Ucraina-Russia, 1000 giorni di guerra. Kiev: “Con missili è svolta”
Il quadro può cambiare dopo il sì di Biden all’uso degli Atacms contro obiettivi in Russia
Volodymyr Zelensky – Fotogramma /Ipa
Volodymyr Zelensky – Fotogramma /Ipa
19 novembre 2024 | 00.06
Redazione Adnkronos
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La guerra tra Ucraina e Russia taglia il traguardo dei 1000 giorni dall’inizio dell’invasione ordinata da Vladimir Putin e entra in una nuova fase. Il capitolo si apre con l’ok con cui gli Stati Uniti autorizzano Kiev a colpire obiettivi in territorio russo con i missili a lungo raggio Atacms che, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, “parleranno da soli”.
“Potrebbe essere una svolta”, dice il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, parlando a New York prima di una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Potrebbe essere una svolta. Più l’Ucraina riuscirà a colpire, più la guerra sarà breve.- La posizione dell’Ucraina è sempre stata chiara: abbiamo tutto il diritto di colpire obiettivi militari sul territorio russo. È un nostro diritto legittimo, che salverà i nostri civili. Potrebbe avere un impatto molto positivo sul campo di battaglia”, prosegue, forse sopravvalutando il reale impatto della novità. Kiev, in fondo, ha già usato missili Atacms in passato. E la Russia, secondo gli analisti dell’Institute for the study of war (Isw), da tempo ha spostato basi e mezzi fuori dalla portata dai missili.
Si può scommettere almeno su una conseguenza della decisione di Joe Biden. Il presidente uscente, a 2 mesi dall’addio alla Casa Bianca, fa scattare il semaforo verde e lascia un’eredità ancor più impegnativa a Donald Trump. Il neo presidente eletto non si esprime sulla decisione del suo predecessore e lascia parlare membri influenti del suo team, dal figlio Donald jr all’onnipresente Elon Musk.
Cosa (non) dice Putin
Da Mosca, non c’è traccia diretta di Vladimir Putin nella pioggia di reazioni delle ultime 24 ore: parlano più o meno tutti, ma non il presidente russo. La linea dettata dal Cremlino, però, è chiara. A dettarla, a settembre, è stato proprio Putin con dichiarazioni esplicite: “Se verranno lanciati attacchi contro la Russia, la Nato entrerà nella guerra”, il senso delle parole.
“La risposta di Mosca agli attacchi missilistici dell’Occidente sul territorio russo sarà adeguata e tangibile”, dice Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. “L’uso di missili a lungo raggio da parte di Kiev comporterà la diretta partecipazione degli Usa e dei paesi satelliti alle ostilità e cambierà l’essenza del conflitto”, aggiunge.
Diverse, almeno in parte, le parole di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino e megafono principale di Putin. “E’ ovvio che l’amministrazione uscente di Washington intende adottare misure per continuare a gettare benzina sul fuoco e provocare un’ulteriore escalation di tensioni”, dice, rincarando la dose all’agenzia Tass: “La decisione degli Stati Uniti di colpire la Russia in profondità, se attuata, non sarà priva di risposta”. Quindi, lo spiraglio o – se vogliamo – l’esca indirizzata a Trump.
Il dialogo con il nuovo presidente, in teoria, è possibile. “Non sono in corso reali preparativi per una telefonata tra Putin e Trump, non c’è stata nessuna richiesta da parte americana”, dice Peskov, tornando a smentire il colloquio che per il Washington Post sarebbe avvenuto dopo le elezioni Usa del 5 novembre. “Ci sono meccanismi per organizzare un colloquio tra Putin e Trump. Se c’è la volontà politica, possono essere facilmente attivati”, aggiunge.
Cosa (non) dice Trump
Dagli Stati Uniti, nessuna conferma ufficiale sull’ok a Kiev per l’uso degli Atacms. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato non commentano e non si esprimono. In attesa che arrivino le parole di Biden, nessun segnale diretto da Donald Trump. Il neo presidente eletto ha detto e ripetuto che punta a far finire la guerra in tempi brevi e ritiene possibile un accordo tra Putin e Zelensky.
Nelle scorse settimane, il Wall Street Journal ha diffuso anche la bozza embrionale alla base di un eventuale piano: creazione di una zona demilitarizzata lungo il fronte, Ucraina fuori dalla Nato per 20 anni, sostegno militare americano a Kiev per scongiurare nuove aggressioni.
Ora, la missione diplomatica di Trump rischia di complicarsi decisamente. Mancano 2 mesi al suo insediamento e già nelle prossime ore l’Ucraina potrebbe iniziare a lanciare missili Atacms nel Kursk: le forze armate ucraine hanno invaso la regione russa all’inizio di agosto, ora Mosca prepara 50mila uomini per la controffensiva che sarà sostenuta anche da migliaia di soldati nordcoreani.
In attesa che Trump si pronunci, parla chiaro suo figlio Donald jr: “Imbecilli”, dice riferendosi a chi ha dato il semaforo verde. Tra un tweet e l’altro, chiara anche la posizione di Musk. Il magnate, protagonista assoluto nella nuova amministrazione Trump, condivide i posti di chi considera i “liberali” amanti della guerra e prevede l’escalation della guerra: “La Russia risponderà”.
Fonte ADNKRONOS