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L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, continua a lavorare 24 ore su 24 per assistere migliaia di persone che cercano sicurezza nella provincia di Cabo Delgado, nel Mozambico settentrionale.
7 Apr 2021
Il personale dell’UNHCR si prepara a distribuire stuoie per dormire e coperte alle famiglie in fuga dalla violenza a Palma, nel nord del Mozambico. © UNHCR/Martim Gray Pereira
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, continua a lavorare 24 ore su 24 per assistere migliaia di persone che cercano sicurezza nella provincia di Cabo Delgado, nel Mozambico settentrionale. Un recente attacco alla città costiera di Palma ha messo in fuga almeno 11.000 persone mentre altre migliaia sono rimaste intrappolate nell’area.
Dopo l’attacco, civili sono arrivati a Pemba, Nangade, Mueda e Montepuez a piedi e in barca a partire dal 24 marzo.
I voli umanitari che hanno aiutato l’evacuazione di centinaia di persone sono ora sospesi in attesa di ulteriori autorizzazioni da parte delle autorità.
I team dell’UNHCR a Pemba hanno raccolto testimonianze preoccupanti da parte delle popolazioni sfollate secondo le quali oltre 1.000 persone in fuga dal Mozambico che cercavano di entrare in Tanzania non sarebbero state autorizzate ad attraversare il confine per chiedere asilo. Stiamo approfondendo queste segnalazioni in Tanzania. L’UNHCR chiede ai paesi vicini al Mozambico di garantire accesso al territorio e alle procedure di asilo a coloro che fuggono dalla violenza e sono in cerca di protezione.
Nel nord del Mozambico, tre anni di disordini, hanno provocato quasi 700.000 sfollati interni, di cui la maggior parte E’ stata costretta a fuggire nell’ultimo anno. Il personale dell’UNHCR avverte che se la violenza in corso non si fermerà, questo numero potrebbe superare il milione entro giugno.
L’UNHCR sta mettendo in atto misure per accogliere altre persone nei prossimi giorni. Il nostro staff sta raggiungendo le aree fuori Pemba per assistere i nuovi sfollati.
La maggior parte dei nuovi arrivati sono donne e bambini con pochi effetti personali; per lo piu’ mostrano segni di gravI traumI in seguito alle atrocità di cui sono stati testimoni e sono preoccupati per i parenti che sono stati lasciati indietro. Gli attacchi improvvisi e mortali hanno separato le famiglie, molte delle quali non sono ancora in grado di partire. Tra i gruppi vulnerabili arrivati a Pemba ci sono bambini non accompagnati, famiglie separate e persone anziane.
L’UNHCR e i suoi partner hanno distribuito articoli di primo soccorso, tra cui coperte e stuoie per dormire. Alcune persone sono ospitate in un centro di transito a Pemba, istituito dal governo, mentre la maggior parte degli sfollati vive presso parenti e amici le cui scarse risorse si stanno rapidamente esaurendo.
Stiamo identificando i casi più vulnerabili che hanno bisogno di assistenza urgente e li stiamo indirizzando ai servizi disponibili, e stiamo rintracciando e riunendo le famiglie separate. Quasi l’80% delle persone separate sono donne e bambini. L’UNHCR sta anche formando il personale delle organizzazioni partner sul come dare protezione agli sfollati a rischio di violenza di genere e sfruttamento sessuale.
L’escalation di violenza a Cabo Delgado ha gravemente compromesso le strutture sanitarie, idriche, di accoglienza, nonchè la disponibilta’ di cibo. Questa straziante crisi umanitaria è aggravata da una situazione già fragile di sottosviluppo cronico, disastri climatici consecutivi e ricorrenti epidemie, tra cui, più recentemente, il COVID-19.
Servono assolutamente maggiori risorse perché la mancanza di fondi sta ostacolando la nostra risposta umanitaria. L’appello dell’UNHCR di 19,2 milioni di dollari per il Cabo Delgado è finanziato per meno del 40%.