Pari opportunità. Emilia-Romagna prima in Italia per condizione femminile. Lo attesta una ricerca della Commissione europea. L’assessora Lori: “Un risultato importante, che ci spinge a rafforzare ulteriormente il nostro impegno. Dal Pnrr la possibilità di un cambio di rotta decisivo”
Condotta su 235 regioni, la mappatura Ue assegna all’Emilia-Romagna un punteggio pari a 51, seguita da Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano, entrambe con 50
Bologna – L’Emilia-Romagna è la regione italiana in cui le donne possono contare su migliori opportunità di vita e lavoro.
Lo attesta una ricerca dell’Unione europea che analizza la condizione femminile in base a sette indicatori: lavoro e denaro, conoscenza, tempo, potere, salute, sicurezza, qualità della vita.
Realizzata combinando due indici – quello di successo e quello di svantaggio femminile – la mappa elaborata dall’Osservatorio sull’uguaglianza di genere della Commissione Ue assegna all’Emilia-Romagna un punteggio complessivo pari a 51, collocandola al vertice della classifica nazionale, seguita da Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano, entrambe con 50.
“Non posso che essere orgogliosa del traguardo raggiunto dall’Emilia Romagna prima regione italiana per parità di genere – ha sottolineato Barbara Lori, assessora regionale alle Pari opportunità-. Un risultato importante che ha beneficiato certamente delle politiche adottate in questi anni dalla Regione. Un segno tangibile che la strada che abbiamo imboccato e che ci vede in prima linea con impegno, risorse e azioni concrete è quella giusta. Detto questo non ci fermiamo, perché per diffondere la cultura del rispetto e della parità occorre continuare giorno dopo giorno, e la strada da fare è ancora lunga, come attestano le difficoltà che proprio le donne hanno vissuto anche in Emilia-Romagna durante la pandemia”.
“E il 25 novembre- aggiunge Lori- Giornata internazionale contro la violenza alle donne, sarà un’occasione importante per rinnovare l’impegno comune di tutta la società e delle Istituzioni per contrastare ogni forma di sopraffazione e di violenza e per promuovere una reale parità tra uomo e donna”.
Condotta in 235 regioni, l’indagine di Bruxelles evidenza le maggiori difficoltà per le donne in alcuni territori della Grecia, dove il punteggio si attesta tra quota 31 e 35, e della Romania dove si arriva a sfiorare i 30 punti. Dal lato opposto della classifica si colloca invece la regione finlandese di Helsinki-Uusimaa a cui sono stati assegnati ben 79 punti.
La Regione per le politiche attive per il lavoro e il contrasto alla violenza di genere
Dal fondo regionale per l’imprenditoria femminile e women new deal, attivato nel 2021 con una dotazione finanziaria di partenza di 1,7 milioni di euro; agli investimenti sul lavoro “in rosa”: ben 1 milione 355 mila euro per sostenere 42 progetti promossi da Enti locali e mondo dell’associazionismo per aumentare le opportunità di un’occupazione stabile, dignitosa e di qualità.
Solo due delle ultime iniziative in ordine di tempo avviate dalla Regione Emilia-Romagna. Ma non solo. Con oltre 2 milioni di euro la Regione ha finanziato progetti di Enti locali e associazioni del privato sociale per combattere la violenza sulle donne e ogni forma di pregiudizio basata sull’orientamento sessuale.
Un impegno a 360 gradi che continua. Per “promuovere- ha concluso Lori -un cambio di passo fondamentale per una società civile, degna di definirsi tale e capace di affrontare le sfide di oggi e di domani. In questo particolare momento storico auspico che parte delle risorse messe a disposizione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza possano davvero giocare un ruolo decisivo per un cambio di rotta sulle politiche di genere quantomai urgente e necessario”./PF