Nell’attacco all’ospedale di Al Awda del 21 novembre, in cui MSF lavora dal 2018, sono stati uccisi 3 medici. Due di loro, il dottor Mahmoud Abu Nujaila e il dottor Ahmad Al Sahar, erano del nostro staff. Questa è solo l’ultima di una serie di orribili notizie.
Il 20 novembre la nostra clinica a Gaza City è stata incendiata, i nostri mezzi distrutti. Il giorno prima un convoglio di 5 auto MSF è stato attaccato e il familiare di uno dei nostri operatori ha perso la vita.
Nonostante l’orrore di questa guerra senza regole, continuiamo a fare tutto il possibile per aiutare la popolazione colpita. Il 14 novembre un nuovo team MSF di 15 persone è entrato a Gaza. Tra loro ci sono specialisti in medicina d’urgenza che ora lavorano nel reparto ustionati dell’ospedale di Nasser a Khan Younis, a sud. Ci descrivono un ospedale stracolmo di pazienti, in cui effettuano circa 10 interventi chirurgici al giorno.
Siamo Medici Senza Frontiere, da sempre operiamo in contesti di guerra. Il nostro logo è una persona che corre. Mi ripeto queste parole per provare ad accettare che delle persone possano morire salvando vite, ma il dolore resta lì dov’è.