelia Monti, Marina Massironi
IL MARITO INVISIBILE
scritto e diretto da Edoardo Erba
scene Luigi Ferrigno
musiche Massimiliano Gagliardi
costumi Nunzia Russo
luci Giuseppe D’Alterio
video Davide Di Nardo, Leonardo Erba
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma e Lorella, che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha… non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile.
Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità.
Il marito invisibile di Edoardo Erba è un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione. Le due protagoniste ci accompagnano con la loro personalissima comicità in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
11 – 16 gennaio 2022 | Sala Grande
Best Live, Fondazione Teatro della Toscana
Monica Guerritore
L’ANIMA BUONA DI SEZUAN
di Bertolt Brecht
con Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Enzo Gambino, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni e Lucilla Mininno
scene da un’idea di Luciano Damiani
costumi Walter Azzini
regia Monica Guerritore
Nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una nella prostituta Shen Te, che accorda loro ricovero per la notte.
Il compenso per tale atto di bontà è una tonda sommetta, mille dollari d’argento, ossia, per Shen Te, la possibilità di vivere bene. Ma il compenso è accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà.
La povera Shen Te apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti, falsi e veri parenti bisognosi, esigenti fino alla ferocia, da cui Shen Te è costretta a difendersi.
Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo e spietato con tutti ma poi ama… debolezze tu non avevi. Io sì… una… amavo.
Riporto in scena L’Anima buona nella versione di Giorgio Strehler. Il grande testo di Brecht ha visto nella versione scenica di Strehler lievitare la sua anima incerta e umana e oggi raccontarci nel nostro scoprirci un popolo dalle maschere di cattivi. Mi misuro con il passato per togliergli, come dice Pirandello nei Giganti «l’impalpabilità del non-essere». E non ho paura. Poggio sulle spalle di un gigante.
I grandi testi sono immortali germinatori di nuove visioni, versioni, a indicare il tempo in cui vengono letti compresi e rielaborati, ma le versioni sceniche che, come nel caso di Strehler, hanno la grandezza di un’opera d’arte si perdono. Mentre oggi quella versione di Strehler è lo specchio di quello che stiamo diventando.
Nell’Anima buona c’è tutta la tenerezza e l’amore per gli esseri umani costretti dalla povertà e dalla sofferenza a divorarsi gli uni con gli altri, ma sempre raccontati con lo sguardo tenero e buffo di chi comprende. Teatro civile, politico, di poesia.
Monica Guerritore
18 gennaio – 23 gennaio 2022 | Sala Grande
Cadmo Ass. Culturale
Fabrizio Gifuni
CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO
Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro
ideazione e drammaturgia Fabrizio Gifuni
si ringraziano Nicola Lagioia e il Salone internazionale del Libro di Torino, Christian Raimo per la collaborazione, Francesco Maria Biscione e Miguel Gotor per la consulenza storica
Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri.
Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto.
La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura.
A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.
I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.
Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.
3 – 6 febbraio 2022 | Sala Grande
Théâtre de la Ville – Parigi
in coproduzione con Les Théâtres de la Ville du Luxembourg, Les Nuits de Fourvière – Lione, Düsseldorfer Schauspielhaus – Düsseldorf, Manchester International Festival, Fondazione Teatro della Toscana, deSingel – Anversa, Festspielhaus St. Pölten – Austria
in collaborazione con EdM Productions
Robert Wilson
JUNGLE BOOK
da “Il libro della giungla” di Rudyard Kipling
con Heza Botto/Roberto Jean, William Edimo/Gaël Sall, Naïs El Fassi, Yuming Hey, Laetitia Lalle Bi Benie, Emma Liégeois/ Nancy Nkusi, Jo Moss, Olga Mouak, François Pain-Douzenel
e i musicisti Takuya Nakamura, Asya Sorshneva, Tez, Douglas Wieselma
musica e testi CocoRosie
costumi Jacques Reynaud
co-regia Charles Chemin
collaborazione alla scenografia Annick Lavallée-Benny
collaborazione al disegno luci Marcello Lumaca
collaborazione alla creazione dei costumi Pascale Paume
sound designer Nick Sagar
make up design Manu Halligan
direzione musicale Douglas Wieselman
scene, accessori e costumi realizzati da Atelier del Théâtre du Châtelet, Paris
protesi realizzate da Daniel Cendron
regia, scene e luci Robert Wilson
ll visionario regista Robert Wilson unisce le forze con il surreale duo folk CocoRosie – è la loro quarta collaborazione in teatro – per un’entusiasmante rivisitazione del famoso romanzo di Kipling Il libro della giungla. Jungle Book è un progetto avviato dal Théâtre de la Ville di Parigi, coprodotto dal Teatro della Pergola di Firenze, presentato in anteprima mondiale al Grand Théâtre du Luxembourg il 26 aprile 2019. Un cast di giovani musicisti / interpreti abiterà gli splendidi paesaggi di Wilson e il suono unico delle CocoRosie in una produzione di teatro musicale pensata per il pubblico e le famiglie giovani.
Il romanzo di Kipling ha avuto infinite rappresentazioni nel corso degli anni. Il mondo che Kipling ha creato ha intrattenuto generazioni di bambini e adulti che hanno scoperto questo classico indimenticabile nelle sue numerose rappresentazioni artistiche. Le parole dello scrittore britannico si materializzeranno attraverso la capacità di Wilson di creare visioni inaspettate e astratte che spesso guardano il mondo attraverso gli occhi di un bambino. Quando gli è stato chiesto di dirigere Jungle Book, Wilson ha dichiarato: «Jungle Book è un’opera per tutte le età. Mi è sempre piaciuto quello che Baudelaire diceva: “Il genio non è altro che l’infanzia riconquistata a piacimento”».
Un sogno comune guida la creazione di Jungle Book di Robert Wilson, uno spettacolo per tutte le età, una favola sull’umanità e un inno alla differenza. Uno spettacolo che spiegherebbe tutto il genio di questo artista unico come un manifesto di ciò che il Théâtre de la Ville e il Teatro della Pergola difendono in termini di creazione per tutto il pubblico.
16 – 18 febbraio 2022 | Sala Grande
Théâtre de la Ville – Paris, Les Théâtres de la Ville du Luxembourg, Comédie de Genève, Compagnie des Millefontaines
Emmanuel Demarcy-Mota
SIX PERSONNAGES EN QUÊTE D’AUTEUR
di Luigi Pirandello
traduzione e adattamento François Regnault
con Hugues Quester, Alain Libolt, Valérie Dashwood, Sarah Karbasnikoff, Stéphane Krähenbühl, Chloé Chazé, Céline Carrère, Charles-Roger Bour, Philippe Demarle, Sandra Faure, Gaëlle Guillou, Gérald Maillet, Pascal Vuillemot, Jauris Casanova
disegno luci Yves Collet
costumi Corinne Baudelot
musiche Jefferson Lembeye
make-up Catherine Nicolas
assistente light designer Thomas Falinower
assistente alla regia Christophe Lemaire
regia Emmanuel Demarcy-Mota
Luigi Pirandello causò un grande scandalo con la prima esecuzione della sua commedia Sei personaggi in cerca d’autore. Il giorno dopo, i giornali scrissero che Pirandello aveva causato il più grande scandalo teatrale d’Europa. Il pubblico di Roma non era evidentemente pronto per uno spettacolo che violi le leggi del teatro.
In Sei personaggi in cerca d’autore, un gruppo di attori e un regista stanno provando per una nuova commedia, quando sei personaggi improvvisamente irrompono. Sono stati abbandonati dal loro autore e sono venuti per avere una spiegazione. Gli attori devono aiutarli in questo, recitandoli e facendoli così diventare ‘reali’. Tuttavia, questo dimostra di essere impegnativo, perché questi personaggi non si lasciano ritrarre così facilmente, preferiscono condurre le proprie vite. Fino al tragico epilogo.
Fin da piccolo, Emmanuel Demarcy-Mota è stato molto affascinato dal lavoro di Pirandello, che lo ispira ancora e ancora. In Sei personaggi in cerca d’autore Pirandello sfida l’impossibilità del teatro in modo molto concreto. Richiama l’attenzione sull’incongruenza tra illusione e realtà. «Ciò che mi interessa di più in questa commedia, è come l’orribile tragedia dei personaggi e il bisogno artistico di dipingere questo convergere», ha detto il regista a “The Huffington Post”. Le domande che Pirandello affronta nella commedia sono anche domande che Demarcy-Mota e i suoi attori si sono posti nel processo di prova. Quando un attore è veritiero? Quando è artificiale? E il regista, a che punto è sincero il suo metodo artistico? In questo modo, il tema – il rapporto tra finzione e realtà – ha effetto a vari livelli.
17 – 19 febbraio 2022 | Saloncino ‘Paolo Poli’
Théâtre de la Ville – Paris
Emmanuel Demarcy-Mota
IONESCO SUITE
lavoro collettivo basato sugli scritti di Eugene Ionesco
tratti da “Jack, or the submission”, “Delirium for two”, “The bald soprano”, “Exercises of conversation and French diction”, “The Lesson”
con Charles-Roger Bour, Céline Carrère, Jauris Casanova, Antonin Chalon, Sandra Faure, Stéphane Krähenbühl, Gérald Maillet
musiche Jefferson Lembeye, Walter N’Guyen
lighting design Yves Collet
costumi Fanny Brouste
make-up Catherine Nicolas
assistente alla regia Christophe Lemaire
assistente ai costumi Alix Descieux-Read
secondo assistente alla regia Julie Peigné
regia Emmanuel Demarcy-Mota
Poco dopo aver diretto Rhinoceros, e dopo i grandi allestimenti come Love’s Labor’s Lost e Six Characters in Search of an Author (una serie di opere progettate per palcoscenici molto grandi) Emmanuel Demarcy-Mota ha riunito tutti i suoi attori a Reims per leggere testi di Ionesco: «Gli attori erano seduti intorno a un tavolo, alcune sedie a destra, altre a sinistra, lettura, improvvisazione, condivisione di linee. Mi sono seduto ad ascoltare, ad osservarli e provare piacere nel riscoprire ognuno di loro, lasciandomi affascinare e amare da loro, senza una meta particolare, senza l’obbligo di produrre immediatamente un lavoro per la scena, senza un’apertura programmata».
Emmanuel Demarcy-Mota decise allora di continuare questo esperimento e di avviare un processo di ricerca intorno a Ionesco, attraverso il quale ogni attore poteva sviluppare i propri sentimenti e la propria immaginazione. Suggerì un progetto in cui gli attori sarebbero stati in stretto contatto con il pubblico. «Li volevo vedere più vicini, diventare intimi, immaginare il pubblico. Ho voluto guardarli da vicino, diventare intimi, immaginando il pubblico tra di noi, e dove lasciare che tutti sperimentino liberamente, sfidare l’imprevisto e l’inedito, sperimentare la parte che non potrebbe mai essere offerta. Erano liberi di sperimentarsi in un altro genere, in un’altra età, un altro mondo. Questo ha permesso a ognuno di loro di sorprenderci, di mostrare cose che non avevamo mai visto in loro, che non sospettavamo. Ho detto loro: “Ascoltatevi, sognate, la forma vi seguirà a tempo debito.” Alla fine la nostra ricerca è diventata il materiale per una performance e, una volta messa in scena, l’oggetto di un incontro pubblico».
22 – 23 febbraio 2022 | Saloncino ‘Paolo Poli’
Alice in cerca di teatro no-profit
nell’ambito del progetto “Per amor dei poeti”
Ugo De Vita
BIGLIETTO LASCIATO PRIMA DI NON ANDARE VIA
Recital letterario in un tempo
dalle raccolte poetiche di Giorgio Caproni
con la partecipazione di Filippo dell’Arte
aiuto regia Enea De Vita
Ugo De Vita legge poesie scelte di Giorgio Caproni, una tra le più alte voci del Novecento italiano. Un seminario anticiperà l’evento spettacolare per ricordare Caproni e la sua figura di poeta.
22 – 27 febbraio 2022 | Sala Grande
Teatro di Napoli, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Fondazione Teatro della Toscana
Renato Carpentieri, Imma Villa
PIAZZA DEGLI EROI
di Thomas Bernhard
traduzione Roberto Menin
con Betti Pedrazzi, Silvia Ajelli, Paolo Cresta, Francesca Cutolo, Stefano Jotti, Valeria Luchetti, Vincenzo Pasquariello, Enzo Salomone
scene e disegno luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
suono Hubert Westkemper
regia Roberto Andò
Piazza degli Eroi (Heldenplatz) apparso nel 1988, è l’ultimo testo teatrale di Thomas Bernhard, e uno dei suoi indiscussi capolavori. Quando il grande scrittore austriaco morì, il 12 febbraio del 1989, il pubblico che lo aveva amato recepì il messaggio di radicale drammaticità di quest’opera con una emozione talmente intensa da risultare insopportabile, e lo associò all’atto notarile che lo scrittore aveva depositato, a quel testamento in cui, con altrettanta visionaria provocazione, Bernhard aveva disposto che nel suo paese d’origine fosse vietata sia la pubblicazione dei suoi testi, sia la loro messinscena.
Il clamore suscitato a Vienna al debutto di Piazza degli Eroi confermò l’immagine di uno scrittore furiosamente critico nei confronti del permanere in Austria di strutture autoritarie e fasciste, e il giudizio feroce per la classe politica che vi si era impiantata dal dopoguerra, colpevole di non aver mai veramente tagliato col passato nazista.
Piazza degli eroi è dunque il testo più politico di Thomas Bernhard, beninteso nella cifra esistenziale e metafisica che alla politica ha sempre voluto attribuire questo autore. Pur essendo ritenuto una summa dei temi di questo autentico genio della letteratura e del teatro, ed essere stato sin dalla sua apparizione oggetto di importanti messinscene in Europa e nel mondo, Piazza degli Eroi non è mai stato rappresentato in Italia.