MARCO LODOLA HA DIPINTO IL DRAPPELLONE PER IL PALIO
DEL 16 AGOSTO
E’ un caleidoscopio di colori il drappellone realizzato da Marco Lodola per il Palio del 16 agosto. Una contaminazione di stili. Una cifra unica: Lodola. Nella parte alta del drappo la Madonna con una veste rossa e un mantello blu. Il volto non è delineato, così come quelli che riempiono la parte restante. Così come in tutti i lavori che contraddistinguono il maestro lombardo. Sono volti senza tempo. Ed è giusto così. Non si può racchiudere la Vergine in un arco temporale. Non si può ingabbiare dentro le lancette del tempo la passione di un popolo, quello senese, per il Palio.
L’opera di Lodola va guardata e non semplicemente vista. Solo così ognuno di noi potrà riempire quel vuoto, che vuoto non è, ed entrare in contatto con l’artista che passa a noi il “testimone” per innescare un dialogo con l’arte. Per personalizzare e rendere soggettivi i lineamenti che non appaiono. Come sempre la sua creatività stimola un interscambio di sensazioni con chi la osserva. Con tutti e non solo con l’élite. Ecco la contaminazione con la Pop Art.
Al centro del drappo un grande cavallo nero emerge da quel popolo variopinto ed emozionale. Giallo, rosso, verde, rosa, celeste, arancio. Marco Lodola è l’artista del colore. Lo ha dentro. Fa parte della sua creatività. Non lo deve ricercare, studiare, miscelare. Non ha incertezze nell’usarlo puro perché sa dominarlo con l’audacia che ha contraddistinto i Futuristi. Non a caso è tra i fondatori del Movimento Nuovo Futurismo. Ma è anche il ‘signore della luce’. Non potendo però illuminare la stampa che ha impresso, come invece fa per le installazioni che lo hanno reso celebre nel mondo, è riuscito, comunque, a catturare la luce attraverso una scelta sapiente di cromatismi quasi psichedelici di grande impatto visivo. Con la sua forza visionaria le forme prendono vita dalla sua tavolozza e non viceversa. Solo dopo le blocca in quel frammento di mondo: Siena, con il tratto marcato di un pennarello nero. Nella parte bassa del Palio trova spazio la riproduzione dell’araldica contradaiola, ma connotata dalla luminosità di tinte giocose come nel suo stile originale e personalissimo.
E’ un Palio Pop? Futurista? O Rock? Riduttivo codificare questo drappellone in uno specifico stilema. La produzione artistica di Marco Lodola ha elementi distintivi che rimandano, richiamano, ma non emulano, perché diversa è la visione del tempo in cui vive. Diverso l’approccio concettuale. Diversa l’energia profusa.
Il suo è un Palio che rispecchia appieno la prospettiva filosofica che ha dell’arte e, soprattutto, dell’icastico ruolo comunicativo che svolge davanti a qualsiasi pubblico.
Per scaricare la foto del drappellone:
https://www.comune.siena.it/node/4759
Presentazione del Palio di Marco Lodola
Buonasera, è una grande emozione essere qui oggi.
Ringrazio il Sindaco per avermi invitato a presentare il Drappellone del Palio di agosto e l’artista, Marco Lodola, per avere acconsentito a questo mio intervento.
Non è compito mio fare la presentazione di quest’opera assumendo le vesti del critico d’arte. Per la professione che svolgo, quella dell’illustratore, cerco sempre di far parlare le mie immagini da sole. Detto questo, a maggior ragione, il compito che mi è stato affidato non è dei più facili dovendo, oltretutto, presentare il lavoro di un altro artista. E in questo caso di un artista con un percorso e un’esperienza così vasti, come quelli di Marco Lodola.
Il suo lavoro, conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, ha attraversato tutti i territori della cultura popolare. Oltre a fare arte contemporanea, ha lavorato per la televisione, il cinema, la pubblicità, la moda, l’industria dello spettacolo e quella musicale. Durante il suo percorso artistico è stato avvicinato a Matisse e ai Fauves per la stilizzazione delle forme e l’uso espressivo e libero dei colori. E’ stato tra i fondatori del neo-futurismo. La sua arte, tuttavia, è autenticamente pop, per lo stile che la caratterizza ma soprattutto per il suo fine ultimo: quello di rivolgersi al popolo. Ha rielaborato simboli e sentimenti della società contemporanea, iconizzando ulteriormente icone già esistenti e creando immagini ulteriormente stilizzate, attraverso uno stile grafico, colorato, talvolta plastificato e luminoso, con l’intento di arrivare ancor più direttamente alla percezione del pubblico ed evitando il più possibile ogni sovrastruttura intellettuale.
È proprio questa aspirazione alla sintesi nel suo modo di comunicare che mi conduce ad accostare paradossalmente la sua estetica, pur così contemporanea, all’arte sacra medievale. Ai mosaici delle vetrate delle chiese che attraverso una sintesi visivo-narrativa avevano lo scopo di raccontare al popolo storie che rimanessero impresse nella sua memoria e lì restassero. Per tale motivo il suo Cencio può benissimo apparire contemporaneamente sia come il manifesto di un concerto pop, che come il mosaico di una vetrata medievale. Pur relazionandosi con l’iconografia tradizionale, l’artista è rimasto molto coerente al suo linguaggio e alla sua dialettica. Ha fatto un palio pop, sia dal punto di vista stilistico che da quello concettuale.
Seguendo il suo tipico processo creativo, Lodola ha inizialmente realizzato a mano
il bozzetto del Palio, lo ha poi elaborato in tecnica digitale e infine stampato sul tessuto, che grazie alla sua superficie lucida dà ai colori fosforescenti la luminosità tipica di tutte le sue opere.
Passo all’analisi degli elementi figurativi.
La Madonna si eleva sul popolo staccandosi dalla massa e, come da tradizione, va ad occupare la parte superiore del Drappellone. Nella parte inferiore gli stemmi delle contrade sono rappresentati con le loro iconografie per renderli immediatamente identificabili, secondo il criterio della maggiore leggibilità dell’opera. È però nella parte centrale che emergono i due elementi fondamentali di questo palio: il cavallo e il popolo.
Il cavallo è l’elemento dominante che sta al centro della scena. E’ la star del Palio. L’idolo che viene venerato. Il suo colore è nero, simbolo del potere. Assorbe l’energia e le emozioni del popolo come un buco nero e, allo stesso tempo l’attenzione di chi, come noi in questo momento, sta guardando il Drappellone. Ha il magnetismo metafisico del monolite di “2001: Odissea nello spazio”, è la pietra filosofale che il popolo desidera possedere per arrivare all’immortalità anche solo per brevi istanti.
Data la natura pop dell’opera, non poteva che avere un ruolo importante il Popolo.
Questo viene raffigurato come una texture piatta e colorata. Un tappeto di volti anonimi uguali tra loro che fa da sfondo. È come il pubblico che assiste ad un concerto rock, una moltitudine che ondeggia al ritmo dello stesso battito e della stessa emozione. In apparenza visivamente subordinato al cavallo, è invece anch’esso protagonista. Il cavallo infatti deve tutto il suo potere magnetico e il peso della sua massa pittorica alle vibrazioni e ai colori che dal popolo assorbe. E’ la connessione reciproca e complementare tra popolo e cavallo il centro concettuale dell’opera.
La Piazza del Campo e altri elementi architettonici della città non sono presenti.
È il popolo che diventa superficie, spazio e luogo stesso di tutta la rappresentazione.
Ed è dentro la marea delle sue emozioni che si accende e si celebra la festa del Palio.
Grazie.
Benedetto Cristofani
Roberta Ferri
Capo Ufficio Stampa
Comunicazione e attività editoriale Palio
Comune di Siena
T – +39 0577 292201
E – roberta.ferri@comune.siena.it
Palazzo Berlinghieri, Il Campo 7
53100 Siena
10 agosto 2023
MARCO LODOLA HA DIPINTO IL DRAPPELLONE PER IL PALIO
DEL 16 AGOSTO
E’ un caleidoscopio di colori il drappellone realizzato da Marco Lodola per il Palio del 16 agosto. Una contaminazione di stili. Una cifra unica: Lodola. Nella parte alta del drappo la Madonna con una veste rossa e un mantello blu. Il volto non è delineato, così come quelli che riempiono la parte restante. Così come in tutti i lavori che contraddistinguono il maestro lombardo. Sono volti senza tempo. Ed è giusto così. Non si può racchiudere la Vergine in un arco temporale. Non si può ingabbiare dentro le lancette del tempo la passione di un popolo, quello senese, per il Palio.
L’opera di Lodola va guardata e non semplicemente vista. Solo così ognuno di noi potrà riempire quel vuoto, che vuoto non è, ed entrare in contatto con l’artista che passa a noi il “testimone” per innescare un dialogo con l’arte. Per personalizzare e rendere soggettivi i lineamenti che non appaiono. Come sempre la sua creatività stimola un interscambio di sensazioni con chi la osserva. Con tutti e non solo con l’élite. Ecco la contaminazione con la Pop Art.
Al centro del drappo un grande cavallo nero emerge da quel popolo variopinto ed emozionale. Giallo, rosso, verde, rosa, celeste, arancio. Marco Lodola è l’artista del colore. Lo ha dentro. Fa parte della sua creatività. Non lo deve ricercare, studiare, miscelare. Non ha incertezze nell’usarlo puro perché sa dominarlo con l’audacia che ha contraddistinto i Futuristi. Non a caso è tra i fondatori del Movimento Nuovo Futurismo. Ma è anche il ‘signore della luce’. Non potendo però illuminare la stampa che ha impresso, come invece fa per le installazioni che lo hanno reso celebre nel mondo, è riuscito, comunque, a catturare la luce attraverso una scelta sapiente di cromatismi quasi psichedelici di grande impatto visivo. Con la sua forza visionaria le forme prendono vita dalla sua tavolozza e non viceversa. Solo dopo le blocca in quel frammento di mondo: Siena, con il tratto marcato di un pennarello nero. Nella parte bassa del Palio trova spazio la riproduzione dell’araldica contradaiola, ma connotata dalla luminosità di tinte giocose come nel suo stile originale e personalissimo.
E’ un Palio Pop? Futurista? O Rock? Riduttivo codificare questo drappellone in uno specifico stilema. La produzione artistica di Marco Lodola ha elementi distintivi che rimandano, richiamano, ma non emulano, perché diversa è la visione del tempo in cui vive. Diverso l’approccio concettuale. Diversa l’energia profusa.
Il suo è un Palio che rispecchia appieno la prospettiva filosofica che ha dell’arte e, soprattutto, dell’icastico ruolo comunicativo che svolge davanti a qualsiasi pubblico.
Per scaricare la foto del drappellone:
https://www.comune.siena.it/node/4759
Presentazione del Palio di Marco Lodola
Buonasera, è una grande emozione essere qui oggi.
Ringrazio il Sindaco per avermi invitato a presentare il Drappellone del Palio di agosto e l’artista, Marco Lodola, per avere acconsentito a questo mio intervento.
Non è compito mio fare la presentazione di quest’opera assumendo le vesti del critico d’arte. Per la professione che svolgo, quella dell’illustratore, cerco sempre di far parlare le mie immagini da sole. Detto questo, a maggior ragione, il compito che mi è stato affidato non è dei più facili dovendo, oltretutto, presentare il lavoro di un altro artista. E in questo caso di un artista con un percorso e un’esperienza così vasti, come quelli di Marco Lodola.
Il suo lavoro, conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, ha attraversato tutti i territori della cultura popolare. Oltre a fare arte contemporanea, ha lavorato per la televisione, il cinema, la pubblicità, la moda, l’industria dello spettacolo e quella musicale. Durante il suo percorso artistico è stato avvicinato a Matisse e ai Fauves per la stilizzazione delle forme e l’uso espressivo e libero dei colori. E’ stato tra i fondatori del neo-futurismo. La sua arte, tuttavia, è autenticamente pop, per lo stile che la caratterizza ma soprattutto per il suo fine ultimo: quello di rivolgersi al popolo. Ha rielaborato simboli e sentimenti della società contemporanea, iconizzando ulteriormente icone già esistenti e creando immagini ulteriormente stilizzate, attraverso uno stile grafico, colorato, talvolta plastificato e luminoso, con l’intento di arrivare ancor più direttamente alla percezione del pubblico ed evitando il più possibile ogni sovrastruttura intellettuale.
È proprio questa aspirazione alla sintesi nel suo modo di comunicare che mi conduce ad accostare paradossalmente la sua estetica, pur così contemporanea, all’arte sacra medievale. Ai mosaici delle vetrate delle chiese che attraverso una sintesi visivo-narrativa avevano lo scopo di raccontare al popolo storie che rimanessero impresse nella sua memoria e lì restassero. Per tale motivo il suo Cencio può benissimo apparire contemporaneamente sia come il manifesto di un concerto pop, che come il mosaico di una vetrata medievale. Pur relazionandosi con l’iconografia tradizionale, l’artista è rimasto molto coerente al suo linguaggio e alla sua dialettica. Ha fatto un palio pop, sia dal punto di vista stilistico che da quello concettuale.
Seguendo il suo tipico processo creativo, Lodola ha inizialmente realizzato a mano
il bozzetto del Palio, lo ha poi elaborato in tecnica digitale e infine stampato sul tessuto, che grazie alla sua superficie lucida dà ai colori fosforescenti la luminosità tipica di tutte le sue opere.
Passo all’analisi degli elementi figurativi.
La Madonna si eleva sul popolo staccandosi dalla massa e, come da tradizione, va ad occupare la parte superiore del Drappellone. Nella parte inferiore gli stemmi delle contrade sono rappresentati con le loro iconografie per renderli immediatamente identificabili, secondo il criterio della maggiore leggibilità dell’opera. È però nella parte centrale che emergono i due elementi fondamentali di questo palio: il cavallo e il popolo.
Il cavallo è l’elemento dominante che sta al centro della scena. E’ la star del Palio. L’idolo che viene venerato. Il suo colore è nero, simbolo del potere. Assorbe l’energia e le emozioni del popolo come un buco nero e, allo stesso tempo l’attenzione di chi, come noi in questo momento, sta guardando il Drappellone. Ha il magnetismo metafisico del monolite di “2001: Odissea nello spazio”, è la pietra filosofale che il popolo desidera possedere per arrivare all’immortalità anche solo per brevi istanti.
Data la natura pop dell’opera, non poteva che avere un ruolo importante il Popolo.
Questo viene raffigurato come una texture piatta e colorata. Un tappeto di volti anonimi uguali tra loro che fa da sfondo. È come il pubblico che assiste ad un concerto rock, una moltitudine che ondeggia al ritmo dello stesso battito e della stessa emozione. In apparenza visivamente subordinato al cavallo, è invece anch’esso protagonista. Il cavallo infatti deve tutto il suo potere magnetico e il peso della sua massa pittorica alle vibrazioni e ai colori che dal popolo assorbe. E’ la connessione reciproca e complementare tra popolo e cavallo il centro concettuale dell’opera.
La Piazza del Campo e altri elementi architettonici della città non sono presenti.
È il popolo che diventa superficie, spazio e luogo stesso di tutta la rappresentazione.
Ed è dentro la marea delle sue emozioni che si accende e si celebra la festa del Palio.
Grazie.
Benedetto Cristofani
Biografia:
Marco Lodola è nato a Dorno (Pavia).
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano, e conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves, che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico.
Agli inizi degli anni ’80 intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin, a Milano, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui il critico Renato Barilli è stato il principale teorico.
Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam.
Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Titan, Grafoplast, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy (collana di tazzine d’autore), Francis – Francis, Dash, Carlsberg, Nonino, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, Seat, Lauretana, Smemoranda, Gierre Milano e Calze Gallo, Ferrarelle, De Longhi, Amaro Lucano Antony Morato, Dior.
Gambero Rosso, Produzione Gomorra.
Nel 1994 è stato invitato ad esporre dal governo della Repubblica Popolare Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti a Boca Raton, Miami e a New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo.
Diverse le sue collaborazioni con scrittori contemporanei tra cui Aldo Busi, Claudio Apone, Marco Lodoli, Giuseppe Pulina, Tiziano Scarpa e Giuseppe Cederna, e con musicisti: gli 883 di Max Pezzali, Timoria, Gianluca Grignani, Jovanotti, Andy (Bluvertigo), Syria, Nick the Nightfly,Steve Vai RON.Negramaro.
Nell’estate del ’98, su incarico della Saatchi & Saatchi, ha eseguito i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare Gli avidi lumi, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone. Per l’occasione è stato realizzato un video-documentario di Sergio Pappalettera.
Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze cittadine, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Faenza, Bologna, Paestum e al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo di Brasile e alla Versiliana.
È stato autore delle opere assegnate ai vincitori dell’edizione 2001 del Premio Letterario Nonino.
Nel 2001 è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua La Masa ha organizzato la mostra ”Futurismi a Venezia” con opere sue e di Fortunato Depero.
Nel giugno 2002 ha creato la scultura luminosa A tutta birra dedicata alla figura del grande imprenditore Venceslao Menazzi Moretti, che è stata collocata nel nuovo parco cittadino di Udine, là dove sorgeva il primo stabilimento della famosa birra.
Nel 2003 realizza la luminosa Venerea nell’ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, per cui ha curato anche l’istallazione della facciata esterna e la mostra Controluce a Palazzo del Turismo di Riccione che nel 2004 è stata trasferita a San Paolo del Brasile (Museo Brasileiro da Escultura Marilisa Rathsam), Rio de Janeiro (Museo de Arte Moderna), Città del Messico (Polyforum Siqueiros), e al Museo Regional de Guadalajara.
Nel 2005 ha realizzato un manifesto per le Olimpiadi invernali di Torino, una collezione di mobili per Mirabili, la maglia rosa per l’88° Giro d’Italia, il logo per la trasmissione “Speciale per voi…” di Renzo Arbore, nonché la nuova immagine di Roxy bar per Red Ronnie.
Nel 2006 è stata collocata un’altra scultura luminosa all’aeroporto internazionale di Città del Messico, e per Natale una scultura in Piazza di Spagna (Roma). Ha realizzato anche l’immagine del centenario del movimento pacifista di Gandhi.
Nel 2007 realizza il logo per i 50 anni dell’ARCI, l’immagine del 70° Maggio Fiorentino, il logo per i Miti della Musica per la Volkswagen , l’immagine per i 100 anni di Fiat Avio, e i 110 anni della fondazione della Juventus, e il marchio Air One. Inoltre realizza la scenografia per la trasmissione televisiva “Modeland”.
Nel 2008 allestisce la facciata dell’ Ariston e del Casinò in occasione del 58° Festival di San Remo e le scenografie del film “Questa notte è ancora nostra” con Nicolas Vaporidis. In occasione dei Campionati Europei di canoa a Milano ha realizzato una canoa luminosa e per la Stav “Festivalbus”, un autobus di linea decorato con alcuni lavori. In ottobre ha realizzato un’installazione luminosa sulla facciata di Palazzo Penna a Perugia, in occasione della mostra “Infinita città”, curata da Luca Beatrice e ha allestito a Milano in Piazza del Duomo il Rock’n’Music Planet, primo museo del rock d’Europa, con 25 sculture che rappresentano miti musicali.
Alcuni lavori sono stati utilizzati nella scenografia del film “Backward” di Max Leonida. Ha partecipato alla 53esima edizione della Biennale di Venezia del 2009 con l’installazione “Balletto Plastico”, dedicata al Teatro Futurista. Ha realizzato la scultura luminosa FIAT LUX per il Mirafiori MotorVillage di Torino. Ha allestito la scenografia per delle puntate di XFACTOR, per il film “Ti presento un amico” di Carlo Vanzina, con Raul Bova e “Maschi contro Femmine” di Fausto Brizzi. Ha rivisitato il logo per il traforo del Montebianco. Ha disegnato l’immagine del manifesto di Umbria Jazz 2010, ha partecipato all’Expo Internazionale di Shangai ed ha realizzato una scultura-icona per il gruppo Hotel Hilton. Nel 2011 collabora con Citroen per in un’installazione nel centro di Milano dal nome “Citroen Full Electric”, realizza una serie di sculture per i 25 anni della casa di moda Giuliano Fujiwara e le scenografie per la sfilata autunno inverno 2012 uomo di Vivienne Westwood. Ha realizzato per la Dash in collaborazione con Unicef l’opera “Madre Natura” per la campagna antitetano. Ha partecipato alla 54esima Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”, installazione presso la Galleria G. Franchetti alla Cà d’Oro.
Nel 2012 ha esposto a Palazzo Medici Riccardi di Firenze una mostra dedicata al Rinascimento italiano a cura di Luca Beatrice. Con il Gruppo Nuovo Futurismo ha esposto a Rovereto a Casa Depero e a Milano allo Spazio Oberdan.
Ha collaborato con Sanrio-Hello Kitty per un progetto di beneficenza a favore di Emergency.
Alcuni lavori sono nella scenografia del programma Metropolis per il canale Comedy Central e The Apprentice con Flavio Briatore.
Ha esposto a Ginevra per la Bel Air Fine Art Gallery.
Ha realizzato le scenografie teatrali dello spettacolo ‘Chiedo Scusa al Signor Gaber’ di Enzo Iacchetti.
Nel settembre 2013 presso Museo del Parco – Centro Internazionale di Scultura all’Aperto di Portofino è stata inaugurata la scultura Red Dragon.
Nell’ottobre 2013 ha collocato per Class Horses la scultura luminosa Pegaso. Ha realizzato la scultura Excalibur per l’edizione 2013-2014 di X-Factor.
All’inizio del 2014 ha collaborato con Gianluca Grignani e RON per le copertine dei loro dischi.
In aprile 2014 ha esposto a Mosca per Harmont&Blaine con madrina d’eccezione Sofia Loren.
Nel maggio del 2014 ha esposto al MAM di Cosenza in collaborazione con la galleria Avangart. A giugno 2014 ha inaugurato una personale nel Museo di Evita Peròn a Buenos Aires e al Museo du Football di San Paulo in occasione dei Mondiali di Calcio in Brasile.
Nell’autunno 2014 ha realizzato l’illuminazione ‘Ponticino’ sul Ponte dell’Impero di Pavia.
Nel 2015 ha collocato in Piazza del Duomo a Milano per Mondadori la scultura “Eden”. E’ inoltre presente all’EXPO ITALIA all’interno della mostra “Tesori d’Italia” curata da Vittorio Sgarbi ed allo Spazio Gentile a Giovinazzo con la Galleria Avangart. Ha illuminato il borgo di Castelnuovo Val di Cecina ed allestito il palco della tournée degli Stadio. Ha realizzato la scenografia per l’undicesima edizione del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli e per il film “Lasciati Andare” di Toni Servillo. Nel 2017 allestisce a Fortezza Santa Barbara di Pistoia il palco per il concerto di Danilo Rea, Gino Paoli e Paolo Rossi.
Ha collocato due sculture luminose nella città di Alessandria, dedicate alla figura di Napoleone e Borsalino.
Nel 2018 inaugura la mostra “IL Giardino d’inverno” al mercato centrale di Firenze a cura di Nicolas Ballario.
Nel 2018, in occasione dei 15 anni del locale milanese Blue Note, ha allestito la facciata e installato sculture all’interno.
Nell’estate 2018, espone presso la Reggia di Caserta una serie di sculture luminose, nella mostra “Tempus-Time” a cura di Luca Beatrice.a Novembre ha allestito la facciata del teatro Ariston di Sanremo con sculture a Led luminose con una installazione intitolata “il volto degli altri”.
Nel 2019 espone presso il Palazzo Magnani a Reggio Emilia per la mostra L’arte del gioco.
Nel Giugno 2019 espone in occasione della 58 Biennale di Venezia con una scultura luminosa alta 8 mt nominata “Hello Goodbye” posizionata negli spazi dell’Arsenale.
Apre il 2020 con la mostra “Il giardino dei sogni Luminosi” nel giardino di Piazza Partigiani ad Alassio presso il famoso “Muretto di Alassio” omaggiando Miss Muretto con la partecipazione di Simona Ventura.
A Febbraio 2020 rinnova la facciata del teatro Ariston di Sanremo in occasione del settantacinquesimo anniversario del Festival, omaggiando inoltre Domenico Modugno con una scultura a grandezza naturale all’ingresso del teatro.
Nel giugno 2020 presenta installazione “Circled” al MART di Trento Rovereto a cura di Vittorio Sgarbi.
Nell’autunno del 2020 Ha illustrato con una serie di disegni originali il catalogo Esselunga
In occasione del natale 2020 ha esposto un presepe luminoso nel Verano della galleria degli Uffizi di Firenze, esponendo nel corridoio Vasariano un suo Autoritratto luminoso.
Nel 2021 ha collaborato con la De Longhi per il prodotto “Ballerina”
in occasione degli europei di calcio ha realizzato per la FMAV di Modena l’album delle famose figurine Panini.
Ha collocato alcune sculture nel film di Leonardo Pieraccioni: “Il Sesso degli Angeli”.
Colloca delle sculture nella serie tv Sky: “Gomorra”.
In occasione del 75 anniversario della vespa Piaggio, ha realizzato l’immagine per la campagna pubblicitaria
Nel 2021 ha allestito le facciate e le vetrine dei negozi di Christian Dior di Parigi, Roma, New York, Singapore.
A fine 2021 ha collocato un suo Autoritratto nel Corridoio Vasariano presso la Galleria degli Uffizi a Firenze.
Nel 2022 presso l’aeroporto di Fiumicino, alla presenza del Capo dello Stato, è stata collocata una scultura denominata “Deti” dedicata ai bambini vittime della guerra.
Nell’estate 2022 ha realizzato un installazione luminosa all’ingresso dell’RCF Arena Campovolo denominata “Olympia”, un omaggio ai miti della musica italiana ed internazionale.
Sempre nell’estate 2022 Dopo Milano Marittima e Ascoli Piceno, ha collocato la rosa luminosa a Bormio per la 23° edizione della Milanesiana a cura di Elisabetta Sgarbi.
Nell’estate 2022 2 sculture luminose sono state inserite come scenografia del Jova Beach Party 2
Nell’autunno 2022 espone presso il Dongdaemun Design Plaza di Seoul con una mostra intitolata “Luci per il Futuro”.
Nell’autunno del 2022 espone una serie di sculture luminose presso le Galleries Lafayette di Doha in occasione dei mondiali di calcio in Qatar.
A febbraio del 2023 in occasione del 73° festival della canzone italiana di Sanremo
partecipa al dopofestival Viva Rai2 Viva Sanremo di notte su Rai1 di Rosario Fiorello e Luca Tommassini allestendo la scenografia con delle sculture luminose.