Caro affitti, Cgil e Sunia Toscana sostengono la mobilitazione degli universitari fuorisede Udu: “Necessario estendere la protesta anche per tutte quelle famiglie a basso e medio reddito, per i lavoratori e i pensionati, per i quali la casa, ostaggio della rendita speculativa e parassitaria, è diventata un acceleratore di povertà”. 10 proposte del sindacato ai parlamentari toscani
Firenze, 12-5-2023 – La Cgil e il Sunia ormai da troppo tempo e in maniera incessante denunciano la latitanza della classe politica di questo Paese nel mettere in atto un piano strutturale che affronti e risolva l’impossibilità di garantire un diritto all’abitare sostenibile e adeguato alle necessità delle famiglie, studenti, lavoratori e anziani.
Oggi sono gli studenti universitari fuori sede a protestare perché la impossibilità di trovare alloggi a prezzi sostenibili, sta compromettendo l’accesso al diritto allo studio ai danni di migliaia di giovani.
Ma mai come ora è necessario estendere la protesta e la denuncia anche per tutte quelle famiglie a basso e medio reddito, per i lavoratori e i pensionati, per i quali la casa, ostaggio della rendita speculativa e parassitaria, è diventata un acceleratore di povertà piuttosto che uno strumento di emancipazione sociale, un volano per sostenere la crescita culturale, economica, lavorativa dei cittadini.
In Toscana, il fenomeno della ‘difficoltà’ abitativa è sempre più esteso: una Regione dove molte aree e centri urbani sono ad alta vocazione turistica, in particolare le città d’arte.
E’ soprattutto in questi contesti che la condizione di qualità e sostenibilità abitativa per i residenti, per i lavoratori pendolari e studenti fuori sede è sempre meno sostenibile.
La situazione sembra già arrivata ad un punto di non ritorno a causa della colpevole complicità di una politica che non ha voluto e saputo governare il fenomeno con lungimiranza attraverso adeguati provvedimenti di controllo del mercato e investimenti strutturali, anzi! Lo ha aggravato con il proliferare incontrollato di abitazioni private destinate agli affitti turistici brevi, con grandi strutture ed aree dismesse collocate soprattutto nei contesti urbani dove maggiore è il disagio abitativo, realizzate in gran parte con soldi pubblici e appartenute ad Istituzioni ed Enti (Forze armate, Ferrovie, enti previdenziali, Monopoli di Stato, Poste, Enel, ASL, etc..) cedute in blocco ad investitori immobiliari italiani e stranieri per trasformarle in falsi studentati, abitazioni di lusso, centri commerciali etc.
Poco o niente, invece, per finanziare la costruzione di nuove case popolari, alloggi per studenti, lavoratori, fuori sede, a canone sostenibile e alloggi per anziani con servizi di prossimità. Le uniche misure del governo Meloni sul tema casa finora adottate sono state quelle di azzerare il contributo a sostegno delle famiglie di lavoratori in affitto nel mercato privato e di non ri-finanziare la ristrutturazione delle case popolari sfitte.
La sacrosanta protesta messa in atto dagli studenti denuncia in maniera evidente la necessità riprendere in mano le politiche abitative. In occasione delle elezioni politiche dello scorso settembre, la CGIL e il SUNIA della Toscana avevano messo a punto un decalogo di buone proposte, che anche in questa occasione ripropongono ai Parlamentari toscani, alle Istituzioni regionali e ai Comuni.
Di seguito le 10 proposte:
1) rifinanziare il fondo di sostegno all’affitto, il fondo per la morosità incolpevole; unitamente all’aumento della detrazione fiscale per gli inquilini con riferimento al canone di locazione;
2) istituzione di un “Ministero per la casa” che unifichi le competenze ora in capo agli altri ministeri sui problemi abitativi, come riferimento unico della programmazione delle politiche abitative nel nostro Paese;
3) dovrà essere previsto e finanziato un piano strutturale per i prossimi anni, con una posta di bilancio stabile di edilizia residenziale pubblica e sociale, per il diritto allo studio, per un programma pluriennale per almeno 500mila alloggi;
4) misure urgenti per la graduazione programmata degli sfratti istituendo un Tavolo nazionale che coinvolga le varie competenze, ministeriali, istituzionali e sociali, per costituire cabine di regia a livello locale che individuino percorsi di accompagnamento sociale delle famiglie per garantire il passaggio da casa a casa, anche attraverso una banca dati degli alloggi disponibili degli enti pubblici e previdenziali, prevedendo risorse per i Comuni per affrontare l’emergenza abitativa oggi esistente, e con misure urgenti, anche a livello fiscale di incentivi per consentire la rinegoziazione dei canoni di locazione in riduzione e per la sua calmierazione e per prevenire gli sfratti per morosità incolpevole e limitare il contenzioso giudiziario;
5) il processo di attribuzione delle competenze alle Regioni ha prodotto un quadro normativo sull’edilizia sociale per molti aspetti contraddittorio. Rivedere l’attuale ripartizione dei compiti e delle funzioni restituendo coerenza alle azioni dei vari soggetti istituzionali è una condizione indispensabile per superare le conflittualità e ricercare le forme di una reale collaborazione;
6) una legge quadro è indispensabile per restituire unitarietà di indirizzo sul ruolo dell’Edilizia pubblica e della sua gestione. L’Edilizia residenziale pubblica deve essere sviluppata e non liquidata. I programmi di vendita parziale del patrimonio debbono essere indirizzati ad una razionalizzazione gestionale e programmi di investimento che aumentino l’offerta. Sul versante della tenuta dei bilanci, oltre all’indispensabile revisione delle spese improduttive ed una verifica degli ambiti territoriali che garantiscano servizi di prossimità all’utenza e il supporto tecnico operativo ai Comuni. Nell’immediato occorre mantenere il Bonus del 110% come strumento permanente per l’edilizia pubblica sociale per un grande piano di riqualificazione e regolarizzazione del patrimonio che può e deve essere parte di un ambizioso programma di riqualificazione e rigenerazione urbana.
7) mettere il ruolo del pubblico al centro degli interventi di rigenerazione, trasformazione, riqualificazione e delle politiche di Housing Sociale, per un nuovo modello di abitare sociale;
8) promuovere riforme ed interventi sul settore della locazione privata ribadendo la centralità del canale concordato su tutto il territorio nazionale e l’applicazione esclusiva delle agevolazioni fiscali, nazionali e locali, a questo settore dell’affitto;
9) lotta all’evasione fiscale con misure di contrasto, visto che in questo comparto l’evasione è di circa 1 miliardo di euro all’anno, cifra sufficiente a finanziare cospicui interventi di politica abitativa anche attraverso la tracciabilità dei canoni, in analogia con quanto accade per il mutuo sulla prima casa;
10) contrastare la diffusione delle locazioni brevi di tipo turistico con reali poteri ai Comuni e alle Regioni in materia di regolamentazione e indirizzo.
Firmato: Gessica Beneforti (Cgil Toscana), Simone Porzio (dipartimento Politiche abitative Cgil Toscana), Laura Grandi (segretaria generale Sunia Toscana)