Catturato il latitante Matteo Messina Denaro
Catturato dai Carabinieri il latitante Matteo Messina Denaro. Si trovava all’interno di una struttura sanitaria dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche. La conferenza stampa si svolgerà alle ore 17.00 odierne presso il Comando Legione Carabinieri Sicilia,
corso Vittorio Emanuele n.475, Palermo
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza.
L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Dopo 30 anni di latitanza. E’ stato trasferito in un carcere di massima sicurezza. Sequestrate tutte le cartelle mediche
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza.
L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Matteo Messina Denaro è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove un anno fa era stato operato e da allora stava facendo delle terapie in day hospital. Nel documento falso esibito ai sanitari c’era scritto il nome di Andrea Bonafede.
“Bravi, bravi!”. Urla di incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri del Ros, da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del superlatitante nella clinica.Chi e’ Messina Denaro (e perche’ la sua cattura e’ importante)
L’ arresto di Matteo Messina Denaro in una clinica oncologica è coerente con risultati investigativi, anche molto datati che lo indicavano affetto da serie patologie. Tracce del boss superlatitante risalenti al gennaio del 1994, lo collocavano infatti in Spagna, a Barcellona, dove si sarebbo sottoposto, presso una nota clinica oftalmica, ad un intervento chirurgico alla retina. Ma non solo: avrebbe accusato – sempre secondo risultanze investigative di alcuni anni fa- una insufficienza renale cronica, per la quale avrebbe dovuto ricorrere a dialisi. Per non rischiare l’arresto durante gli spostamenti per le cure ed i trattamenti clinici, il boss avrebbe installato nel suo rifugio le apparecchiature per la dialisi. Una importante conferma sulle patologie accusate dal superlatitante giunse nel novembre scorso dal pentito Salvatore Baiardo, che all’inizio degli anni ’90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano a Milano. In un’intervista televisiva, su La7 a Massimo Giletti il pentito rivelo’ che Matteo Messina Denaro era gravemente malato e che proprio per questo meditava di costituirsi.
“Questo è il risultato di anni di indagini di questo ufficio e delle forze di polizia che hanno prosciugato la rete dei favoreggiatori del boss Messina Denaro”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido che, insieme al procuratore Maurizio de Lucia, ha coordinato l’indagine per la cattura del capomafia di Castelvetrano. “Questo – ha aggiunto Guido – è anche il frutto di un difficile e complesso lavoro di coordinamento tra le forze di polizia che in questo momento devono essere tutte ringraziate”.
Palermo, Messina Denaro portato via dai carabinieri
Arresto di Matteo Messina Denaro: congratulazioni di Mattarella al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura.
Messina Denaro, ecco la carta di identità: il geometra Andrea Bonafede
Il documento utilizzato dal boss arrestato oggi a Palermo
Messina Denaro, ecco la carta di identità: il geometra Andrea Bonafede
Messina Denaro, ecco la carta di identità: il geometra Andrea Bonafede
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Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre del 1963. Eccola, come mostra la foto in possesso dell’Adnkronos, la carta di identità di Matteo Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, il nome falso scelto nella latitanza. Il boss, arrestato oggi a Palermo nella clinica Maddalena, era residente a pochi km dalla sua città natale, Castelvetrano, a Campobello di Mazara in via Marsala 54. Di professione, si legge nella carta di identità, ‘geometra’. E’ alto 1,78, calvo e con gli occhi castani. Segni particolari “nessuno”. La tessera, cartacea, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e scade il 23 ottobre del 2026.
Nessuna soffiata, nessun collaboratore. La cattura del boss Matteo Messina Denaro è stato il risultato di una indagine tradizionale coordinata dalla Procura di Palermo, da pochi mesi guidata da Maurizio de Lucia. I Carabinieri del Ros e gli uomini del Gis si sono presentati questa mattina poco prima delle otto alla clinica Maddalena di Palermo in attesa che arrivasse un paziente oncologico di nome ‘Andrea Bonafede’.
L’uomo che usava quel nome e cognome, occhiali scuri e cappellino bianco di lana, si è presentato puntuale per fare il tampone prima di eseguire la seduta di chemioterapia. Ma come sono arrivati gli investigatori a quell’uomo che in realtà era Matteo Messina Denaro? Da circa tre mesi gli inquirenti avevano capito che il boss potesse usare quello pseudonimo per curarsi. Dalle intercettazioni di amici e parenti gli inquirenti hanno avuto la conferma che Messina Denaro era gravemente ammalato, tanto da avere subito due interventi importanti.