L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, continua ad assicurare supporto alle attività di soccorso implementate dal governo nelle aree colpite dalle inondazioni in Pakistan, dal momento che la situazione resta drammatica. Autorità e agenzie umanitarie sono impegnate senza sosta per prestare assistenza alla popolazione colpita, mentre le persone in fuga sono ormai quasi 8 milioni.
L’UNHCR continua a coordinare le operazioni di logistica nell’ambito del piano volto a trasferire oltre 1,2 milioni di aiuti alle autorità locali per fornire assistenza nelle aree più colpite dalle inondazioni. Ad oggi, sono stati consegnati alle autorità oltre 1 milione di prodotti salvavita affinché ne assicurino la distribuzione. Inoltre, tutti e 22 i ponti aerei previsti dall’UNHCR per il trasporto di beni di prima necessità sono arrivati in Pakistan.
Secondo le stime più recenti, sono circa 7,6 milioni le persone costrette fuggire dalle inondazioni, di cui quasi 600.000 accolte in centri di accoglienza di emergenza. Molte aree del Paese, specialmente nella provincia meridionale di Sindh, sono ancora allagate. In una fase in cui aumenta il timore per la possibile diffusione di malattie idrotrasmesse e per l’incolumità di donne e bambini, le autorità avvertono che, nelle aree più duramente colpite, potrebbero essere necessari fino a sei mesi prima che gli allagamenti si prosciughino. In tutto, sono 33 milioni le persone colpite dagli effetti delle inondazioni.
Il Pakistan accoglie circa 1,3 milioni di rifugiati afghani registrati, 800.000 dei quali si stima siano ospitati in oltre 45 distretti “colpiti da calamità” su 80 località interessate dagli allagamenti. Quattro dei distretti più duramente colpiti nelle province di Belucistan, Khyber Pakhtunkhwa e Sindh accolgono il numero maggiore di rifugiati.
Nell’ambito delle attività di assistenza, l’UNHCR e i suoi partner hanno avviato la distribuzione di aiuti di emergenza in contanti ai rifugiati colpiti dalle inondazioni per integrare la risposta del governo agli effetti dei monsoni. Centinaia di famiglia rifugiate vulnerabili nelle province di Khyber Pakhtunkhwa, Belucistan, Sindh e Punjab fruiranno di questa forma di assistenza una tantum.
L’UNHCR, inoltre, opera nell’ambito di un programma di valutazione rapida delle esigenze volto a meglio comprendere le necessità esistenti sul campo. Team umanitari interagenzie sono stati formati e rinforzati impiegando personale di sesso femminile per garantire una raccolta dati più completa presso le comunità colpite. Inoltre, l’UNHCR ha erogato sessioni formative a beneficio del personale di oltre 25 agenzie ONU e ONG in diverse località per assicurare che i principi fondamentali in materia di protezione siano osservati.
Assicurare accesso all’istruzione continua a rappresentare una priorità fondamentale, dal momento che le inondazioni hanno portato all’interruzione dell’apprendimento di circa 30.000 bambini rifugiati o membri delle comunità locali. L’UNHCR ha avviato dettagliate attività di valutazione relative alle scuole danneggiate dalle piogge monsoniche in Belucistan e Khyber Pakhtunkhwa: nei villaggi che accolgono rifugiati nelle due provinece, sono 69 le scuole danneggiate.
Mentre il Pakistan è impegnato a rispondere alle sfide colossali causate da questa catastrofe climatica, l’UNHCR rinnova l’appello ad assicurare maggiore sostegno al Paese e al suo popolo, che ha generosamente garantito accoglienza ai rifugiati afghani per più di 40 anni. La portata delle devastazioni provocate dai monsoni ai danni di persone e infrastrutture è difficile da comprendere.
Secondo l’Autorità nazionale pakistana per la gestione delle catastrofi (National Disaster Management Authority/NDMA), sono oltre 1.500 le persone che hanno perso la vita, tra cui 552 bambini. Da metà giugno, si sono registrati più di 12.900 casi di persone ferite, di cui più di 4.000 sono bambini. In tutto il Paese, oltre 2 milioni di case sono state distrutte o danneggiate.