Cultura e territorio. Riapre il Museo dei Burattini “Leo Preti” di Crevalcore, nel bolognese. Il presidente Bonaccini: “Un progetto importante per la comunità e per tutti noi, che mette al centro le necessità di crescita dei più piccoli”
Danneggiato dal sisma, l’inaugurazione oggi alle 16,30, alla presenza del presidente della Regione, delle autorità locali e dei curatori. “Uno spazio unico a livello nazionale per le caratteristiche e il valore storico delle sue collezioni”
Bologna – Un luogo magico, dove fate, draghi, cavalieri e gentildonne sono di casa e che racconta anche una dinastia di burattinai che prese il via nel 1830.
Inaugura oggi a Crevalcore, in provincia di Bologna, il museo di burattini “Leo Preti”. Definito il più piccolo del mondo – sta tutto in una stanza di 26 metri quadrati – è tuttavia uno spazio espositivo unico a livello nazionale sul teatro di figura, per le caratteristiche e il valore storico delle sue collezioni.
Il taglio del nastro alla presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, del sindaco di Crevalcore, Marco Martelli, dell’assessore alla Cultura, Mariarosa Nannetti, degli eredi della famiglia Pederzani-Preti.
Dopo il via all’attività nel 1987, era stato chiuso a causa del terremoto del 2012 e la collezione della famiglia Pietri, da centocinquanta anni protagonista del teatro dei burattini emiliano, era stata portata altrove e rischiava di essere dispersa nel tempo, compromettendone la conservazione e la fruibilità da parte del pubblico.
Ora, grazie alla ristrutturazione e al nuovo allestimento, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, il museo si presenta di nuovo al pubblico, con una raccolta di materiali utilizzati e raccolti dalla famiglia Preti-Pederzani in tanti anni di lavoro, generazione dopo generazione: 65 burattini, oltre un centinaio di scenografie, manoscritti e copioni, e tre splendidi teatrini completi a partire dal 1886.
“E’ una bellissima iniziativa, uno spazio carico di storia e con un’anima profonda- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Ha un valore importante per Crevalcore e per tutti noi, mettendo al centro le necessità di crescita dei più piccoli, generazione che ha molto sofferto per l’isolamento causato dalle restrizioni della pandemia. Troppo spesso si dimentica che offrire ai più giovani la possibilità di una crescita equilibrata e ricca di stimoli culturali, contribuisce a formare persone più consapevoli e in grado di affrontare meglio le difficoltà della vita”.
“Il terremoto colpì in maniera drammatica- chiude il presidente-, noi abbiamo ricostruito tanto e bene e oggi rimettiamo insieme anche i frammenti di una cultura popolare di grande fascino, per gli stessi adulti, restituendo alla comunità una preziosa collezione in un museo rinnovato”.
Il progetto di riallestimento del museo è stato curato e realizzato da Agen.Ter e, in particolare, da Fabio Lambertini con la consulenza di esperti come Remo Melloni, Giampaolo Borghi e del burattinaio crevalcorese Mattia Zecchi, presenti oggi.