ANIME IN BILICO, OLTRE I CONFINI
La stagione 2025-2026 di opere, balletti e concerti del Teatro Massimo di Palermo
L’inaugurazione il 21 novembre 2025 con il dittico
ALEKO / PAGLIACCI
di Sergej Rachmaninov e Ruggero Leoncavallo
Sul podio Francesco Lanzillotta, regia di Silvia Paoli
IL GATTOPARDO
di Luchino Visconti tratto dal romanzo di Tomasi di Lampedusa
inaugura la stagione dei concerti con proiezione ed esecuzione dal vivo della colonna sonora
Sul podio Timothy Brock
Quattro nuove coreografie per la danza
IL LAGO DEI CIGNI, DON QUICHOTTE, CARAVAGGIO, LA BELLA ADDORMENTATA
con il Corpo di ballo diretto da Jean- Sébastien Colau
Ètoiles ospiti Andrea Sarri e Maia Makhateli
Il ritorno di Nicola Alaimo con Le convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti
Il debutto a Palermo di Ludovic Tézier in Rigoletto
Per la prima volta al Teatro Massimo Semiramide di Rossini
Palermo, 29 luglio 2025. Il Sindaco di Palermo e Presidente della Fondazione Teatro Massimo,
Roberto Lagalla, il Sovrintendente Marco Betta e il Direttore artistico Alvise Casellati hanno
presentato il programma della stagione 2025-2026 di opere, balletti e concerti, nell’incantevole Sala
liberty di Villa Igiea, Rocco Forte Hotel, partner della Fondazione.
“Anime in bilico, oltre i confini”, è il titolo e il filo invisibile che percorre tutta la stagione intessendo
una trama sotterranea che unisce opere e balletti, epoche e stili, tradizione e visione. È la trama dei
personaggi sospesi sull’orlo di qualcosa: un amore impossibile, una scelta fatale, una trasformazione
interiore. E allo stesso tempo, è la stagione dei confini sfumati, di quei territori dove sogno e realtà si
intrecciano, dove l’arte diventa vita e la finzione si fa rivelazione, dove davanti ai protagonisti, che
vivono in permanenza sospesi su una soglia tra il desiderio e il dovere, tra il sé e l’altro, tra la luce e
l’ombra, non esistono certezze, ma ombre, nebbie, specchi che a volte riflettono con nitidezza, a volte
deformano la realtà. Non approdi sicuri, ma inquietudini fertili. La scena teatrale si fa così specchio
della condizione umana: fragile, mutevole, profondamente vera.
Opere, balletti e concerti che coinvolgeranno tutte le maestranze e gli artisti della Fondazione:
l’Orchestra, il Coro, il Coro di voci bianche, il Corpo di ballo e i laboratori scenografici. Titoli di
grande repertorio, nuovi allestimenti, riletture visionarie, coproduzioni internazionali e un percorso
artistico e simbolico che esplora le soglie dell’esistenza: tra luce e ombra, realtà e immaginazione,
destino e desiderio.
Fulcro emotivo della stagione sono le protagoniste femminili: da Zemfira a Nedda, da Gilda a
Didone, da Aida ad Amneris, fino a Semiramide. Figure sospese tra desiderio e condanna, tra purezza
e ribellione, tra amore e rinuncia. La stagione esplora il potere drammatico delle loro storie, spesso
segnate da esclusione, forza e sacrificio, e lo fa in dialogo con le grandi questioni del nostro tempo, a
partire dalla lotta contro la violenza di genere e per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
«La stagione 2025-26 del Teatro Massimo – dichiara il Sindaco e Presidente della Fondazione,
Roberto Lagalla – è un viaggio profondo nell’animo umano, tra sogni, inquietudini e trasformazioni.
“Anime in bilico, oltre i confini” è un titolo che racconta la complessità del nostro tempo, intrecciando
bellezza, fragilità e verità. Il Teatro Massimo si conferma non solo luogo di cultura e eccellenza
artistica, ma spazio vivo di riflessione e dialogo con la società. Ringrazio il Sovrintendente Marco
Betta e il Direttore artistico Alvise Casellati per aver costruito una stagione che dà voce alle emozioni e
ai conflitti più autentici, in una visione inclusiva e coraggiosa. È una proposta che parla ai giovani,
affronta con sensibilità temi cruciali come la condizione femminile e i diritti dei più fragili, e valorizza
il talento di tutte le maestranze della Fondazione, a cui rivolgo il mio ringraziamento per l’impegno
profuso. Palermo, grazie al suo Teatro, si proietta ancora una volta sul panorama culturale
internazionale con forza e identità».
«Questa stagione – commenta il Sovrintendente Marco Betta – è pensata come una soglia da
attraversare, un luogo liminale dove arte e vita si riflettono, dove i confini sfumano e il teatro diventa
luogo di trasformazione. Il titolo, Anime in bilico, oltre i confini, non è solo un’immagine evocativa,
ma la chiave di lettura di ogni titolo in programma: opere e balletti che interrogano il presente
attraverso figure sospese, fragili, potenti. Ringrazio tutti i lavoratori, gli artisti e lo staff per la loro
professionalità e dedizione; ringrazio il Presidente, Sindaco Prof. Roberto Lagalla ed il Presidente della
Regione On.le Renato Schifani che sostengono le Istituzioni culturali in Sicilia e sono vicini al Teatro
con passione e cura; grazie al Ministero della Cultura che insieme al Comune di Palermo e alla Regione
Siciliana garantisce un impegno costante a sostegno dell’arte e della cultura. Grazie al lavoro prezioso
del Consiglio di Indirizzo e del Collegio dei Revisori ed un grazie riconoscente al pubblico che con il
suo amore e la sua passione rende vivo il sogno del teatro».
«La stagione 2025/26 è un invito a restare in ascolto dell’inquietudine, – aggiunge il direttore artistico
Alvise Casellati – ad attraversare le zone grigie dell’esistenza, a immergerci in un teatro in cui la realtà
si contamina con l’immaginazione e si rifrange in mille sfaccettature. Le anime in bilico che
incontriamo non sono eroi tradizionali, ma figure fragili, contraddittorie, profondamente umane che si
spingono nella loro evoluzione oltre i confini: più che risposte, troveremo domande. In quelle
domande, il battito vivo del teatro».
OPERE E BALLETTI
La stagione 2025-2026 offre un equilibrato alternarsi di opere e balletti, con un’attenzione particolare
alla qualità artistica e alla varietà stilistica, con 8 produzioni d’opera e 4 di balletto, ai quali si
aggiungeranno gli spettacoli della stagione estiva. Da segnalare la presenza di diversi nuovi
allestimenti, che testimoniano della eccezionale qualità dei laboratori scenotecnici e della sartoria della
Fondazione, e la riproposta di alcuni dei più significativi allestimenti prodotti negli ultimi anni, anche
in coproduzione con altri teatri; si tratta di spettacoli che in questi anni sono stati proposti anche nelle
tournées del Teatro Massimo e noleggiati da molti importanti teatri italiani ed europei. Proprio sul tema
della presenza all’estero della Fondazione è da segnalare, a settembre 2025, la partenza per il Vietnam
dell’Orchestra del Teatro.
L’INAUGURAZIONE CON ALEKO di RACHMANINOV e PAGLIACCI di LEONCAVALLO
A inaugurare la stagione, il 21 novembre 2025, sarà un dittico di grande impatto emotivo, Aleko di
Sergej Rachmaninov e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, opere praticamente contemporanee
(Pagliacci precede Aleko di un anno) che hanno in comune non solo la densità dell’azione, in un solo
atto, ma anche le tematiche. La direzione musicale è affidata a Francesco Lanzillotta, che torna sul
podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, mentre la regia sarà curata da Silvia Paoli, al debutto a
Palermo in un nuovo allestimento del Teatro Massimo che coinvolge Coro, Coro di voci bianche,
Corpo di ballo e Orchestra della Fondazione. Protagonisti il tenore Brian Jagde, il soprano Carólina
Lopez Moreno, il baritono azero Elchin Azizov. Aleko, nell’opera di Rachmaninov tratta dal poema di
Puškin, è un uomo che cerca libertà nell’erranza, ma è prigioniero del suo stesso impulso possessivo.
L’idillio si spezza nel sangue, e l’esilio diventa tragedia. Al tempo stesso, la vicenda principale
riprende e modifica quanto avvenuto in passato: il vecchio Zingaro, cioè il padre di Zemfira, racconta
di come la sua compagna fosse fuggita con un altro, lasciandogli la bambina, in un gioco dirispecchiamenti tra presente e passato. I personaggi si tolgono la maschera (o la indossano per sempre),
affrontano il proprio doppio. La vicenda si specchia anche in quella di Pagliacci, e nella regia di Silvia
Paoli le due opere vengono poste in dialogo l’una con l’altra. Anche in Pagliacci di Leoncavallo
l’anima è mascherata ma non protetta: Canio ride sul palco e sanguina nell’intimo, fino a far coincidere
la finzione teatrale con l’irreparabile atto reale. Proprio nel prologo iniziale viene dichiarato l’intento di
mostrare “lacrime vere”, uno “squarcio di vita”, oggi tristemente attuale.
IL RITORNO DE LA BOHÈME
Nel periodo natalizio, dal 14 dicembre 2025 andrà in scena La bohème di Giacomo Puccini, sotto la
direzione musicale di Carlo Montanaro, con la regia di Mario Pontiggia, le scene di Antonella
Conte e i costumi di Francesco Zito per uno degli allestimenti di maggior successo del Teatro
Massimo, già recatosi nel giugno 2023 anche in tournée in Giappone; in scena un cast di grandi
cantanti, con grandi voci internazionali come Anastasia Bartoli, Arturo Chacón-Cruz, Hasmik
Torosyan e Jessica Nuccio, il Coro e il Coro di voci bianche diretti da Salvatore Punturo, con
l’Orchestra della Fondazione. Nella Bohème, il gruppo di giovani artisti protagonisti è costretto a
vedere infrangersi le illusioni della giovinezza contro la malattia e la povertà; ritorna quindi il tema del
teatro, con “l’ardente dramma” di Rodolfo bruciato nel camino per scaldare per qualche minuto la
gelida soffitta, così come i fiori creati da Mimì non hanno odore: il drammatico finale lascia i
personaggi di fronte alla nudità implacabile della morte.
IL LAGO DEI CIGNI di ČAJKOVSKI AMBIENTATO NELLA SICILIA DEL GATTOPARDO
Dal 22 gennaio 2026 sarà proposto il grande classico del balletto romantico, Il lago dei cigni di Pëtr
Il’ič Čajkovskij, in una nuova versione coreografica firmata da Jean-Sébastien Colau per il Corpo di
ballo del Teatro. La direzione musicale sarà di Nicola Giuliani, alla guida dell’Orchestra del Teatro.
Nel Lago dei cigni, la magia trasforma il corpo e condanna l’amore. La principessa-cigno è intrappolata
in una doppia identità, in una notte senza fine. Il trionfo della principessa Odile è la condanna del suo
doppio Odette. Jean-Sébastien Colau propone una ripresa classica di questo capolavoro del repertorio,
rispettosa dell’eredità di Marius Petipa e Lev Ivanov, mettendo in risalto la precisione, l’eleganza e
l’espressività del Corpo di ballo della Fondazione. Questa nuova produzione del Teatro Massimo sarà
ambientata nell’epoca del Gattopardo, in un’atmosfera aristocratica e raffinata: crinoline, sete, scarpe
eleganti e abiti d’epoca trasporteranno il pubblico nella Sicilia ottocentesca, tra decadenza e splendore.
La scenografia è firmata da Francesco Zito, mentre i costumi sono stati disegnati da Cécile Flamand,
con una cura minuziosa del dettaglio storico ed estetico. Due stelle internazionali saranno protagoniste:
nel ruolo di Odette/Odile, Maia Makhateli, étoile del Balletto Nazionale d’Olanda (Amsterdam),
mentre nel ruolo del principe Siegfried danzerà Andrea Sarri, palermitano, primo ballerino dell’Opéra
di Parigi.
SPAZIO ALLA MUSICA BAROCCA CON DIDO AND AENEAS
Dal 20 febbraio sarà in scena l’intensa opera di Henry Purcell, Dido and Aeneas, in un allestimento
intimo e raffinato della Fondazione Teatro Massimo, già andato in scena nel 2021. Uno spettacolo
dominato da elementi scenici essenziali che definiscono il letto della regina cartaginese e la grande
nave di Enea, entrambi neri, poiché ciascuno a modo suo portatori di morte. La regia sarà curata da
Lorenzo Amato, con la direzione musicale di Gabriele Ferro, scene e costumi di Justin Arienti. Nel
ruolo della protagonista il soprano palermitano Roberta Mantegna, che torna al Teatro Massimo dopo
il Pirata belliniano del 2021, accanto a lei Zachary Altman, che nella inaugurazione dell’anno scorso
era stato intenso protagonista di Le Grand Macabre. Con il Coro e l’Orchestra della Fondazione.
SEMIRAMIDE E LA GRANDIOSITÀ DEL BEL CANTO ROSSINIANO
Dall’11 marzo, Semiramide di Gioachino Rossini sarà in scena per la prima volta al Teatro Massimo,
e tornerà a Palermo dopo un secolo e mezzo (le ultime recite erano state nel 1878 al Politeama
Garibaldi). Scritta nel 1823 per la Fenice di Venezia, Semiramide è l’ultima opera composta da Rossini
in Italia. Semiramide, madre e regina, si scopre carnefice e vittima allo stesso tempo: un’anima in bilico tra il trono e l’abisso, vittima del desiderio sensuale e del potere che la porta prima a uccidere il
marito e legarsi ad Assur, poi a cercare di sedurre il proprio figlio perduto (nonché legittimo erede al
trono). La vicenda della regina assiro-babilonese si caricherà di cupa drammaticità nell’allestimento
proveniente dall’Opéra de Rouen-Normandie con la regia di Pierre-Emmanuel Rousseau. Tra gli
interpreti principali figureranno Vasilisa Berzhanskaya, nella parte della protagonista che fu scritta da
Rossini per l’amata Isabella Colbran, il mezzosoprano palermitano Chiara Amarù (Arsace) che ritorna
a Palermo per uno dei più importanti ruoli rossiniani en travesti, il basso Mirco Palazzi (Assur) e il
tenore Maxim Mironov (Idreno), sul podio sarà Christopher Franklin, con Orchestra e Coro del
Teatro.
LA DANZA TORNA PROTAGONISTA CON DON QUICHOTTE
Dal 29 marzo sarà in scena uno dei grandi balletti classici del repertorio, Don Quichotte, ispirato al
celebre romanzo di Cervantes, su musiche di Aloisius Ludwig Minkus. Don Chisciotte abita il confine
tra realtà e follia: si crede eroe, e diventa ridicolo. Ma nella sua illusione c’è anche una forma di verità
poetica, una luce che ci interroga, e il buffo cavaliere dalla triste figura con il suo goffo scudiero
diventa il simbolo della lotta contro la banalità, l’ignoranza, la grettezza. Sostenuto dalla musica vivace
di Minkus, questo balletto si distingue per l’energia travolgente, i colori brillanti e la virtuosità tecnica,
in particolare nei ruoli di Kitri e Basilio. Per questa nuova produzione, il coreografo José Martinez
(Direttore del Corpo di ballo dell’Opéra di Parigi) propone una rilettura fedele ed entusiasmante di
questo capolavoro, che unisce tradizione e modernità, umorismo e brio. La sua visione dona nuovo
slancio a questo balletto emblematico, mettendo in risalto tutta la vivacità e la ricchezza del suo
universo. Le scene sono firmate da Antonella Conte e i costumi creati da Mario Celentano, per
un’estetica curata e luminosa, che evoca una Spagna sognata e teatrale per il Corpo di ballo del Teatro
diretto da Jean-Sébastien Colau. La produzione è realizzata in coproduzione con l’Opéra National
de Bordeaux, a testimonianza della volontà di collaborazione tra grandi istituzioni internazionali per
far vivere e brillare il repertorio classico in tutta la sua bellezza. L’Orchestra della Fondazione sarà
diretta da Mojca Lavrenčič.
LE CONVENIENZE E INCONVENIENZE TEATRALI
Dal 26 aprile sarà presentata l’esilarante opera comica di Gaetano Donizetti, Le convenienze e
inconvenienze teatrali, con il grande baritono palermitano Nicola Alaimo, di ritorno a Palermo dopo lo
straordinario successo ottenuto come Jago nell’Otello di Verdi a gennaio 2025, e con il soprano
Desirée Rancatore nei panni della primadonna della compagnia. La regia è firmata dal prestigioso duo
Moshe Leiser e Patrice Caurier, in un nuovo allestimento del Teatro Massimo. Dirigerà George
Petrou, Orchestra e Coro della Fondazione. Il divertentissimo atto unico Le convenienze e
inconvenienze teatrali, composto da Donizetti nel 1827, era stato rappresentato per la prima volta a
Palermo nella stagione 1834-35 del Real Teatro Carolino e poi al Teatro Massimo nel 1972. Se in
quest’opera farsesca ridiamo dei tic e dei capricci del teatro stesso, è perché riconosciamo quanto la
scena sia, in fondo, specchio deformato ma sincerissimo della vita. In un certo senso anche
autobiografico: esattamente duecento anni fa, nella stagione 1825-26, Gaetano Donizetti era a Palermo
come direttore artistico del Real Teatro Carolino, per il quale scrisse l’opera Alahor in Granata.
Presentare ora Le convenienze e inconvenienze teatrali è anche un modo per ripercorrere quella che
poté essere la sua vita quotidiana in quei mesi palermitani di duecento anni fa, con tutte le peripezie che
dovette affrontare nell’organizzazione di quello che era all’epoca il principale teatro d’opera della città.
L’EPICA E MONUMENTALE AIDA
Dal 22 maggio torna dopo tredici anni nella stagione del Teatro Massimo Aida di Giuseppe Verdi,
con la regia di Mario Pontiggia e la direzione musicale di Frédéric Chaslin. L’allestimento è frutto
della coproduzione con il Teatro Nazionale Croato di Zagabria, e coinvolgerà anche il Corpo di
ballo oltre a Orchestra e Coro. Le scene, ispirate all’Egitto dei faraoni, saranno di Antonella Conte, i
costumi disegnati da Ilaria Ariemme. Nel nutrito cast, tra gli altri il tenore Angelo Villari, il
mezzosoprano Daniela Barcellona, il baritono Claudio Sgura. Aida, divisa tra patria e amore, tra il
proprio presente di schiava e l’identità negata di principessa, finisce per annullarsi scegliendo la morte
insieme a Radamés. Uno dei titoli più amati di Verdi, legato al Teatro Massimo per le tante edizioni
che vi si sono succedute fin dal primo anno di attività, quando fu l’opera di inaugurazione della
seconda stagione 1897-98, ma soprattutto perché è stata, nel 1998, la prima opera dopo la riapertura del
Teatro.
CARAVAGGIO: UN BALLETTO CONTEMPORANEO
La prima parte della stagione si concluderà con un evento di grande richiamo: dal 20 giugno sarà in
scena Caravaggio, balletto contemporaneo ispirato al pittore seicentesco su coreografia di Mauro
Bigonzetti. La produzione vedrà la partecipazione eccezionale di étoiles ospiti insieme al Corpo di
ballo diretto da Jean-Sébastien Colau. Il balletto è accompagnato da musiche di Claudio Monteverdi
riarrangiate da Bruno Moretti che saranno eseguite dall’Orchestra del Teatro sotto la direzione di
Gianna Fratta. La scenografia, firmata da Carlo Cerri, si ispira ai chiaroscuri dei dipinti di
Caravaggio, trasformando il palco in un quadro vivente di luci e ombre. Il balletto in due atti ripercorre
le tappe principali della vita artistica e personale del maestro, con particolare attenzione ai suoi drammi
interiori e alla sua rivoluzionaria visione artistica. Il pittore maledetto attraversa la linea sottile tra arte e
dannazione, e la danza ne restituisce ogni tormento. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati
di danza, di arte e di cultura, che unisce la potenza della coreografia di Bigonzetti, l’eleganza dei
danzatori e la forza evocativa della scenografia e dei costumi.
CAVALLERIA RUSTICANA, UN GRANDE CAPOLAVORO DEL VERISMO
Dopo la pausa estiva, dal 12 settembre la stagione riprenderà con Cavalleria rusticana di Pietro
Mascagni, che si ricollega all’opera di inaugurazione dato che viene spesso eseguita insieme a
Pagliacci. Verrà proposta in un nuovo allestimento con la regia di Marco Gandini, mentre Coro e
Orchestra del Teatro Massimo saranno sotto la guida di Gaetano d’Espinosa, che nella scorsa stagione
aveva diretto Salome. In Cavalleria rusticana il senso dell’onore rurale, primitivo e arcaico, trascina i
personaggi verso un destino di violenza e morte: un’opera dove ogni gesto è irrevocabile, e ogni
silenzio pesa più delle parole, fino al grido conclusivo “Hanno ammazzato compare Turiddu!”. Anche
in questo caso, come per Pagliacci, il tema della mascolinità vissuta come espressione di aggressività è
ancora, purtroppo, attuale e pervasivo nelle cronache.
LA BELLA ADDORMENTATA CON LE COREOGRAFIE DI OLIVEIRA
Dal 2 al 6 ottobre torna La bella addormentata di Pëtr Il’ič Čajkovskij, in un allestimento del
Salzburger Landestheater, con coreografia di Reginaldo Oliveira. Oliveira offre una lettura intensa e
personale del grande classico, conservando la musica originale di Čajkovskij, ma la coreografia e
l’estetica sono reinterpretate in chiave contemporanea. I temi centrali – il conflitto tra bene e male, la
paura, il risveglio – vengono esplorati con forza visiva e drammatica. I costumi colorati delle fate si
stagliano contro scenografie fredde e scure, mentre la figura di Carabosse diventa un’ombra minacciosa
e moderna. Aurora, invece, è simbolo di rinascita e di speranza. Con pochi danzatori e un linguaggio
fisico intenso, Oliveira riesce a raccontare una fiaba conosciuta da tutti in modo nuovo, emozionante e
profondo. Con il Corpo di ballo diretto da Jean-Sébastien Colau e Carlo Benedetto Cimento alla
guida dell’Orchestra del Teatro Massimo.
RIGOLETTO, UNO DEI TITOLI PIU AMATI DEL REPERTORIO VERDIANO
La stagione si concluderà con Rigoletto, in scena dal 23 al 31 ottobre 2026, con la regia di John
Turturro e la direzione di Gianna Fratta, in un allestimento del Teatro Massimo per una
coproduzione internazionale che ha già girato il mondo con grande successo. Nel cast, il debutto a
Palermo di uno dei più grandi baritoni del momento, il francese Ludovic Tézier, nel ruolo del titolo.
Insieme a lui il tenore Francesco Demuro (Duca di Mantova). Rigoletto, segnato dalla maledizione
che si abbatte su di lui, è l’esempio più tragico del destino che si accanisce sempre contro i più deboli
(deformi, poveri, fragili) risparmiando invece chi è ricco e potente. Il buffone è distrutto dal
meccanismo stesso della finzione in cui si è rifugiato, nella casa in cui ha recluso la figlia e la propria
identità di padre. Quando il gioco si fa realtà, perde tutto: il potere che esercita sul duca e sui cortigiani,
la figlia, se stesso.
CONCERTI
La stagione concertistica si apre il 4 dicembre con un appuntamento eccezionale, nel quale verrà
proposta, per la prima volta al Teatro Massimo, la proiezione del film Il gattopardo di Luchino
Visconti nella versione recentemente restaurata, con l’esecuzione dal vivo delle musiche della colonna
sonora composta da Nino Rota. Ad eseguire la partitura di Rota sarà l’Orchestra del Teatro Massimo
diretta da Timothy Brock, affermatissimo direttore, tra i massimi esperti della restituzione dal vivo
delle musiche da film, e già in passato apprezzatissimo ospite delle stagioni della Fondazione. Un
appuntamento che si ricollega al primo balletto della stagione, Il lago dei cigni, la cui ambientazione
sarà appunto nella Sicilia di metà Ottocento. Un altro concerto di grande rilievo, come ormai
consuetudine, sarà quello di Capodanno, con il Coro e l’Orchestra diretti dal maestro Lorenzo
Passerini, per un momento fuori abbonamento che da anni è sempre molto apprezzato dai palermitani e
dai turisti. Il concerto dell’8 gennaio vedrà l’esecuzione di uno dei più grandi capolavori della musica
sacra del periodo classico, la Missa solemnis di Ludwig van Beethoven; il compositore tedesco vi
racchiude non solo il proprio percorso compositivo, ma anche tutto la storia del genere della messa
cantata, dal gregoriano fino appunto a lui, creando un impressionante monumento di mirabile
complessità. Sul podio salirà Umberto Clerici per dirigere i quattro solisti vocali, l’Orchestra e il Coro
del Teatro Massimo guidato da Salvatore Punturo. Anche il concerto dell’8 febbraio 2026 vedrà la
presenza di Coro e Orchestra per un programma diretto da Frédéric Chaslin, che torna al Teatro
Massimo dopo la bellissima esperienza del Faust di Gounod e del concerto straussiano della stagione
2024-25. Come violino solista suonerà la spalla dell’Orchestra del Teatro Massimo, Salvatore Greco.
La stagione concertistica è anche il momento in cui la Fondazione mette in mostra la propria rete di
collaborazioni con altre istituzioni palermitane e italiane: è il caso del concerto del 25 febbraio 2026
dell’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori diretta dal violinista Emmanuel Resche-
Caserta con il soprano Marie Perbost e musiche di Lully, Marais e Rameau. Un progetto del
Ministero dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Conservatorio Alessandro Scarlatti di
Palermo, che sarà riproposto in replica anche al Teatro Costanzi di Roma a marzo. Il 19 marzo sarà
invece il Coro del Teatro Massimo diretto dal Maestro del Coro Salvatore Punturo a proporre un
programma di musica per coro accompagnato dal pianoforte. Il 22 marzo tornerà sotto la direzione di
Diego Ceretta l’Orchestra Nazionale dei Conservatori , dopo il bel successo del concerto del 2025,
per eseguire il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Dmitrij Šostakovič con Elia Cecino al
pianoforte e la Suite da Romeo e Giulietta di Sergej Prokofiev. Anche questo è un progetto del
Ministero dell’Università e della Ricerca realizzato in collaborazione con il Conservatorio Ottorino
Respighi di Latina. Sempre nell’ambito delle collaborazioni con le istituzioni palermitane, sono da
segnalare i due concerti del 6 maggio 2026 con l’Orchestra del Conservatorio Alessandro Scarlatti
e il Concerto del 24 settembre realizzato grazie alla ormai lunga e proficua collaborazione con
l’Orchestra Jazz Siciliana della Fondazione The Brass Group. Orchestra e Coro del Teatro Massimo
eseguiranno un altro grande capolavoro beethoveniano dopo la Missa solemnis: il 9 e 10 giugno sarà il
turno della Nona Sinfonia con l’Inno alla Gioia sul testo di Friedrich Schiller nell’ultimo movimento,
sotto la direzione di Nir Kabaretti. A concludere la stagione sarà, l’11 ottobre, il direttore musicale
onorario a vita del Teatro Massimo, Gabriele Ferro, con un concerto insieme all’Orchestra della Fondazione.