I numeri nell’ultimo report settimanale. Da inizio epidemia 800mila casi e 34 morti tra bimbi e adolescenti
Cala la protezione del vaccino anti covid dopo 6 mesi, 55% da contagi e 82% da forme gravi. A spiegarlo è l’Istituto superiore della sanità, nell’ultimo report settimanale sull’andamento di Covid-19 in Italia. “Dopo 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, scende dal 79% al 55% l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 rispetto ai non vaccinati” scrive l’Iss fornendo i dati.
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Anche trascorso mezzo anno dall’immunizzazione rimane invece “elevata”, comunque riducendosi, “l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa: per i vaccinati con ciclo completo da meno di 6 mesi è pari al 95% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre 6 mesi rispetto ai non vaccinati”.
TERAPIE INTENSIVE
In un mese, dall’8 ottobre al 7 novembre, sottolinea l’Iss nel report, in terapia intensiva sono stati ricoverati per Covid 424 non vaccinati su una popolazione di riferimento di quasi 8 milioni (pari alle persone che al 30 ottobre risultavano non immunizzate), contro 177 vaccinati con ciclo completo da meno di 6 mesi, su una popolazione di riferimento che a fine ottobre era di quasi 39 milioni.
Nel mese in esame, i 424 non vaccinati hanno rappresentato il 64% dei ricoveri Covid in terapia intensiva, mentre i 177 vaccinati il 26,7%.
CASI UNDER 20 E BAMBINI
Un quarto dei nuovi casi di Covid-19 in Italia riguarda gli under 20, e fra i bimbi piccoli salgono i ricoveri, è il trend segnalato dall’Istituto superiore della sanità. “Nell’ultima settimana – si legge nel rapporto – si conferma l’andamento osservato nella precedente, con il 25% dei casi diagnosticato nella popolazione di età al di sotto dei 20 anni. Il 49% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni”, quella per la quale è attesa a breve la possibilità di vaccino, e nella quale “si evidenzia, a partire dalla seconda settimana di ottobre, una maggiore crescita dell’incidenza rispetto al resto della popolazione in età scolare, con un’impennata nelle ultime 2 settimane”. In età scolare “il 34% dei casi è stato diagnosticato nella fascia 12-19 anni”, mentre “solo il 11% e il 6%, rispettivamente, tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni”.
Fra i più piccoli, tuttavia, aumentano i ricoveri. “Si evidenzia inoltre – rimarcano infatti gli esperti – un aumento del tasso di ospedalizzazione nella fascia di età al di sotto dei 3 anni”, pur “poco sopra i 2 ricoveri per 100mila abitanti, nelle ultime settimane, mentre nelle altre fasce di età risulta stabile”.
CASI DA INIZIO PANDEMIA
Dall’inizio dell’epidemia al 17 novembre, “nella popolazione 0-19 anni sono stati riportati al sistema di sorveglianza integrata Covid-19 808.228 casi confermati, di cui 34 deceduti”. I ricoveri tra i bimbi e gli adolescenti sono stati in tutto 8.557, quelli in terapia intensiva 251, riporta l’Iss, evidenziando che dal primo al 14 novembre “in questa popolazione sono stati segnalati 22.202 nuovi casi, di cui 143 ospedalizzati e 5 ricoverati in terapia intensiva”.
Questa la distribuzione di casi, ricoveri e morti da inizio emergenza per le diverse fasce d’età under 19: 16-19 anni 229.073 casi, 2.068 ospedalizzazioni, 74 ricoveri in terapia intensiva e 7 morti; 12-15 anni 192.273 casi, 1.301 ospedalizzazioni, 58 ricoveri in terapia intensiva e 8 morti.
Ancora: fra i 6 e gli 11 anni, il gruppo per cui si attende a breve la possibilità di vaccino, da inizio epidemia si sono registrati 241.739 casi, 1.407 ospedalizzazioni, 36 ricoveri in terapia intensiva e 9 morti. Infine, dai 3 ai 5 anni 81.882 casi, 734 ospedalizzazioni, 19 ricoveri in terapia intensiva e 5 morti; al di sotto dei 3 anni 63.261 casi, 3.047 ospedalizzazioni, 64 ricoveri in terapia intensiva e 5 morti.