MFLaw
Società fra Avvocati per azioni
Comunicato stampa
Sicilia: imprese fra crisi, poco credito, caro-bollette e carenza di
manodopera.
Nasce sinergia pubblico-privati per affrontare l’emergenza dazi.
Tamajo: “Dalla Regione un ‘bazooka’ di 1,5 miliardi entro maggio”
MFLaw: “Nostro MSdesk Italy a Riyad per creare rapporti con nuovi
mercati”
Palermo, 11 aprile 2025 – Imprese siciliane che falliscono (ma meno che
in altre regioni) malgrado siano coperte da garanzie di Stato; credito
bancario sempre più ristretto; costo dell’energia maggiore rispetto ai
competitor; personale che non si trova: il sistema economico dell’Isola
arriva all’emergenza dazi fortemente indebolito. Ora una sinergia fra
pubblico e privato potrà aiutare le aziende a rafforzare le proprie
strutture manageriali, organizzative e finanziarie e a proporsi a pari
merito a nuovi mercati esteri. La Regione siciliana da fine maggio
metterà in campo bandi per un totale di 1,5 miliardi di euro finalizzati
ad accrescere la competitività tecnologica del sistema produttivo, e la
task force di avvocati e professionisti di MFLaw affiancherà le imprese
con consulenza plurispecialistica e con un desk per
l’internazionalizzazione aperto a Riyad.
E’ il risultato del confronto fra istituzioni e imprese “alleati
strategici”, organizzato ieri da MFLaw presso la Camera di commercio
Palermo Enna, nel corso del quale sono state analizzate le condizioni
che rendono fragile il tessuto produttivo regionale. Nicolò La Barbera,
presidente dell’Ordine dei commercialisti di Palermo, ha rivelato che
“in Sicilia l’80% delle imprese approva i bilanci non ad aprile come si
dovrebbe, ma a giugno, segnale evidente di carenze manageriali e spesso
anche di una mancata ricerca di adeguata consulenza”. E il presidente
della Camera di commercio Palermo Enna, Alessandro Albanese, ha
osservato che “a causa del calo demografico che registriamo in Sicilia
da tanti anni, cui si aggiunge l’’emigrazione, quest’anno le imprese non
trovano circa 20mila unità di personale da assumere”.
C’è poi il “credit crunch”, in Sicilia vissuto più pesantemente a causa
della chiusura dii tutti gli sportelli bancari in 149 Comuni, spesso in
aree interne dove manca la connessione e non è possibile soddisfare con
l’online il fabbisogno di provvista finanziaria. Ma per Dario Costanzo,
presidente della sezione Credito e finanza di Sicindustria Palermo, è
ancora peggio: “La desertificazione bancaria viene spesso riferita alla
massiccia chiusura degli sportelli bancari, che sono diminuiti in tutta
Italia di circa 5.000 unità negli ultimi anni, ma in realtà andrebbe
riferita agli oltre 300 miliardi di minore credito erogato dal sistema
bancario tradizione alle imprese negli ultimi 15 anni. In Sicilia,
secondo la Cgia di Mestre, in 15 anni sono venuti a mancare al sistema
economico 13,6 miliardi di credito. Per colmare la distanza fisica e la
difficoltà di reperire liquidità è diventato strategico il ruolo dei
confidi”.
Ma, dopo avere ottenuto il credito, non sono rose e fiori. Infatti, se
in Sicilia nel 2024 il Fondo di garanzia di Mediocredito centrale ha
prestato garanzie alle imprese su 20.482 finanziamenti bancari per un
totale di 2,1 miliardi, nello stesso anno sono state 806 le aziende
dichiarate insolventi e avviate a procedura pur se garantite, e, di
queste, solo 29 sono state quelle ammesse alla nuova composizione
negoziata della crisi d’impresa. Tutti concordi i relatori sul fatto che
occorre migliorare il meccanismo della garanzia statale perché tuteli di
più la possibilità per le aziende di proseguire l’attività superando la
momentanea difficoltà.
L’analisi dei problemi ha portato alle soluzioni. L’assessore regionale
alle Attività produttive, Edy Tamajo, ha annunciato: “Da fine maggio
pubblicheremo bandi per un totale di 1,5 miliardi, in parte saranno
gestiti da Irfis-FinSicilia. Si tratta di risorse provenienti da fondi
Fesr, Fsc e Poc e l’obiettivo è chiaro: trasformare queste risorse in
opportunità concrete per le imprese siciliane. Siamo al lavoro per
costruire un ecosistema favorevole alle imprese, dove innovazione,
capitale umano e ricerca non siano parole vuote, ma pilastri reali dello
sviluppo”.
Il dettaglio delle misure è stato illustrato dal D.g. del dipartimento
regionale Attività produttive, Dario Cartabellotta: 25 milioni per
azioni di sistema ricerca, 10 milioni per l’Open innovation, 72 milioni
per infrastrutture di ricerca, 70 milioni al Fondo di garanzia, 73
milioni per riqualificazione energetica delle aziende, 25 milioni per
riqualificazione del capitale umano, 126 milioni per ricerca
collaborativa, 25 per R&S, 25 milioni per la digitalizzazione delle
imprese, 25 milioni per la nascita di nuove imprese. A questi bandi si
aggiungono il bando aperto dal ministero delle Imprese per i Contratti
di sviluppo (497,8 milioni per tutte le regioni del Sud) e i 615 milioni
stanziati dal governo Schifani per la piattaforma Step dedicata alle
deeptech, cleantech, biotecnologie e ricerca sull’energia.
Da parte sua, Andrea Fioretti, managing partner di MFLaw, presente con
una sede a Palermo e presto anche a Catania, con tutto lo staff presente
di avvocati, commercialisti e tributaristi, ha messo a disposizione
delle imprese le competenze per moltiplicare l’effetto positivo della
finanza agevolata tramite la leva fiscale, soprattutto per gli
investimenti in area Zes unica del Sud, ma anche le potenzialità di
nuovo export rappresentata dal MSdesk Italy che MFLaw ha aperto a Riyad:
“In Arabia Saudita – ha concluso Fioretti – miriamo a diventare un punto
di riferimento per le imprese siciliane e italiane che vogliono
investire nei Paesi arabi”. Il progetto si chiama MSdesk Italy e “vuole
essere un facilitatore delle relazioni commerciali tra l’Italia e
l’Arabia Saudita. La nostra idea è quella di cercare uno sviluppo delle
nostre aziende verso i vari mercati arabi. La Farnesina ha indicato il
mercato arabo come target per le nostre aziende, insieme all’India.
L’economia siciliana è di notevole interesse per l’Arabia Saudita: se
pensiamo, ad esempio, al mercato dell’agroalimentare, le possibilità
sono tante. La Sicilia rientra anche in area Zes, le cui agevolazioni
autorizzative e fiscali possono costituire un’ulteriore attrattiva per
il mercato arabo-saudita».
Ufficio stampa: Michele Guccione