9 > 12 novembre | Teatro della Pergola – Saloncino ‘Paolo Poli’
(mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19)
Prima Nazionale
ISRAEL GALVÁN in
EL AMOR BRUJO + LE SACRE DU PRINTEMPS
El Amor Brujo di Manuel De Falla (1915)
Le Sacre Du Printemps di Igor Stravinskij (1913)
coreografia e danza Israel Galván
con Eduarda de los Reyes (El Amor Brujo), Israel Galvan (Le Sacre du Printemps)
pianoforte Daria van den Bercken e Gerard Bouwhuis
mezzosoprano Barbara Kozelj
costumi Micol Notarianni
direzione tecnica e suono Pedro León
luci Ruben Camacho
direzione di scena Balbi Parra
management Rosario Gallardo
distribuzione Rial&Eshelman
produzione IGalván Company
coproduzione (El Amor Brujo) Teatros del Canal, Festival de Jerez, Dansa Quinzena Metropolitana, Maison de la musique de Nanterre, Scène conventionée, MA scène nationale – Pays de Montbéliard e Teatro della Pergola / Fondazione Teatro della Toscana con la collaborazione di Ajuntament de La Rinconada, Scène conventionée pour les arts de la marionnette, Oloron-Sainte-Marie (Le Sacre du Printemps) Théâtre de la Ville – Paris, Sadler’s Wells – London, Mû-Lausanne, Théâtre de Nîmes, Scène conventionnée d’intérêt national, Teatro della Pergola / Fondazione Teatro della Toscana – Florence, MA scène nationale – Pays de Montbéliard, Théâtre de Vidy-Lausanne
con il supporto di INAEM-Instituto Nacional de las Artes Escénicas y de la Música, La Loterie Romande, Pro Helvetia, Fondation suisse pour la culture du Canton de Vaud, Fondation Leenaards, Flamenco Biënnale Nederland
Durata: 70’, atto unico.
Israel Galván, il più importante interprete di flamenco, debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola, Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 9 al 12 novembre con un programma che prevede, nella stessa serata, El Amor Brujo, una sua versione del classico di Manuel de Falla, e Le Sacre du Printemps (La Sagra della Primavera) di Igor Stravinsky.
Entrambe le composizioni sono eseguite dal vivo al pianoforte da Daria van den Bercken, Gerard Bouwhuis, e dalla mezzosoprano Barbara Kozelj.
La produzione è di Israel Galván Company, in coproduzione con numerosi partner internazionali, tra i quali figurano il Théâtre de la Ville di Parigi e il Teatro della Toscana.
Coreografo e bailaor, Galván si distingue per proporre un proprio linguaggio espressivo, non solo come ballerino, ma anche come creatore scenico. Un linguaggio fino a oggi sconosciuto nel ballo flamenco, basato su frammentazioni, mescolanze e somme di gesti.
Nato a Siviglia, in Spagna, da José Galván ed Eugenia de los Reyes, entrambi danzatori, Israel Galván è creatore di uno stile virtuoso e innovatore, gioca in questa dicotomia, in uno straordinario equilibrio tra il flamenco di oggi e il suo incredibile passato.
Vincitore del Premio Nazionale di Danza 2005 (nella categoria Creazione) assegnato dal Ministero della Cultura spagnolo, ha ricevuto diversi premi durante la sua carriera, come il Bessie Award (il New York Dance and Performance Award for Outstanding Production) e la Medaglia d’Oro al Merito in Belle Arti concessa dal Ministero della Cultura spagnolo.
Nel 2016 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere della Repubblica di Francia dal Ministero della Cultura francese. È un artista associato del Théâtre de la Ville di Parigi.
Spiega Israel Galván del programma El Amor Brujo + Le Sacre du Printemps (La Sagra della Primavera) che debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola, Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 9 al 12 novembre: «Presenterò per la prima volta uno spettacolo che desideravo realizzare da tempo: un doppio programma di due capolavori del XX secolo. O, per meglio dire, due opere che alla prima esecuzione furono un vero disastro e che ora sono considerate dei capolavori. Poiché entrambe le composizioni durano circa 35 minuti, ho sempre presentato El Amor Brujo e Le Sacre du Printemps come si fa molte volte, aggiungendo una seconda parte per completare la serata. Eppure ho sempre desiderato danzare questi due maestri nella stessa serata.
È nota – prosegue Galván – l’amicizia dei due e l’ammirazione che avevano l’uno per l’altro. De Falla era presente alla prima de Le Sacre, si dedicarono partiture a vicenda e si scambiarono i ritratti che Picasso dipinse. Igor Stravinskij – che ammirava il canto andaluso – disse del flamenco che è essenzialmente “un’arte compositiva classica”. De Falla si nutrì dell’ispirazione popolare del flamenco e dell’audacia modernista. Il modello di appropriazione culturale che De Falla citava nei suoi scritti era in qualche modo russo, compreso il “primitivismo” di Stravinskij in musiche come La Sagra della Primavera. De Falla era un compositore forse meno “ter- reno”. Tuttavia, ha sottolineato le radici “primitive” e “orientali” del flamenco. In definitiva, mi ha sempre interessato questo viaggio dal fallimento al successo. Stravinsky è stato un maestro per me nel flamenco grazie al suo ritmo percussivo e la coreografia di Nijinsky con i colpi a terra hanno sempre ispirato il mio lavoro.
Ho ballato la versione classica de El Amor Brujo – conclude Galván – quando ero in compagnia con Mario Maya, ma ho iniziato a guardarlo veramente quando Kazuo Ohno, il maestro del Butoh, ha creato una coreografia in omaggio a La Argentina, considerata la bailaora pioniera che portò la danza flamenca dal tablao ai più grandi palcoscenici del mondo e che, dieci anni dopo la difficile prima mondiale con Pastora Imperio, ballò con gran successo El Amor Brujo.»
Appuntamenti negli altri luoghi
del Teatro della Toscana
10 > 13 novembre | EX_CInema_GOldoni
nell’ambito del progetto “Otto pezzi unici”
PIETRE, FERITE E LETTERE
di e con Yeda Kim
Otto pezzi unici è il progetto che porta in scena nell’Ex Cinema Goldoni otto testi scritti dagli allievi diplomati de l’Oltrarno. Otto momenti di sperimentazione e confronto con il pubblico, otto occasioni per scoprire da vicino il lavoro della scuola diretta da Pierfrancesco Favino.
«Pietre, ferite e lettere – spiega Yeda Kim – è una lettera che dedico alle prossime generazioni, soprattutto alla mia futura figlia. Nell’arco dello spettacolo, i personaggi si troveranno a confrontarsi a vicenda e a condividere col pubblico cosa significa per loro essere donne asiatiche in Italia. Qual è il retaggio che lasceranno alle proprie figlie?»
17 > 19 novembre | Teatro di Rifredi
IMMACOLATA CONCEZIONE
uno spettacolo di Vuccirìa Teatro
Sicilia, 1940. Concetta, ragazza silenziosa e innocente, viene barattata dal padre caduto in disgrazia con una capra gravida e affidata a Donna Anna, tenutaria del bordello del paese. Ben presto la fama della nuova arrivata raggiunge tutto il paese, ma nessuno sa di preciso quali piaceri regali agli uomini per farli impazzire così tanto. Immacolata concezione di Vuccirìa Teatro, scritto e diretto da Joele Anastasi, evoca la storia di un microcosmo siciliano fatto di omertà, violenza e presunzione, ma anche di quell’autenticità tipica della carnalità isolana.