Lo spiega Peter Marks, direttore del centro per la ricerca e la valutazione biologica dell’Fda statunitense dopo il caso Johnson & Johnson
Nel giorno dello stop precauzionale in Usa al vaccino Johnson & Johnson dopo 6 casi di trombosi rare seguite alla somministrazione del vaccino, l’Fda fa il punto anche sui vaccini Pfizer e Moderna. E finora – quando “sono state somministrate oltre 180 milioni di dosi”, dei due vaccini anti Covid – “non abbiamo registrato casi” di trombosi rare “associate con trombocitopenia”, un fenomeno che si è registrato invece in alcune persone (nell’ordine di qualche unità per milione) vaccinate con Johnson & Johnson negli Usa e con AstraZeneca in Europa. Lo spiega Peter Marks, direttore del centro per la ricerca e la valutazione biologica dell’Fda statunitense, in un briefing trasmesso on line dall’ente regolatorio americano per illustrare le ragioni che hanno portato le autorità Usa a sospendere temporaneamente la somministrazione del vaccino Janssen (J&J).
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Moderna, “trombosi, nessun legame dopo 64,5 milioni di vaccini”
In giornata, Moderna era già intervenuta con una nota per rassicurare sul suo prodotto anti covid. “Dopo una verifica su dati di 64,5 milioni di dosi somministrate a livello globale di vaccino mRna-1273 non è emersa nessuna associazione con casi di trombosi cerebrali dei seni venosi o eventi trombotici”, afferma Moderna nella nota. “Una valutazione completa della totalità dei dati di sicurezza disponibili per il mRNA-1273 dopo oltre 64,5 milioni di dosi somministrate a livello globale non suggerisce un’associazione con trombosi del seno venoso cerebrale (CVST) o eventi trombotici “, ha poi twittato – parlando del proprio vaccino – il produttore. Le analisi sono state realizzate utilizzando dati relativi al periodo fino al 22 marzo, precisa il tweet.