3 > 8 dicembre | Teatro della Pergola
(martedì, mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19; domenica, ore 16)
Alessandro Preziosi, Nando Paone in
ASPETTANDO RE LEAR
di Tommaso Mattei
da William Shakespeare
con Arianna Primavera, Roberto Manzi, Valerio Ameli
opere in scena Michelangelo Pistoletto
abiti di scena Cittadellarte, Fashion B.E.S.T, Olga Pirazzi, Flavia La Rocca, Tiziano Guardini
musiche Giacomo Vezzani
foto Salvatore Pastore, Stefania Sapuppo
supervisione artistica Alessandro Maggi
assistente alla regia Roberto Manzi
coordinamento editoriale Chiara Belliti
assistente Michelangelo Pistoletto Alessandro Lacirasella
grafica Mauro Luccherini
ufficio stampa Margherita Cugini
trasporti Montenovi Trasporti
direttore di scena Mimmo Pirolla
sarta Silvia Lombardi
capo elettricista Carmine Corrado
service audio e luci Emmedue srl
regia Alessandro Preziosi
produzione Pato S.r.l., TSV-Teatro Stabile del Veneto, Teatro della Toscana
Durata: 1h e 30’, atto unico.
Uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, tra Uomo e Natura, sulla perdita e il ritrovamento dei valori. Al Teatro della Pergola, dal 3 all’8 dicembre, Alessandro Preziosi dirige e interpreta con Nando Paone Aspettando Re Lear, adattamento di Tommaso Mattei da Re Lear di William Shakespeare, con echi di Aspettando Godot di Samuel Beckett.
La pièce si concentra sul momento chiave dell’intera tragedia: la tempesta che colpisce Lear mentre vaga disperato nella landa desolata per allontanarsi dalle sue figlie senza cuore, Goneril e Regan, tra cui ha diviso il suo regno. Accompagnato dal conte di Kent (sotto le mentite spoglie di un servo) e dal fedele Fool (quasi un alter ego dell’esiliata Cordelia, l’amorevole terza figlia), assiste inerme alla solitudine e al caos dentro e fuori di lui. Proprio come in Aspettando Godot i personaggi di Aspettando Re Lear sembrano abitare il vuoto che rimane dopo la tragica fine di Re Lear.
Mercoledì 4 dicembre, alle ore 18, Alessandro Preziosi, Nando Paone e la Compagnia incontrano il pubblico in teatro. Coordina Gabriele Guagni. Ingresso libero su prenotazione online al link https://tinyurl.com/incontroaspettandorelear
Aspettando Re Lear è la versione contemporanea di Tommaso Mattei di Re Lear di William Shakespeare. Si concentra sulle vicende dei personaggi positivi della trama, approfondendo con grande attualità il rapporto tra padri e figli scandagliato mirabilmente dalla poesia del Bardo.
Alessandro Preziosi, anche regista, è Re Lear, affiancato da Nando Paone, nel ruolo di Gloucester, e da una compagnia affiatata di interpreti: Arianna Primavera nel ruolo di Cordelia, Roberto Manzi nel ruolo di Kent, Valerio Ameli nel ruolo di Edgar.
La regia si avvale dell’innovativa presenza nello spazio scenico delle opere di Michelangelo Pistoletto, materiali artistici che rappresentano tutto il percorso del maestro biellese e che si animano della presenza degli attori, definendo la scacchiera onirica e concettuale della messa in scena.
Le musiche originali, rinnovando la lunga collaborazione con Giacomo Vezzani, seguono tutto il percorso della discesa nella follia del patriarca shakespeariano e lo sprofondare nell’oblio della cecità della fidata corte, alternando ritmi martellanti a struggenti epiche.
Lo Spettacolo
Ho immaginato un Re non semplicemente arrivato alla fine dei suoi anni, a un passo anagraficamente dalla morte, ma piuttosto spinto dalle circostanze e dalla trama a cercare nella maturità, e non nell’età, il tassello conclusivo della propria vita. L’impazienza che accompagna il rocambolesco circolo di eventi in cui Re Lear travolge prima di tutto sé stesso e quindi gli altri, mi ha suggerito di creare uno spazio mentale teatralmente e scenicamente reso materico dalle opere in scena
Alessandro Preziosi
Aspettando Re Lear è un adattamento da William Shakespeare con un evidente richiamo ad Aspettando Godot di Samuel Beckett, uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, sulla relazione tra Uomo e Natura e sulla perdita e il ritrovamento dei valori.
Nello spettacolo si parla di follia, di potere che distrugge, di solitudine, di caos dentro e fuori, “l’unico ordine possibile” per Michelangelo Pistoletto. E in scena ci sono le opere e i costumi del maestro, costumi iconici realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili, come anche delle musiche composte da Giacomo Vezzani sono ispirate a opere dell’artista.
Parlando di questa commistione multidisciplinare tra arte contemporanea e teatro, commenta Alessandro Preziosi in veste di regista: «A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la Natura. L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario sono tematiche di Michelangelo Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova sé stesso e così anche noi attori, durante lo spettacolo, veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo».
L’adattamento di Tommaso Mattei si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana, rappresentato dalla tempesta che colpisce il re proprio mentre vaga alla mercè degli eventi atmosferici, dopo il disastro combinato con ognuna delle “amate” figlie.
Lear, accompagnato dal conte di Kent, sotto le mentite spoglie del servo Caio, e dal fedele Fool, a sua volta “interpretato” con arguzia della figlia Cordelia, amorevolmente impegnata a farlo rinsavire, sembra assistere inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale, fino al commovente finale.
Re Lear è la metafora della condizione umana: caduta e creazione. Ama solo sé stesso, la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla solitudine; vaga in una landa di nulla con cui il sovrano, senza più corona, dovrà fare i conti. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come Aspettando Godot ci rivela quel che accade “dopo che il vecchio cade”.
A pagare le conseguenze della “cecità” dei padri dovranno essere i figli?
Le Opere
È il Caso, parola cardine della filosofia pistolettiana, l’artefice dell’incontro tra Michelangelo Pistoletto e Alessandro Preziosi: complice la mostra personale del maestro biellese Infinity al Chiostro del Bramante di Roma.
Sul palcoscenico, ad accompagnare gli attori, alcune opere di Pistoletto, materiali di scena per raccontare il rapporto tra padri e figli, la relazione tra tradizione e innovazione, tra uomo e natura.
Michelangelo Pistoletto è nato a Biella nel 1933. Nel 1962 realizza i Quadri specchianti, con i quali raggiunge in breve un riconoscimento internazionale. Precursore e protagonista dell’Arte Povera con i suoi Oggetti in meno (1965-1966) e la Venere degli stracci (1967), a partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che costituiscono le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. Negli anni Novanta fonda Cittadellarte a Biella, ponendo l’arte in relazione con i diversi ambiti del tessuto sociale, al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società. Ha ricevuto innumerevoli premi internazionali, tra cui nel 2003 il Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia e nel 2007 il Wolf Foundation Prize in Arts “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d’arte premonitrici che contribuiscono a una nuova comprensione del mondo”.
I Costumi
Modularità, unicità e caratterizzazione: questi i tre principi d’ispirazione per i costumi. Studiati come pezzi unici e iconici, raccontano ogni personaggio seguendone l’evoluzione durante lo spettacolo, permettendo una trasformazione e una vestizione scenica che si concretizza nella visione e nella gestualità del racconto shakespeariano.
Il materiale è il denim, particolarmente resistente all’usura, ma anche agli stress; un tessuto contemporaneo, popolare e versatile, che permette ai costumi di essere, a fine ciclo vita, interamente riciclati.
I personaggi, che nello spettacolo si svestono per esprimere uno stato di nudità, vengono coperti con un completo nero in mussola di cotone. Il nero è proposto come il non-colore che permette di ritornare a fare parte del tutto, scomparire per poi ricomparire con consapevolezza, ma se lo si interpreta dal punto di vista artistico, il nero è l’assenza del colore ed è, quindi, espressione del denudarsi, per permettere poi ai colori di tornare a dipingersi sui corpi ed esprimere l’essenza di noi stessi.
Teatro della Pergola
Via della Pergola 18/32, Firenze
Tel 055.0763333
biglietteria@teatrodellapergola.com
Biglietti
Platea € 37 – Palco € 29 – Galleria € 21
Ridotto over 65, convenzioni
Platea € 34 – Palco € 26 – Galleria € 19
Ridotto soci Unicoop Firenze
Platea € 32 – Palco € 24 – Galleria € 19
Ridotto under30, abbonati
Platea € 30 – Palco € 22 – Galleria € 19
I prezzi indicati sono comprensivi dei diritti di prevendita.
Le riduzioni over 65 e under 30 sono valide per le recite dal martedì al sabato.
La riduzione soci Unicoop Firenze è valida per le recite di mercoledì e giovedì.
Gli abbonati al Teatro della Toscana hanno diritto al biglietto ridotto.
Consulta le convenzioni aggiornate sul sito web.
Biglietteria
Aperta dal lunedì al sabato, ore 10 – 20
È possibile acquistare i biglietti degli spettacoli della stagione durante le serate di spettacolo presso la biglietteria.
Online su teatrodellatoscana.vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket
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Matteo Brighenti