Quasi 6000 rifugiati congolesi ritornano a casa dallo Zambia con il sostegno dell’UNHCR
A partire dal dicembre 2021 l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, insieme ai governi dello Zambia e della Repubblica democratica del Congo (RDC), ha aiutato circa 6.000 rifugiati congolesi a ritornare a casa.
I rifugiati erano fuggiti dagli scontri politici e interetnici nella regione sudorientale della RDC nel 2017 e avevano trovato accoglienza nello Zambia.
Hanno espresso grande gioia alla prospettiva di tornare a casa, di riunirsi con le famiglie e con gli amici e cominciare una nuova vita.
Ai rifugiati sono stati forniti documenti per il rimpatrio volontario; hanno anche ricevuto in via prioritaria il nulla osta per l’immigrazione, screening sanitario, sicurezza, cibo e acqua prima del loro ritorno.
I bambini rappresentano circa il 60 per cento dei rifugiati.
Per i bambini nati nello Zambia sono stati emessi certificati di nascita come prova della loro identità. Il Ministero dell’Istruzione ha emesso nullaosta al trasferimento degli scolari, permettendo loro di proseguire i loro studi nella RDC.
Le persone con bisogni specifici stanno ricevendo il sostegno degli operatori del Ministero dello sviluppo comunitario e dei servizi sociali dello Zambia, per assicurare che viaggino in condizioni di sicurezza e dignità.
Il ritorno volontario dei rifugiati dall’insediamento di Mantapala nella provincia di Luapula alla provincia di Haut-Katanga della RDC è iniziato nel dicembre del 2021. I rifugiati hanno viaggiato su pullman, in convogli settimanali di circa 600 persone, fino alla frontiera di Lunkinda. Mentre parti del paese presentano ancora un elevato rischio per la sicurezza, altre regioni come quella di Haut-Katanga sono ormai stabilizzate e permettono il ritorno dei rifugiati.
Più di 11.000 rifugiati congolesi sono stati registrati per il ritorno in patria entro la fine del 2022, in seguito alla dichiarazione di aumentata sicurezza di alcune aree della provincia di Haut-Katanga.
In un centro di transito dell’UNHCR a Pweto (RDC), dove le persone rimpatriate sostano per due giorni, le autorità congolesi emettono documenti, quali certificati di nascita per i neonati e certificati scolastici, per permettere una rapida integrazione e l’accesso ai servizi. Il partner sanitario dell’UNHCR effettua screening medici e cure di base ai casi con necessità speciali.
I rimpatriati ricevono anche un sostegno in denaro contante per aiutarli a coprire le spese fondamentali dopo l’arrivo a casa. Il sostegno copre le spese di trasporto fino alla destinazione, l’acquisto di prodotti per la casa e per l’igiene e un sussidio iniziale per l’affitto. Le famiglie ricevono, in base al numero dei componenti, anche un rifornimento per un mese di legumi, farina gialla, olio e sale.
Viene fornita anche assistenza supplementare, per esempio a sostegno dell’iscrizione scolastica.
L’UNHCR continuerà a farsi carico, presso il governo della RDC e presso le autorità tradizionali, partner fondamentali della reintegrazione, della richiesta di iscrizione dei bambini a scuola, di sicurezza, di accesso all’impiego e di documenti civili essenziali.
Il ritorno volontario dei rifugiati congolesi viene condotto sulla base dell’accordo tripartito firmato nel 2006 dall’UNHCR e dai governi di Zambia e RDC.
Più di 18.000 congolesi hanno vissuto nell’insediamento di Mantapala, dove hanno acquisito competenze lavorative nell’agricoltura, nelle costruzioni e nell’artigianato.
Secondo una verifica condotta in tutto il paese, lo Zambia ospita 95.677 tra rifugiati, richiedenti asilo ed ex rifugiati. Tra questi, 60.236 vengono dalla RDC. Quasi un milione di rifugiati congolesi si trovano ancora nelle nazioni confinanti.
Milioni di rifugiati sognano di poter tornare a casa in sicurezza e dignità. Il ritorno volontario richiede il pieno impegno da parte del paese di origine per contribuire a reintegrare i suoi stessi cittadini, e un sostegno continuo da parte della comunità internazionale.
La richiesta finanziaria dell’UNCHR per lo Zambia quest’anno ammonta a 24,4 milioni di dollari, e a 225,4 milioni di dollari per la RDC. Tuttavia al 20 settembre le operazioni sono state finanziate rispettivamente solo per il 23 e il 35 per cento.