COMUNICATO STAMPA Venezia, giugno 2024
Vite da bohème. Giacomo Puccini ed Enrico Caruso.
Teatri e cronache mondane: come la vita (e gli amori)
del grande Puccini si legano a quella di Enrico Caruso
Il salotto a cura di Elena Filini
in occasione del centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini
come ‘introduzione’ al grande concerto di luglio in Piazza San Marco
Teatro La Fenice – Sale Apollinee
domenica 16 giugno 2024 ore 11.00
Nel centenario della morte di Giacomo Puccini, la Fondazione Teatro La Fenice omaggerà il compositore di Lucca con un grande concerto in Piazza San Marco, il 13 luglio 2024, con James Conlon alla testa di Orchestra e Coro la Fenice, il soprano Selene Zanetti, il tenore Francesco Demuro e il pianista Alexander Malofeev, che saranno interpreti di un programma musicale composto da pagine di Wagner, Ravel, Gershwin, Verdi e dello stesso Puccini. Questo importante evento – i biglietti sono già in vendita nelle biglietterie Eventi Venezia Unica e online su www.teatrolafenice.it – sarà preceduto da un ‘salotto’ per raccontare vita e arte di Giacomo Puccini, che si svolgerà domenica 16 giugno 2024 ore 11.00 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. Vite da bohème. Giacomo Puccini ed Enrico Caruso. Teatri e cronache mondane: come la vita (e gli amori) del grande Puccini si legano a quella di Enrico Caruso: questo il titolo della conferenza a cura di Elena Filini, che sarà proprio un affondo sull’intreccio tra la biografia di Puccini e quella di Enrico Caruso, con Ada Giachetti ed Elvira Bonturi. Nel salotto si susseguiranno due interessanti relazioni, quella di Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico Teatro La Fenice, su Puccini e i tenori, la scrittura vocale e la rivoluzione di Enrico Caruso; e quella di Enrico Caruso, pronipote di Enrico Caruso dal titolo La mia famiglia bohémienne: mio padre, mio nonno e i miei bisnonni Enrico Caruso ed Elvira Bonturi. Durante il salotto verrà presentata inoltre una canzone inedita scritta da Enrico Caruso, Tiempo antico insieme alla romanza Sole e Amore di Giacomo Puccini e all’aria napoletana Core ‘ngrato scritta da Salvatore Cardillo sulla tormentata relazione tra Enrico Caruso e Ada Giachetti. L’esecuzione, a cura del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia, sarà affidata al tenore Wenjun Qian, accompagnato al pianoforte da Daniela Cenedese. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
1897, a Livorno. Giacomo Puccini ascolta un giovane tenore per il ruolo di Rodolfo. Per Mimì ha già la star locale, una donna bellissima e con una voce meravigliosa. Si chiama Ada Giachetti. Brutto carattere, grande temperamento, a Puccini Ada ricorda molto la sua compagna Elvira Bonturi. Il ruolo andrà a un debuttante, uno sconosciuto Enrico Caruso. Da quella Bohème parte l’intreccio di questo salotto dedicato a Puccini.
L’intreccio tra la biografia di Puccini e Caruso, di Ada Giachetti ed Elvira Bonturi è una bohème che diventa vita vera, tra successo e abbandono, gelosia e felicità. C’è una specie di damnatio memoriae su queste due donne, anche nella loro stessa famiglia. Ada e Rina, cantanti, sorelle entrambe legate a doppio filo ad Enrico Caruso con cui costituirono un tormentato e involontario menage a trois. La famiglia Giachetti fu determinante per il successo di Caruso: il giovane tenore venne accolto a Livorno, aiutato, sostenuto. Ada, soprano di maggiore esperienza aiutò Caruso che al tempo ancora cantava come un ‘tenorino’ alla maniera dei De Lucia a trovare la sicurezza nella zona acuta e seppe consigliarlo nel repertorio. Ada gli darà due figli e sarà costretta ad abbandonare la carriera per favorire il successo di Caruso. Rina diventerà una vicemadre, amministrerà le proprietà di Caruso a Firenze, si occuperà dei figli. Sia Ada sia Rina dovranno comunque accettare il Caruso divo, tombeur des femmes, primadonna. E stare un passo di lato in una situazione per entrambe che sarà sempre di precarietà. Ada è bella e dotata di un grandissimo talento vocale. È un po’ una femme fatale, una donna forte, in stile tipicamente liberty. Per Caruso dovrà abbandonare il teatro. Rina, meno dotata vocalmente della sorella, è una donna elegante e coltissima: i suoi salotti fiorentini si riempiono di grande protagonisti della cultura italiana. Anche Rina, per amore di Caruso, vivrà sempre la sua vita nell’impossibilità di un vero passo decisivo.