il “Premio cartografia geo-tematica” assegnato alla Carta geologica prodotta dalla Regione Umbria insieme a Marche, Toscana, Emilia-Romagna e all’Università di Siena
(aun) – perugia, 10 nov. 021 – La Società Geologica Italiana ha assegnato il “Premio cartografia geo-tematica” per l’anno 2020 agli autori della nuova carta geologica dell’Appennino settentrionale alla scala 1:250.000 con note illustrative, prodotta dall’Ufficio Geologico della Regione Umbria insieme alle Regioni Marche, Toscana, Emilia-Romagna e all’Università di Siena. Ne dà notizia l’assessore regionale Enrico Melasecche. Il premio agli autori, tra i quali figurano Andrea Motti e Norman Natali della Regione Umbria, è stato conferito perché “Il lavoro scelto offre un’elaborazione e un’approfondita analisi dei risultati di un esteso programma pluriennale di rilevamento geologico, a scala operativa, effettuato in modo coordinato dalle Regioni. L’analisi della documentazione ha portato a un quadro omogeneo di correlazioni stratigrafiche esteso all’intero settore oggetto dei rilevamenti, con una rigorosa ricostruzione dell’assetto geometrico strutturale dell’attuale orogeno.”.
Il lavoro contiene la nuova carta geologica dell’Appennino settentrionale, praticamente la carta geologica unica del centro-nord d’Italia con base topografica resa disponibile dall’Istituto Geografico Militare a seguito di uno specifico accordo con la Regione Umbria.
“Da lungo tempo – ha sottolineato l’assessore Melasecche – le Regioni operano sul fronte della costruzione di banche dati (topografiche, geologiche, geomorfologiche, ambientali, ecc.) e questo riconoscimento conferma l’impegno della Regione Umbria a mettere a disposizione prodotti geologici aggiornati e riconosciuti a livello scientifico, nella consapevolezza che la conoscenza è la primaria esigenza delle Pubbliche Amministrazioni per poter efficacemente governare il territorio e l’ambiente e poter al meglio operare per la mitigazione dei rischi e per una corretta pianificazione territoriale”.
“La prima Carta Geologica interregionale – ha affermato Andrea Motti -, va dai Monti Sibillini – Laga alla Lunigiana e dalla costa tirrenica a quella adriatica, e descrive per la prima volta, senza soluzione di continuità e con rigore scientifico basato sulle banche dati regionali, i nostri territori. Le Regioni avvertono sempre di più l‘esigenza di un confronto e di un raccordo interregionale, anche per supportare i propri Comuni con basi informative sempre più adeguate alle sfide che il consumo di suolo, il dissesto idrogeologico, il cambiamento climatico e le altre sollecitazioni ambientali propongono alla pianificazione ed alla gestione del territorio”.