Mozambico settentrionale: migliaia di persone costrette alla fuga dall’assenza di sicurezza
Suabo, un’ostetrica del distretto di Quissanga nella provincia di Cabo Delgado in Mozambico, è stata costretta a fuggire dalla violenza nel novembre 2020. © UNHCR/Juliana Ghazi
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime nuovamente profonda preoccupazione per l’incolumità dei civili nel Mozambico settentrionale, dal momento che il conflitto armato e l’assenza di sicurezza nella città costiera di Palma continuano a costringere migliaia di persone alla fuga, due mesi e mezzo dopo un brutale attacco sferrato da gruppi armati non governativi. Ogni giorno, le persone fuggono alla disperata ricerca di riparo, sia all’interno del Mozambico sia oltre confine in Tanzania.
Le persone in fuga hanno raccontato al personale dell’UNHCR che a Palma la situazione continua a essere estremamente instabile, con regolari episodi di sparatorie notturne e case date alle fiamme.
Secondo le stime degli operatori umanitari, circa 70.000 persone sono fuggite da Palma a partire dal 24 marzo, portando il numero totale di sfollati nella provincia di Cabo Delgado a quasi 800.000.
L’UNHCR porta avanti l’attività di advocacy affinché gli sfollati interni ottengano protezione e assistenza in Mozambico e le persone vulnerabili fuggite nella vicina Tanzania possano accedere alle procedure di asilo.
Il protrarsi di una situazione segnata dal rischio ha costretto migliaia di famiglie a rifugiarsi nella zona sud di Cabo Delgado e nella provincia di Nampula. I distretti di Nangade, Mueda, Montepuez, Ancuabe, Metuge, Balama, Namuno, Chiure, Mecufi, Ibo e Pemba continuano a registrare quotidianamente l’arrivo di nuovi sfollati.
Altre migliaia di persone sarebbero bloccate in zone assolutamente non sicure nei dintorni di Palma, alle quali gli aiuti umanitari accedono con restrizioni. Tuttavia, a UNHCR e agenzie partner recentemente è stato concesso accedere ad alcune aree remote per prestare aiuto agli sfollati che vivono in condizioni disperate. L’UNHCR continua a lavorare con i partner per valutarne le esigenze e assicurare assistenza vitale. L’Agenzia ha distribuito beni di prima necessità a circa 10.000 persone.
Numerose altre persone cosrette a fuggire hanno tentato la traversata del fiume che segna il confine con la Tanzania per cercare protezione internazionale.
Secondo le autorità di frontiera mozambicane, a partire da gennaio 2021 oltre 9.600 di queste sono state obbligate a fare ritorno attraverso il varco di Negomano. Circa 900 persone sono state respinte verso il Mozambico dal 7 al 9 giugno. Il personale dell’UNHCR ha assicurato sostegno a quanti hanno continuato ad arrivare in condizioni disperate, molti dei quali separati dai propri familiari.
Le persone respinte dalla Tanzania finiscono per vivere una situazione disperata al confine, esposte a violenza di genere e rischi per la salute, dal momento che molte trascorrono le notti all’aperto in un clima estremamente freddo, senza un riparo né coperte. È necessario fornire con urgenza beni vitali, tra cui cibo.
L’UNHCR chiede nuovamente che alle persone in fuga da conflitti sia garantito accesso ad altri territori e alle procedure di asilo, e, in particolare, che sia rispettato il principio di non-refoulement (divieto di respingimento). I rifugiati non devono essere costretti a fare ritorno in aree in cui permangano situazioni di pericolo.