Sassari, aprirà sabato 29 al Padiglione Tavolara, la rassegna espositiva:
“Luce, Natura, Libertà. I pionieri del paesaggio: da Barbizon agli Impressionisti”
Sassari, 27 novembre 2025 – “Questa mostra a Sassari, sull’Impressionismo, presenta degli aspetti unici, a cominciare dal fatto che abbiamo in esposizione delle opere che non sono mai state mostrate al pubblico, perché provengono da collezioni private francesi e riguardano soprattutto una parte dell’Impressionismo e la Scuola di Barbizon. Altra particolarità è rappresentata dalla presenza di due quadri di Claude Monet del tutto singolari, il primo, Tempête à Sainte-Adresse, è un’opera che presenta un Monet agli esordi, ancora legato alla visione romantica del paesaggio, mentre l’altro, Le Pêcheurs de Poissy, espressione dell’artista Monet maturo, è un bozzetto preparatorio per il quadro che, tuttora, è esposto al Museo del Belvedere di Vienna”.
Con queste parole lo storico dell’arte Alberto Bertuzzi, curatore della mostra Luce, Natura, Libertà. I pionieri del paesaggio: da Barbizon agli Impressionisti, ha evidenziato le particolarità della rassegna dedicata al movimento artistico francese dell’800 che, da sabato 29 al 1° febbraio 2026 aprirà al Padiglione Tavolara di Sassari. L’esposizione, ideata e realizzata dall’Associazione Culturale Aurea Natur, con la collaborazione di Fondazione di Sardegna e Comune di Sassari, il patrocinio di Città Metropolitana e dell’Università degli Studi di Sassari, viene ospitata per la prima volta in Sardegna.
“Aurea Natur intende promuovere progetti di arte per favorire una destagionalizzazione turistica in un territorio fortemente legato ad un turismo balneare, perché la Sardegna ha molto da offrire in tutte le stagioni – ha dichiarato Marialisa Carboni, vicepresidente dell’associazione culturale organizzatrice dell’esposizione -. Mostre, cultura, conoscenza e valorizzazione del territorio devono poter fondersi per garantire all’isola un ruolo di attrattore di diversi tipi di turismo. In particolare, Sassari, città che ha dato i natali a due presidenti della Repubblica come Mario Segni e Francesco Cossiga, oltre ad un grande politico italiano come Enrico Berlinguer, deve tornare al suo ruolo di capitale culturale dell’isola, proprio al centro del Mediterraneo”.
Tre le sezioni che compongono il percorso espositivo, con 66 opere realizzate da 31 artisti che sono stati, ciascuno a suo modo, un punto di riferimento per la nascita e lo sviluppo dell’Impressionismo, dai primi fermenti rivoluzionari antiaccademici passando attraverso la Scuola di Barbizon, fino alla piena maturazione del movimento impressionista e alla sua eredità. Dipinti a olio, disegni, tecniche miste, acquerelli, litografie e matite su carta si succedono in una galleria artistica che vede la centralità di nuovi soggetti, in particolare del paesaggio, e un diverso modo di raffigurarli. Gli artisti, impegnati in sperimentazioni di pittura en plein air, favorita anche dall’introduzione del tubetto di colore (1841), sono osservatori nuovi della natura, talvolta serena altre impetuosa, della luce e del movimento, ma anche del contesto urbano, ora elegante, ora mostrato nella crudezza delle contraddizioni sociali della Belle Époque.
“Prima di Barbizon” è la sezione dedicata ai pittori che hanno anticipato la rivoluzione impressionista, con importanti artisti, tra i quali spicca Eugène Boudin, maestro di Claude Monet, presente con il delicato Plage de Trouville, versione in acquerello del noto dipinto custodito al Museo d’Orsay di Parigi. Altri protagonisti sono Eugène Isabey, in mostra con quattro opere, tra cui i dipinti a olio Bateau entrant au port (1820) e Retour de pêche en Bretagne (1865), il suo allievo, Johan Barthold Jongkind, autore in questa rassegna di due oli, tra cui Paysage Nocturne avec moulin à vent (1864), punto di incontro tra la sua origine olandese e la formazione artistica francese.
La seconda sezione, intitolata “La scuola di Barbizon”, ospita eccellenti rappresentanti della storica scuola artistica formatasi nella foresta di Fontainebleau, che hanno contribuito in modo decisivo all’affermazione della nuova visione del paesaggio, vissuto dal vivo e restituito in un’ottica personale. Il caposcuola è Théodore Rousseau, presente con tre opere, tra le quali è possibile ammirare il dipinto a olio Dans la Forêt (1860), che più di ogni altro esprime l’anima che ispira questo gruppo di artisti. Un altro grande ed importante paesaggista presente è Narcisse Diaz de la Peña, del quale sono esposte sei opere di rara bellezza e Charles Francois Daubigny con cinque opere, tra le quali il bellissimo Paysage del 1857. In questa sezione sono presenti, inoltre, Jules Dupré con gli inconfondibili colori del suo cielo, Constant Troyon e Jean Ferdinand Chaigneau due delle figure più emblematiche di questo movimento le cui opere ritraggono spesso soggetti provenienti dal mondo animale. Non manca la presenza di personalità di particolare rilievo quali Jean Francois Millet e Camille Corot, presentati ciascuno con due opere.
Con la sezione “L’Impressionismo e oltre” si entra nel cuore della mostra, costituito dalle opere degli Impressionisti. Sono presenti, oltre alle due opere di Monet, anche il dipinto di Alfred Sisley, Le pont de Sèvre; un disegno su carta di Camille Pissarro e un delicato disegno raffigurante un ritratto di donna Berthe Morisot. È opportuno segnalare ancora tre personalità artistiche di importante fascino e rilievo delle quali è possibile ammirare, in particolar modo, i soggetti femminili ritratti. Si tratta di Henri Gervex, presente con 7 dipinti, di Paul César Helleu con 4 opere in mostra a matita e a puntasecca, e infine di Giovanni Boldini, artista dalla sensibilità impressionista molto vicino ai francesi, autore del pastello su carta della affascinante Donna seduta con il ventaglio (1890 ca), recentemente introdotto nel catalogo ragionato delle opere del maestro ferrarese. Restando in Italia, nel percorso espositivo si distingue anche il dipinto a olio Il Litorale presso l’Argentario (1860) di Emilio Donnini, testimonianza dell’influenza impressionista recepita nel nostro Paese. In questa sezione è anche presente l’acquerello di Pierre Bonnard Vue à Le Cannet (1923), esempio di uso del colore preminente rispetto alle figure.
