Nel sedicesimo giorno di guerra si intensifica l’attacco della Russia all’Ucraina. Mentre l’Ue decide di imporre nuove sanzioni, arrivano news relative all’avanzamento delle truppe di Mosca, che hanno continuato a bombardare le città e sarebbero sempre più vicine a Kiev. Drammatica la situazione a Mariupol, dove le vittime civili sarebbero circa 1600. In serata pesanti bombardamenti da parte delle forze russe sono stati registrati intorno alla città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. I video dei social media hanno mostrato incendi nella regione mentre Vitaliy Kim, capo dell’amministrazione della regione di Mykolaiv, ha parlato di “ostilità vicino a Guryivka”, a nord della città.
Scontro Mosca-Washington sulle armi chimiche.
Mentre in Ucraina si continua a combattere ormai da due settimane, tra Stati Uniti e Federazione Russa si moltiplicano accuse e contraccuse, in un clima che ricorda sempre più i decenni della Guerra fredda.
Il Cremlino anche oggi ha lanciato il suo monito: gli estremisti ucraini – è la tesi russa, non dimostrata dai fatti – da anni lavorano per creare le condizioni di un attacco chimico con la copertura americana, con l’obiettivo di provocare incidenti per poi accusare Mosca. A caldo è arrivata la replica del ministro degli Esteri ucraino: “L’ossessione maniacale con cui vari funzionari russi fantasticano su armi o rischi biologici o chimici inesistenti in Ucraina – ha attaccato Dmytro Kuleba – è profondamente preoccupante e potrebbe effettivamente indicare che la Russia sta preparando un’altra orribile operazione sotto falsa bandiera”.
Joe Biden ha alzato ancora di più il livello dello scontro usando parole molto nette: “Se Mosca userà armi chimiche, pagherà un alto prezzo”. Poi la battaglia si è spostata in sede Onu dove, su richiesta della Federazione Russa, si è tenuto un drammatico Consiglio di Sicurezza proprio su questo tema. Mosca ha le “prove” che in Ucraina ci sono “almeno 30” laboratori di ricerca dove si tengono “esperimenti biologici molto pericolosi” con cui si possono provocano diverse “malattie letali”, ha denunciato l’ambasciatore russo al Palazzo di Vetro Vasily Nebenzya. Negli stessi minuti, il ministero degli Esteri russo ha diffuso un dettagliato dossier in cui si raccontano strane consegne di enormi serbatoi di ammonio in due città ucraine, a cura del personale dell’appaltatore militare americano privato Forward Observation Group, con sede in Nevada. Sempre secondo il Cremlino, “gli estremisti ucraini” starebbero lavorando per la loro esplosione allo “scopo di accusare la Russia dell’uso di armi chimiche”.
Con Mosca si è schierata Pechino: “Se in Ucraina non ci sono armi chimiche, basterà fornire le prove così che il mondo possa arrivare ad una conclusione”, ha affermato l’ambasciatore cinese Zhang Jun. Mentre il rappresentante di Kiev, Sergiy Kyslytsya, ha ricordato a tutti la realtà dei morti sul campo: “Per la prima volta dalla Seconda Guerra mondiale le persone uccise in Ucraina vengono seppellite in fosse comuni”.
Al Palazzo di Vetro è andata in scena anche la lotta della propaganda russa che sta infestando i social: l’ambasciatore di Mosca ha mostrato le presunte foto dell’ospedale pediatrico di Mariupol, scenario, secondo Zelensky, di un “crimine di guerra”. “Vi sembra distrutto? Vi sembra un edificio colpito da bombe a grappolo?”. Per poi ostentare la foto simbolo della donna incinta ferita insistendo che si tratta di “un falso” costruito ad arte da una fashion blogger. “Questa è sporca propaganda di cui siamo stufi”, ha tuonato.