“Sanità, la Manovra penalizza la Toscana. Il Governo fa il gioco delle tre carte: con l’inflazione sono circa 300 milioni di euro in meno”: la denuncia di Paola Galgani (segreteria Cgil Toscana). “Secondo l’esecutivo dobbiamo dare più soldi al privato e far lavorare di più il personale, già stremato. E’ il momento di mobilitarsi”
Firenze, 18-10-2023 – Il Governo fa il gioco delle tre carte sulla salute delle persone. La Toscana sarà ulteriormente penalizzata dalla manovra finanziaria del governo Meloni, da una prima valutazione e in attesa di tutte le tabelle. Dalle dichiarazioni della Presidente del Consiglio e del Ministro della Salute si sbandiera l’aumento del Fondo Sanitario Nazionale come il più alto investimento mai previsto nella sanità pubblica. In realtà i 136 miliardi sono gli stessi previsti nel Documento Economia e Finanza del 2023, che per la Toscana vuol dire contare sugli stessi 8 miliardi circa di quest’anno che non bastano già a garantire i diritti di tutti i cittadini alla cura. Anzi, nei 136 miliardi non è ancora chiaro se siano ricompresi i 2,3 miliardi per il rinnovo del contratto dei lavoratori della sanità (insufficienti per rispondere al necessario riconoscimento, anche salariale, delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità) e 700 milioni per abbattere le liste d’attesa, incrementando la possibilità di convenzioni con le strutture private e aumentando lo straordinario del personale già presente.
Senza considerare che l’aumento dei costi energetici e l’inflazione non pesano solo sui bilanci delle famiglie, ma anche sulle strutture sanitarie. Se consideriamo infatti anche solo l’inflazione, il finanziamento diminuisce di 5/6 miliardi, che per la Toscana si traducono in circa 300 milioni in meno. Altro che aumento!
E’ un attacco a Regioni come la Toscana, dove la salute è ancora garantita prevalentemente da strutture e personale pubblico e che da tempo soffre per mancanza di risorse per l’impossibilità di assumere personale, a causa del tetto di spesa bloccato al 2004.
Secondo il Governo, insomma, la Toscana deve dare più soldi al privato e far lavorare di più il personale attualmente in forze. Personale già stremato da turni massacranti e ore di straordinario.
Anche per questo ci siamo mobilitati lo scrosto 7 ottobre e continueremo a farlo, affinché la sanità pubblica sia un diritto garantito per tutte e per tutti e non solo per chi può pagarla. Per questo stiamo raccogliendo le firme a sostegno della proposta di legge per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. Ai toscani chiediamo di mobilitarsi con noi, e alla Regione di fare delle scelte coraggiose per difendere e migliorare la capacità del servizio sanitario pubblico regionale di rispondere ai vecchi e nuovi bisogni dei cittadini.
Firmato: Paola Galgani, segreteria Cgil Toscana