Nuova ondata di attacchi nell’Iran sud-occidentale da parte di Israele. L’aeronautica militare, annunciano le Idf, ha preso di mira i lanciamissili balistici iraniani utilizzati negli attacchi contro lo Stato ebraico. Le Idf precisano che circa 30 caccia dell’aeronautica sono stati coinvolti negli attacchi, hanno sganciato 50 munizioni su decine di obiettivi militari iraniani nell’area di Ahvaz.
Nel quadro degli attacchi, i caccia hanno colpito una struttura dove erano immagazzinati lanciamissili balistici, alcuni dei quali erano stati precedentemente utilizzati in attacchi contro Israele, oltre ad un sito radar e altre infrastrutture militari iraniane. Ahvaz è il capoluogo della provincia del Khuzestan, che confina con l’Iraq.
Houthi minacciano ancora gli Usa
Arrivano intanto nuove minacce degli Houthi agli Stati Uniti. In un video, il portavoce del gruppo di militanti yemeniti sostenuti da Teheran, Yahya Saree, ha tuonato: “Se gli Stati Uniti parteciperanno ad un attacco e a un’aggressione contro l’Iran al fianco del nemico israeliano, le forze Houthi colpiranno le loro navi commerciali e da guerra nel Mar Rosso”.
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Raid su sito nucleare di Isfahan
All’alba di oggi il sito nucleare iraniano di Isfahan è stato intanto nuovamente preso di mira da Israele. Lo ha reso noto l’agenzia iraniana Fars, precisando che non ci sono fughe di sostanze nocive o vittime, e la notizia è stata confermata da Israele.
Nella notte sono stati effettuati una serie di raid su decine di obiettivi in Iran, anche il sito nucleare di Isfahan, hanno fatto sapere i militari israeliani, come riporta il Times of Israel dopo le notizie diffuse dai media iraniani. Alle operazioni hanno partecipato circa 50 jet. Sono state sganciate 150 munizioni, riferisce il giornale.
“All’interno del complesso” di Isfahan “sono stati presi di mira anche una struttura per la produzione di centrifughe, insieme ad altri obiettivi militari del regime iraniano nella zona”, hanno comunicato le forze israeliane (Idf). Raid, secondo le Idf, hanno colpito tra l’altro mezzi utilizzati per far partire droni in direzione di Israele, depositi di missili balistici e infrastrutture per il lancio, radar e siti della difesa aerea.
Israele: “Ucciso comandante che ha armato Hamas prima del 7 ottobre”
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha reso noto che il comandante della divisione palestinese dei Guardiani della rivoluzione, l’uomo che ha finanziato e armato Hamas prima degli attacchi del 7 ottobre, Saeed Izadi, è stato ucciso in un raid di Israele. Il raid ha colpito l’appartamento di Qom in cui si trovava grazie a “un immenso risultato dell’intelligence e delle forze aeree israeliane”. “Giustizia è stata fatta per gli assassinati e gli ostaggi. Il braccio di Israele raggiungerà tutti i suoi nemici”, ha aggiunto.
Le forze israeliane affermano inoltre di aver “eliminato” in un raid nell’Iran occidentale Behnam Shahriyari, comandante dell’unità per il trasferimento degli armamenti della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran iraniani. In un post su X Shahriyari, ucciso “mentre era in viaggio nell’Iran occidentale”, viene descritto come “responsabile per tutti i trasferimenti di armamenti dal regime iraniano ai proxy in Medio Oriente”.
Media: “Guardia del corpo di Nasrallah uccisa in raid a Teheran”
Abu Ali Khalil, guardia del corpo del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso da Israele a Beirut nel settembre scorso, è morto in un raid delle Idf in Iran. Lo riferiscono i media libanesi. Secondo il giornale al Akhbar, Abu Ali Khalil è stato ucciso in un attacco a Teheran. Genero di Nasrallah, era considerato la sua “ombra”, avendo guidato per anni l’apparato di sicurezza del leader di Hezbollah.
Paesi del Golfo ad Aiea: “Preoccupati per sicurezza siti nucleari”
I Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno espresso preoccupazione al direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi. Gli ambasciatori accreditati all’Aiea di Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar hanno trasmesso a Grossi la loro preoccupazione e “l’interesse particolare per la sicurezza dei siti nucleari, soprattutto quelli geograficamente vicini ai Paesi del Ccg”, riporta il giornale Qatar Tribune.
Hanno sottolineato la “necessità di garantire i più alti livelli di preparazione e misure preventive”, evidenziando il ruolo “fondamentale” dell’Agenzia. Gli ambasciatori hanno parlato delle “conseguenze gravi, sia per le persone che per l’ambiente, che comportano attacchi contro siti nucleari”, che – si legge – “costituiscono una palese violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario”.
Macron: “Convinto che esista via per uscire dalla guerra, accelereremo negoziati”
Gli europei “accelereranno i negoziati” con l’Iran per “uscire dalla guerra e prevenire pericoli ancora più gravi”, ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo un colloquio telefonico con il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Il capo dello Stato francese ha espresso al suo omologo la propria “profonda inquietudine riguardante il programma nucleare iraniano”, affermando che “l’Iran non deve avere l’arma nucleare” e dovrà “fornire ogni garanzia del fatto che le sue intenzioni sono pacifiche”.
“Il presidente iraniano mi ha chiamato”, ha scritto Macron su X. “Ho innanzitutto ribadito la mia richiesta: Cécile Kohler e Jacques Paris devono essere rilasciati. La loro detenzione disumana è ingiusta. Attendo il loro ritorno in Francia”, ha proseguito, parlando dei due cittadini francesi detenuti nella Repubblica islamica.
“Ho anche espresso la mia profonda preoccupazione per il programma nucleare iraniano. Anche in questo caso, la mia posizione è chiara: l’Iran non deve mai dotarsi di armi nucleari e spetta al Paese fornire ogni garanzia che le sue intenzioni siano pacifiche. Sono convinto che ci sia una via d’uscita dalla guerra e per evitare pericoli maggiori. Per raggiungere questo obiettivo, accelereremo i negoziati avviati dalla Francia e dai suoi partner europei con l’Iran”.
Dal canto suo, il presidente iraniano Pezeshkian ha dichiarato che il diritto del suo Paese a perseguire un programma nucleare civile non può essere revocato attraverso la guerra. “L’Iran ha sempre dichiarato di essere pronto a fornire garanzie e a rafforzare la fiducia nelle sue attività nucleari pacifiche nel quadro del diritto internazionale”, ha detto a Macron durante la telefonata, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna. “I diritti garantiti a paesi e nazioni dal diritto internazionale non possono essere violati da minacce o guerre”, ha aggiunto.
Ministro Araghchi: “Pronto per soluzione negoziata su programma nucleare”
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, si è detto “assolutamente pronto per una soluzione negoziata per il nostro programma nucleare”. Lo riporta la Bbc. “La diplomazia ha funzionato in passato e può tornare a funzionare in futuro – ha affermato con un riferimento all’accordo internazionale sul nucleare iraniano di dieci anni fa – Per noi, per tornare alla diplomazia, bisogna fermare l’aggressione”.
Da Istanbul, Araghchi ha poi detto che un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran sarebbe “molto, molto pericoloso”. Senza fornire prove, ha anche sostenuto che “gli Stati Uniti sono stati coinvolti nell’aggressione sin dal primo giorno”. L’Iran, ha ribadito, “non può negoziare con gli Usa mentre la sua popolazione è sotto le bombe”.
Il presidente russo, Vladimir Putin, in un’intervista a SkyNews Arabia rilanciata da Ria Novosti, ha detto che la Russia ha ripetutamente notificato a Israele che l’Iran non ha intenzione di sviluppare ordigni nucleari.
Erdogan contro Netanyahu: “Come Hitler”
Recep Tayyip Erdogan è tornato a paragonare Benjamin Netanyahu ad Adolf Hitler. Ha accusato Israele di essere responsabile della crisi in Medio Oriente, puntando il dito contro una politica generalizzata di “occupazione, invasione, distruzione e massacro”, senza risparmiare accuse a Netanyahu, che – ha detto – gode del sostegno “incondizionato” delle potenze occidentali.
“Oltre a Gaza, Israele ha attaccato anche Libano, Yemen, Siria e, dal 13 giugno, il nostro vicino Iran è nel mirino del terrorismo di stato israeliano”, ha tuonato. “Come la scintilla accesa da Hitler 90 anni fa incendiò il mondo intero, oggi le ambizioni di Netanyahu non hanno altro obiettivo che trascinare la nostra regione e il mondo in un grande disastro”, ha incalzato, tornando a offrirsi come mediatore per la pace e sollecitando la comunità internazionale a smettere di credere alle “parole velenose di Netanyahu, confezionate con elogi, ma volte in fondo ad aggravare ulteriormente i conflitti”. “La soluzione – ha detto Erdogan – è nella diplomazia e nel dialogo”.
Il bilancio delle vittime reso noto da Teheran
Sono almeno 430 i morti e 3.500 i feriti in Iran dal 13 giugno, dall’inizio dell’escalation militare con Israele. A riferire il bilancio è l’agenzia Nour News che – come riporta la Bbc – cita un bollettino fornito dal ministero della Salute di Teheran.
Al nono giorno di escalation tra Israele e Iran, i media della Repubblica Islamica riferiscono dell’uccisione di un altro scienziato nucleare in un’operazione militare israeliana. Secondo notizie dell’agenzia iraniana Mehr rilanciate anche dai media israeliani, Isar Tabatabai-Qamsheh è stato ucciso con la moglie in un raid di un drone israeliano che due giorni fa ha colpito un appartamento a Teheran.
Mentre un drone fatto partire dall’Iran ha colpito stamani un edificio residenziale a Beit She’an, nel nord di Israele. Un altro drone è finito in un campo nel Negev. Lo riferiscono i media israeliani. Non sono state segnalate vittime dopo i fatti di Beit She’an descritti come il primo impatto confermato dall’inizio, il 13 giugno, dell’escalation militare tra Israele e Iran. Da quel giorno, l’Iran è accusato di aver fatto partire più di mille droni in direzione di Israele. Dalla notte scorsa, secondo le ultime notizie, ne sono stati intercettati 40.