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www.teatrodellatoscana.it
3 – 4 febbraio | Teatro Era di Pontedera
(sabato, ore 21; domenica, ore 17)
6 – 11 febbraio | Teatro della Pergola
(martedì, mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19, domenica, ore 16)
Andrea Pennacchi in
ARLECCHINO?
scritto e diretto da Marco Baliani
con Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato, Anna Tringali
musiche eseguite dal vivo da Giorgio Gobbo, Riccardo Nicolin
scene e costumi Carlo Sala
luci Luca Barbati
aiuto regista Maria Celeste Carobene
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo
in coproduzione con Teatro Stabile del Veneto
Personaggi / Interpreti
Arlecchino / Andrea Pennacchi
Beatrice, Federigo Rasponi / Federica Girardello
Brighella, Florindo / Marco Artusi
Clarice / Margherita Mannino
Pantalone / Valerio Mazzucato
Silvio, Facchino, Cameriere / Miguel Gobbo Diaz
Smeraldina / Anna Tringali
Durata: 1h e 45’, atto unico.
Un’icona internazionale della tradizione della Commedia dell’arte trasportata e rinvigorita nella contemporaneità. Al Teatro Era di Pontedera il 3 e 4 febbraio, al Teatro della Pergola dal 6 all’11 febbraio, Marco Baliani scrive e dirige Arlecchino? per Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo e regista teatrale, noto al grande pubblico per il personaggio di Pojana, ospite fisso a Propaganda Live su LA7.
In scena Pennacchi, alla testa di un numeroso cast composto da Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato, Anna Tringali, interpreta un uomo di oggi, ingaggiato per fare Arlecchino. Proprio dal dissidio tra la maschera e il mondo contemporaneo scaturiranno situazioni esilaranti, ma anche dissacranti visioni e imperdibili scontri. E Arlecchino attraverserà, con la sua goffaggine e la sua furbizia, quei territori dello spirito umano che in ogni epoca mostrano le loro eterne contraddizioni.
Uno spettacolo, impreziosito dalla musica dal vivo eseguita da Giorgio Gobbo, Riccardo Nicolin, sul potere terapeutico della risata, anche quando è un po’ cattiva, perché mordere fa sempre bene: riattiva la circolazione del sangue.
Mercoledì 7 febbraio, alle 18, Andrea Pennacchi incontra il pubblico al Teatro della Pergola. Coordina Matteo Brighenti. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili con prenotazione online al link http://tinyurl.com/incontropennacchi. Durante l’incontro Simone Pacini presenterà la puntata dedicata ad Arlecchino del suo podcast Fatti di teatro prodotto da clacson.media.
«L’Arlecchino che Andrea Pennacchi porta in scena farà forse sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera della Commedia dell’arte. Lui cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo, ma non ne azzecca una, è goffo, sovrappeso, del tutto improbabile, ma è in buona compagnia: gli altri attori che, come lui, sono stati assoldati con misere paghe dall’imprenditore Pantalone, sono, al pari di Arlecchino, debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati.
Eppure, tutti questi sbandamenti, queste uscite di scena e fughe dal copione, che sono anche uscite nella contemporaneità dell’oggi, queste assurde prestazioni, queste cadute di stile e cadute al suolo di corpi sciamannati, tutte queste parole affastellate, tutto questo turbinio di azioni e gesti, stanno proprio rifacendo il miracolo della grande commedia goldoniana, in una forma non prevista, una commedia dirompente, straniante, che ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita.
Ed ecco allora che la storia, nonostante tutto, anzi proprio grazie a questo tutto invadente, si dipana nella sua narrazione e ne esce un Arlecchino mai visto, che riunisce stilemi diversi, frammenti di cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia, dramma, un gran calderone ultra postmoderno che inanella via via pezzi di memoria della storia del teatro.
Per riuscire a creare un simile guazzabuglio di intenzioni, per riuscire a renderlo eccezionalmente vivo, occorrevano attori capaci di seguirmi in un simile delirio. Ed eccoli qui, una compagnia di compagni e complici, Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Anna Tringali, capaci di interpretare contemporaneamente più ruoli, di passare dalle proteste borbottanti degli attori sottopagati alle vorticose azioni dei personaggi della commedia che pur devono rappresentare.
In questo incessante salto mortale di identità è il loro talento a tenere insieme ciò che di continuo sembra sfuggire alla presa. Appartengono di diritto alla grande tradizione del teatro veneto, grande perché sempre capace di rischiare per rinnovarsi, come accade su queste tavole sceniche imbandite di follia arlecchinesca.
Durante le prove immaginavo di avere Carlo Goldoni seduto in terza fila, e dovevo dirgli di fare silenzio tanto si sganasciava dalle risate, con gli occhi stupiti di bambino mai cresciuto di fronte a questa sua opera divenuta così inverosimile da essere ancor più sua.
E quando poi le musiche di Giorgio Gobbo accompagnate dalla batteria di Riccardo Nicolin si infilavano come blitz sorprendenti costringendo gli attori a divenire anche danzanti e cantanti, il Goldoni là dietro non si teneva più.
Infine, che dire delle scene fluttuanti di Carlo Sala, una scenografia semovente, mobile, semplice come lo è la creatività quando si dimentica di dover fare bella figura e si lascia andare al gioco infantile, grazie agli stessi attori che si fanno operai macchinisti, modificando la scena di continuo, come avvenissero improvvise folate di vento, a volte in forma di bufera, a volte come zefiro primaverile.
Il testo febbrilmente rimaneggiato ogni giorno, a partire dalle intuizioni che sorgevano in me, vedendo all’opera la creatività degli attori, e trascritto con solerzia da Maria Celeste Carobene, è proprio quello che fin dall’inizio avevo immaginato. Le parole che vengono fatte volare sono anch’esse leggere, eppure, come accade davvero nella vera commedia, arrivano stilettate e spifferi lancinanti, che parlano dei nostri giornalieri disastri di Paese e di popolo, così che i terremoti scenici ci ricordano il traballare quotidiano delle nostre esistenze.»
Marco Baliani
TEATRO ERA
Biglietti
Intero € 20
Ridotto (over 65, soci Unicoop Firenze, convenzioni) € 18
Ridotto (under 30) € 15
Ridotto (TTYoung Card) € 12
Abbonamenti
TT Young Card
3 spettacoli a scelta
Posto Unico € 36
La tessera riservata ai giovani Under 30 consente di partecipare a iniziative e usufruire di agevolazioni dedicate. Una volta esauriti i 3 spettacoli, è possibile acquistare un biglietto a € 12 per ogni ulteriore spettacolo, anche negli altri Teatri gestiti dalla Fondazione. In vendita in biglietteria.
Biglietteria
Aperta dal lunedì al sabato, ore 15 – 19
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Teatro Era, Pontedera
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TEATRO DELLA PERGOLA
Biglietti
Platea
Intero € 35
Ridotto over 65, convenzioni e online € 32
Ridotto soci Unicoop Firenze € 30
Ridotto under 30 e abbonati € 28 (€ 12 con TT Young Card, Carta Giò, Carta dello Studente, Carta giovani nazionale)
Palco
Intero € 29
Ridotto over 65, convenzioni e online € 26
Ridotto soci Unicoop Firenze € 24
Ridotto under 30 e abbonati € 22 (€ 12 con TT Young Card, Carta Giò, Carta dello Studente, Carta giovani nazionale)
Galleria
Intero € 19
Ridotto € 17
Ridotto under 30 e abbonati € 17 (€12 con TT Young Card, Carta Giò, Carta dello Studente, Carta giovani nazionale)
I prezzi indicati sono comprensivi dei diritti di prevendita.
Le riduzioni over 65 e under 30 sono valide per le recite dal martedì al sabato.
La riduzione soci Unicoop Firenze è valida per le recite di mercoledì e giovedì.
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Convenzioni aggiornate sul sito www.teatrodellatoscana.it
Biglietteria
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Dal lunedì al sabato (ore 10 – 20) e in occasione degli spettacoli (da 1 ora prima dell’inizio della recita).
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Matteo Brighenti