Nella popolazione femminile il carcinoma mammario è il tipo di tumore più frequente, circa una donna su 13 sviluppa un carcinoma della mammella. Esistono gruppo di fattori che aumentano il rischio di comparsa di un carcinoma mammario: l’età “superiore ai 40 anni chiuse”, una storia familiare di carcinoma della mammella, precedenti malattie benigne della mammella e displasia con significato precanceroso, la presenza di un tumore maligno nella mammella controlaterale e la nulliparità. Il momento della diagnosi quindi è di importanza fondamentale e per certi versi può essere considerato a parte integrante della terapia in quanto la precoce scoperta del tumore è legata alle maggiori possibilità di cura.
Abbiamo sentito in proposito il professor Umberto Veronesi presidente dell’ Istituto oncologico Europeo. D
“Esistono varie controversie in senologia, se non la senologia sta attraversando un periodo di rivoluzione, rivoluzione nella prevenzione, rivoluzione nel campo della diagnosi esistono ancora molte incertezze tra i vari strumenti: la mammografia, l’ecografia, la stessa visita medica, l’autopalpazione, delle donne, controversie nella chirurgia, vi sono infatti i promotori parentesi come nei della chirurgia conservativa ai quali si contrappongono quanti ancora vogliono la chirurgia demolitiva, controversie nella terapie poste chirurgiche punto e, controversie nelle terapie n l’opportunità o meno di effettuare la stessa terapia, se fare la chemioterapia o l’ormonoterapia, se fare la castrazione delle giovani donne dopo l’intervento è così via… Sono aspetti ancora in fase di assestamento. Tutto questo decorso si allaccia ad un problema di informazione del pubblico. È risaputo che le donne brancolano nel buio, si chiedono se la pillola fa male, se la terapia dei cerottini ormonali dopo la menopausa fa aumentare il rischio di cancro alla mammella, se le protesi al silicone sono nocive, se la dieta deve essere a base di grassi animali o vegetali: c’è, quindi, un pubblico attento che non ci permette di prendere decisioni o di trarre conclusioni che non siano documentate. Se c’è un momento è necessario mettere in rilievo, portare in superficie le controversie perché possano beneficamente orientare nostro spirito di ricerca, la nostra capacità di essere obiettivi in modo da indirizzarci verso conclusioni della giornata e, il momento è proprio questo “.
Per quanto riguarda lo screening mammario esistono due scuole di pensiero. Deve essere effettuato al di sopra o al di sotto dei 50 anni?
“Lo screening mammario è abbastanza consolidato esistono delle linee guida molto semplici 2 punti dai 50 anni in poi la direttiva comunitaria sostiene che lo screening di massa è utile, fattibile, riduce la mortalità a, non ha rischi prestiti, ha dei costi conosciuti. Il secondo messaggio è che al di sotto dei 50 anni occorrono delle ricerche supplementari per capire se lo screening è utile e qual è la tecnologia migliore “.
Professor Veronesi vogliamo affrontare il capitolo della contraccezione nella fisiopatologia della mammella?
“La contraccezione è rappresentato un rischio minimo nel periodo della pillola di prima generazione, con la pillola di ultima generazione, basso livello di estrogeni e con una piccola presenza di stati, non abbiamo più notato nessun tipo di rischio di aumento del carcinoma mammario”.
Professor Veronesi se dovesse lanciare un messaggio alla pubblico femminile punto interrogativo “un messaggio sarebbe quello di conoscere di più, di partecipare di più ai movimenti di opinione, alle indagini di massa, di effettuare controlli periodici, di effettuare controlli li continuativi, di interessarsi a tutti gli studi in materia, di essere a fianco a noi, insieme a noi”.