L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, è profondamente rattristata e gravemente preoccupata per l’aumento delle vittime e delle sofferenze dei civili, comprese le persone costrette a fuggire, a causa dei brutali attacchi nelle province orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Questa situazione insopportabile continua ad aggravarsi e non può più essere ignorata.
Nel mese di luglio, attacchi simultanei perpetrati da gruppi armati nella provincia di Ituri hanno provocato 11 morti e lasciato 250 case saccheggiate e bruciate.
Tra febbraio e giugno di quest’anno, l’UNHCR e i suoi partner hanno registrato oltre 800 morti a causa di attacchi con armi da fuoco e raid con machete contro le comunità locali dell’Ituri. Almeno 715 di queste vittime si erano rifugiate in campi per sfollati interni o sono state uccise mentre rientravano a casa dopo essere fuggite dalla violenza. Nel solo mese di giugno, 97 persone rientrate o sfollate sono state uccise in attacchi che comprendevano rapimenti, saccheggi e incendi di case.
Più di 20.700 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa di questi raid, che stanno anche alimentando una grave insicurezza alimentare nell’Ituri, una regione fertile dove lo sviluppo è bloccato da decenni a causa di scontri intercomunitari, che hanno tolto i mezzi di sussistenza alle famiglie e alle generazioni future.
Nel Nord Kivu, l’insediamento di Kashuga per sfollati interni nel territorio di Masisi è stato distrutto a giugno da uomini armati in un attacco che ha provocato otto morti e almeno altri sette feriti gravi da armi da fuoco.
Nelle ultime settimane, i combattimenti tra l’Esercito congolese e il gruppo M23 nella provincia del Nord Kivu hanno costretto alla fuga più di 160.000 persone nei territori di Rutshuru e Nyiragongo. Il ridispiegamento delle truppe governative in questo conflitto ha creato vuoti di potere e insicurezza sia nell’Ituri che nel Nord Kivu, dove attacchi coordinati da parte di diversi gruppi di miliziani terrorizzano quotidianamente le comunità delle province orientali.
L’insicurezza aggrava la sfida esistente delle lotte intercomunitarie, la mancanza di infrastrutture e l’assenza di istituzioni nella regione, alimentando, inoltre, l’intensificarsi dei cicli di violenza, con il risultato di generare ulteriore instabilità e minare gli sforzi di pace e sviluppo. Questi attacchi aumentano anche le difficoltà di UNHCR e i partner a fornire assistenza salvavita a queste comunità vulnerabili.
L’operazione dell’UNHCR nella RDC ha ricevuto solo il 19 per cento dei 225 milioni di dollari necessari per rispondere alle crescenti esigenze dei rifugiati e degli sfollati con un sostegno urgente e salvavita. Questa cifra si è basata sulle necessità di inizio anno. Sono urgentemente necessarie significative risorse aggiuntive per far fronte alle crescenti necessità delle nuove popolazioni costrette a fuggire.
L’UNHCR chiede con la massima fermezza a tutte le parti in causa l’immediata cessazione di questa violenza insensata, che sta costringendo decine di migliaia di persone a fuggire. Chiediamo inoltre il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani per proteggere i civili e gli operatori umanitari dalla violenza e per garantire che i responsabili siano portati immediatamente davanti alla giustizia.
Più di 5,6 milioni di persone sono state costrette a fuggire all’interno della RDC. Si tratta della popolazione di sfollati interni più numerosa del continente africano e tra le più numerose al mondo.