CALTANISSETTA, 22 NOV – Un ambiente favorevole per aiutare le donne vittime di violenza e incoraggiarle a descrivere agli agenti della Polizia di Stato l’esperienza subita.
Nella sede della Squadra Mobile della questura di Caltanissetta, con il sostegno della cooperativa sociale “Etnos”, è stata realizzata la stanza degli aquiloni, una sala ascolto protetto per le vittime di violenzanasce.
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“Le prime parole di una donna che denuncia – ha detto la presidente della Corte d’Appello Maria Grazia Vagliasindi – sono le più importanti, perché sono lo sfogo di una donna che ha deciso, perché esasperata, soffocata, dalla sofferenza, dal dolore, dall’impossibilità di continuare, determinata finalmente a vincere la paura. La capacità di chi raccoglie le prime dichiarazioni è sicuramente la migliore garanzia per l’innalzamento della tutela dei diritti delle donne che è il prototipo della tutela dei diritti umani”. Il procuratore Lia Sava ha posto l’accento sul fenomeno del sommerso. “La violenza sulle donne è un fenomeno trasversale che riguarda tutte le classi sociali. Se le donne – ha detto il procuratore generale Lia Sava – si sentono accolte nel momento in cui decidono di aprirsi e di cercare giustizia sarà tutto molto più semplice.
Nel nostro territorio il fenomeno del sommerso è molto significativo. A volte nelle classi sociali più alte le donne non denunciano per paura di perdere l’immagine della famiglia del mulino bianco e apparentemente felice. Così come donne di classi sociali più basse non denunciano perché non avrebbero mezzi alternativi di sostegno”. Il questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari ha sottolineato: “La Polizia di Stato affianca la vittima in ogni fase, in quella investigativa, in quella processuale, e quella successiva che riguarda la vita esterna.
Ecco perché è fondamentale anche il rapporto con associazioni antiviolenza e con quelle che si occupano della successiva assistenza”.