GROSSETO, 22 OTT – Carabinieri del Noe di Grosseto e dei comandi provinciali del capoluogo maremmano e di Padova hanno eseguito, a partire dal 29 settembre, una serie di perquisizioni e ispezioni disposte dal pm della Dda fiorentina Giulio Monferini per indagini sulla gestione dei rifiuti comunemente denominati ‘gessi rossi’ prodotti nello stabilimento chimico di Scarlino (Grosseto) dalla Venator Italy srl e utilizzati per il ripristino ambientale e morfologico dell’ex sito di cava di Montioni a Follonica. Cinque, da quanto spiegato, gli indagati per l’ipotesi di reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, mentre nei confronti di tre distinte persone giuridiche è stato contestato l’illecito relativo alla responsabilità amministrativa dell’ente per reati ambientali.
Le perquisizioni, si spiega dall’Arma, “sono state eseguite contemporaneamente a Scarlino, Follonica, Grosseto, Milano, Padova e Roma, presso le sedi legali ed operative di società ed enti a vario titolo coinvolti nella vicenda. Oggetto delle ispezioni, invece, l’impianto di produzione del rifiuto a Scarlino e l’area della ex cava a Follonica”.
Perquisizioni e ispezioni, si spiega ancora, sono state disposte per la ricerca e l’eventuale acquisizione di ulteriori e più circostanziati riscontri alle conclusioni della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, che ha svolto un’inchiesta sui gessi rossi, e a quanto già evidenziato durante una prima fase investigativa dal Noe. Secondo l’ipotesi dell’accusa, i gessi rossi sarebbero stati rifiuti non conformi per l’avvio a recupero ambientale e morfologico della ex cava di Montioni.