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I vaccini a mRNA creati da Karikó e Weissman si distinguono per il loro approccio innovativo. Sono stati in grado di educare con successo il sistema immunitario umano a rilevare e neutralizzare il virus reale utilizzando la sequenza di RNA che corrisponde a un pezzo del virus SARS-CoV-2, la proteina spike. Sebbene concettualmente indagata fin dagli anni ’80, la pandemia di Covid-19 ha visto l’implementazione pratica e diffusa di questo metodo, dimostrandone l’efficacia.
Il premio Nobel non si limita a riconoscere l’eccezionale contributo di Karikó e Weissman alla ricerca sul vaccino Covid. Ciò sottolinea il potenziale della stessa tecnologia dell’mRNA, che ora viene presa in considerazione per diverse malattie, che vanno dall’influenza e dall’AIDS fino al cancro.
“Grazie alla ricerca scientifica di Katalin Karikó sull’uso dell’mRNA, milioni di vite potrebbero essere salvate”, commenta il professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia, durante l’intervista per Fortune Italia su questa notizia: “Ciò evidenzia l’importanza della ricerca scientifica per il progresso e la sopravvivenza umana. La pandemia ha certamente evidenziato l’importanza degli studi sul DNA e sull’RNA e che non abbiamo bisogno di un’emergenza globale per renderci conto che la ricerca ha bisogno di sostegno e riconoscimento”.
Ogni anno, il premio Nobel ricorda l’impegno e la devozione degli scienziati di tutto il mondo. Celebriamo lo spirito incrollabile di ricercatori come Karikó e Weissman che, attraverso la loro incessante ricerca della conoscenza e la forte forza di volontà nel rendere il mondo un posto migliore, anticipiamo l’imminente annuncio dei vincitori del Nobel anche in altre categorie, come la fisica, chimica, letteratura, pace ed economia.