Come è stato rilevato, i posti in terapia intensiva che il sistema sanitario regionale può mettere in campo per rispondere all’emergenza sono attualmente 774: ai 327 strutturali disponibili all’inizio della pandemia e agli ulteriori 287 provvisori che gli ospedali sono stati in grado di allestire già durante la prima ondata, vanno infatti aggiunti i 160 posti garantiti dalla Regione, che ha provveduto tramite una procedura d’urgenza bandita da Scr all’acquisto delle attrezzature necessarie.
“Il piano – è stato precisato – prevede ulteriori posti letto, che al momento, salvo poche eccezioni, sono però ancora a livello progettuale, a causa di una serie ritardi, non della Regione, che hanno reso disponibili i finanziamenti solo a partire da gennaio-febbraio”.
E’ stato inoltre affrontato il tema dei ventilatori polmonari inviati dalla struttura commissariale, macchinari di fascia medio-bassa con possibilità di utilizzo non ottimali, su cui si è dovuto fare un grande lavoro di revisione e adattamento alle esigenze dei medici, mentre già a fine novembre la Regione ha finanziato con 22-23 milioni di euro l’acquisto di tecnologia, dando mandato al Dirmei. Tutto il materiale, di alta qualità e acquistato con un risparmio di 5 milioni rispetto a quanto preventivato, è stato consegnato alle aziende, che potranno utilizzare le attrezzature anche dopo l’emergenza.
Il consigliere Alessandro Stecco (Lega) ha posto domande sui lavori dei tavoli ministeriali attivati per rivedere la normativa sui posti letto e per una riforma strutturale della sanità territoriale, e sulla tutela delle reti emergenza-dipendenti come quella per gli ictus.
Domenico Rossi (Pd) e il presidente Valle hanno invece chiesto una serie di precisazioni sui ritardi dei fondi Arcuri che hanno determinato il conseguente rallentamento nel realizzare i nuovi posti letto.