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Home»CRONACA»Firenze, la casa non c’è più: un’emergenza abitativa che si aggrava
CRONACA

Firenze, la casa non c’è più: un’emergenza abitativa che si aggrava

Marina PellitteriBy Marina Pellitteri30 Marzo 2023Nessun commento12 Mins Read
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Firenze, la casa non c’è più: un’emergenza abitativa che si aggrava e che va dagli studenti, che non trovano posti letto a costi accessibili, alle famiglie, colpite dalla crisi economica e lavorativa, fino agli anziani, i cui sfratti sono in aumento. I risultati del questionario Cgil-Sunia: il peso del caro bollette, i salti mortali per arrivare a fine mese per i costi dell’abitare, le rinunce a vacanze, pizzerie, cure mediche. I due sindacati, con Spi Cgil e Udu, lanciano una piattaforma di proposte al Comune in vista dell’incontro a Palazzo Vecchio il 4 aprile: dare battaglia per rifinanziare i fondi per la morosità incolpevole, investire sull’Erp, sostegni ed efficientamento energetico contro il caro bollette, più residenze adatte ai bisogni di giovani e pensionati

Firenze, 30-3-2023 – Affitti alle stelle, bollette insostenibili, mutui salasso con la volatilità del tasso variabile, inflazione che diminuisce il potere d’acquisto dei lavoratori: l’emergenza abitativa a Firenze e nell’area metropolitana sta raggiungendo livelli da incubo. La precarietà lavorativa va a braccetto con quella abitativa e a Firenze siamo arrivati al totale blocco delle soluzioni per una casa a prezzi sostenibili. Città sempre più inospitale, casa elemento di esclusione sociale: siamo all’ingovernabilità del fenomeno. Il 4 aprile il sindaco Nardella ha convocato a Palazzo Vecchio le parti sociali e tutti gli attori del settore per avviare una discussione: Cgil e Sunia, con Spi Cgil e Udu, nell’occasione lanceranno un allarme e avanzeranno proposte, chiedendo di intervenire al più presto, per dare un chiaro messaggio politico, per le tante famiglie in emergenza.

IL QUESTIONARIO

Sunia e Cgil hanno di nuovo fatto un sondaggio per capire quale sia la situazione nel territorio, su un campione di 703 persone che si sono rivolte al sindacato. Ciò che emerge da questo campione di persone fa riflettere su come la città di Firenze sia diventata sempre più inospitale e come ormai la casa sia diventata un elemento di forte esclusione sociale.

Il campione di intervistati è stato di 703 persone, che tra il 3 ottobre 2022 e il 3 marzo 2023 si sono rivolte agli uffici del sindacato a Firenze; il 38% per cento sono cittadini stranieri, dei quali il 15% dell’America latina, il 26% albanesi, il1 4% della ex Jugoslavia, 45% del nord Africa, il restante 10% sono varie nazionalità. Mentre il 62% sono cittadini italiani. Di questo campione, solo 187 persone hanno fatto la domanda per le case popolari; mentre gli studenti fuori sede sono rimasti ‘senza sede’ per davvero, senza soluzioni alternative ai posti letto a 600 euro mensili.

La dura realtà del territorio, manifestata in tutte le interviste, ha un unico comune denominatore: la quasi impossibilità di trovare una casa a Firenze. Mentre fino a qualche anno fa ci si scontrava con un mercato delle locazioni che escludeva a causa dei canoni di locazione esorbitanti, oggi c’è l’impossibilità di trovare anche alloggi in affitto a canoni alti. Siamo in presenza di un mercato bloccato, a causa del turismo, che detta i ritmi e i tempi dell’abitare in città. Ci troviamo di fronte al paradosso che persino gli studenti, un tempo merce rara per i proprietari, trovino difficoltà a trovare soluzioni alloggiative in città, e siano costretti a spostarsi sulla direttrice delle linee dei treni. La difficoltà di trovare una casa a Firenze ha fatto spostare sugli altri comuni delle aree metropolitane chi cercava una casa in affitto, facendo così aumentare anche in quei luoghi i canoni di locazione e facendo conoscere il problema dell’emergenza abitativa dove non si era mai presentata. Ormai, per accedere ad un alloggio in affitto, non è più necessario avere almeno due contratti a tempo indeterminato: è necessario molto, ma molto di più. E va da sé che prendere una casa in affitto diventa sempre di più un percorso ad ostacoli, un vero e proprio miraggio.

La difficoltà nel reperire un alloggio si scontra con una difficoltà anche di natura lavorativa. Infatti, dal campione intervistato, il 48% dichiara di essere occupato con contratto a tempo determinato, il 19% di essere disoccupato, solo il 33% ha un contratto a tempo indeterminato; il 100 % del campione riferisce di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Il dato che ha confermato le preoccupazioni è quello relativo ai costi dell’abitare: infatti il 92% delle persone intervistate ha riferito che le voci che più gravano sul loro reddito sono il costo dell’affitto, la rata del mutuo e delle spese condominiali. Il 64% delle famiglie ha spese che incidono per oltre il 53% del loro reddito. Il 34% dichiara che incide tra il 30% e il 35%; il 2% sotto il 30%.

La città di Firenze presenta un mercato degli affitti ‘desolante’ dove è molto difficile ormai trovare soluzioni abitative adeguate ai redditi delle famiglie. Il boom degli affitti brevi per turisti ha reso sempre più improbabile trovare una soluzione abitativa per le famiglie, ma soprattutto diventa una caccia al tesoro reperire un alloggio a prezzi equi.

Il 93% degli intervistati riporta di aver trovato un grande aumento per quanto riguarda le bollette dei servizi: acqua (il 100%, con bollette-salasso), luce e gas sono la triade maledetta, che ogni due mesi fa piangere gli intervistati. I mesi invernali sono quelli più temuti: quando arriva novembre, con il freddo e l’ora legale, si cerca di fare di tutto per non rimanere svenati e senza liquidità fin dalla prima quindicina del mese.

E’ stato poi chiesto agli intervistati come fanno a far quadrare il bugdet familiare: il 51% riferisce di fare grossi salti mortali per arrivare a fine mese; il 20% di arrivarci grazie ad aiuti esterni (familiari); il 29% di non farcela proprio ad arrivare alla fine del mese e di non riuscire a pagare affitto o condominio.

Un 10% circa del campione riferisce di essersi rivolto a Finanziarie per un prestito, necessario a far fronte al canone di locazione, per una momentanea difficoltà economica.

La prima casistica di chi fa i salti mortali e riesce a non essere moroso dichiara di rinunciare a: vacanze (un 35% dichiara di non fare vacanze da 5 anni), pizzeria (i ristoranti sono entità sconosciute ai più), cinema/teatro/libri, palestra, attività ludiche per i figli. Il 73% degli anziani dichiara di rinunciare alle spese sanitarie troppo costose: ma l’aspetto che ha più colpito riguarda le spese dentistiche, dove quasi il 90% dei casi ci dice di rinunciare alle spese dentistiche e di dover rinunciare all’apparecchio per denti dei figli.

GLI SFRATTI

C’è un netto aumento degli sfratti per morosità: solo un 10% di intervistati dichiara di avere uno sfratto perché il contratto è finito. Ed infatti gli altri sono tutti per morosità ed oltre il 45% dichiara di avere un’esecuzione forzata in corso.

Gli ultimi dati elaborati dal ministero dell’Interno sul numero di sfratti emessi nei capoluoghi di provincia nel corso del 2022 confermano ciò che il Sunia e la Cgil da tempo avevano più volte denunciato e paventato: la costante e progressiva presenza degli sfratti per morosità, a seguito della perdita del lavoro. Il capoluogo di Regione, Firenze, risulta essere seconda città in Italia in rapporto ai numeri di abitanti. L’elemento che desta maggiore preoccupazione è dovuto all’aumento del numero degli anziani investiti dalle convalide di sfratto rispetto all’anno precedente. Negli ultimi tre mesi i dati sono spaventosi: 150 sfratti al mese con forza pubblica; il 98% di questi sono sfratti per morosità; l’80% di questi per morosità sono dovuti alla perdita di lavoro, riduzione orario di lavoro, chiusura della propria attività; 15 sfratti sono di cittadini sopra i 75 anni.

A Firenze la situazione è sempre pesante: nelle cancellerie aumentano le richieste di convalida di sfratto. I prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di nuclei familiari che dovranno fare i conti con la polizia alle porte (in linea col trend, si stimano oltre 600 sfratti nei prossimi tre mesi). Intanto, le domande di alloggio Erp hanno una risposta solo nel 4% dei casi per chi è in graduatoria. E la questione degli anziani pone un problema inquietante: quale soluzione per chi è solo, con la piccola pensione e senza un quadro familiare in grado di aiutarli? In tutto questo, a Firenze ci sono oltre 800 case popolari sfitte, in attesa di lavori di manutenzione, e la cifra supera le 1.200 in tutta l’area metropolitana.

GLI STUDENTI UNIVERSITARI FUORISEDE

La crisi abitativa studentesca del territorio fiorentino si configura su due piani. Su uno, si trovano gli studenti universitari fuorisede che, per ISEE e ISPE al di sotto di una certa soglia (rispettivamente di € 24.335,11 e di € 52.902,43), possono richiedere e accedere alle residenze universitarie. Questo anno accademico, il numero di posti alloggio offerti dall’ARDSU (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) è stato notevolmente ridotto per la chiusura parziale delle due più grandi residenze universitarie di Firenze. La conseguenza è che centinaia, se non migliaia di studenti idonei per il posto alloggio non hanno potuto accedere a questo servizio, al contrario degli anni accademici passati in cui i numeri di posti alloggio erano sufficienti per soddisfare tutte le richieste. A fronte di ciò, l’ARDSU ha messo a disposizione un contributo sostitutivo per gli studenti che, pur trovandosi nelle graduatorie dei vincitori, non sono ancora stati convocati e che hanno deciso di prendere una stanza in affitto. Tuttavia, tale contributo, di 350 euro mensili, risulta inefficace per coprire la totalità dei costi del mercato degli affitti fiorentino. Una soluzione come questa non è risolutiva ma ha il mero scopo di tamponare la carenza del servizio offerto.

Il secondo piano riguarda il mercato degli affitti su Firenze. La comunità di studenti fuorisede è inserita in un contesto economico liberista che tende sempre al rialzo dei prezzi a fronte di un aumento della richiesta di alloggi. Le cifre per una stanza in una casa condivisa con altre persone si aggirano sui 500 euro al mese. Per di più, si sta consolidando una tendenza a spingere verso le periferie gli studenti adibendo le abitazioni del centro agli affitti brevi per turisti. Queste dinamiche spostano l’offerta verso fasce di prezzo maggiori, favorendo quindi l’espulsione di studenti e lavoratori dal quartiere e creando un effetto complessivo di aumento dei canoni.

LE PROPOSTE CGIL-SUNIA-SPI CGIL-UDU

Il Sunia e la Cgil, con Spi Cgil e Udu, chiedono a gran voce di riportare al centro dell’agenda politica il problema abitativo. C’è un tema della sicurezza: quello della sicurezza sociale, dei diritti negati, tra i quali ci sta quello del diritto ad una casa; una casa ad affitti sostenibili, che permetta alle famiglie di poter liberare il proprio reddito per la propria vita, socialità, ascensore sociale. Di fronte a questa grave situazione di disagio, di estrema precarietà abitativa di tanti cittadini dell’area metropolitana, Sunia, Cgil, Spi Cgil e Udu chiedono a sindaco e giunta: di intervenire presso l’Anci per chiedere al Governo il rifinanziamento dei fondi previsti dalla ln 124/2013 per la morosità incolpevole e dei fondi previsto dalla l. 431/98 per il contributo affitto; di lavorare per un’azione volta a liberare gli alloggi nel mercato del privato, agendo con la leva fiscale per facilitare i canoni calmierati; di istituire, d’intesa con parti sociali e operatori del settore, un fondo di garanzia straordinario a sostegno delle famiglie in affitto colpite dalla crisi economica; di costruire una strategia pubblica sull’edilizia residenziale pubblica, con fondi certi e strutturali sia regionali e con risorse comunali, per ripristinare il tanto vuoto pubblico che abbiamo, ma anche per costruirne di nuovo, molto meglio se con demolizioni e ricostruzioni a consumo di suolo zero; di verificare il numero degli appartamenti privati sfitti, fotografando l’esistente e appurando le strutture e aree pubbliche dismesse, utilizzabili per fini residenziali, aprendo un ragionamento con gli Istituti di credito, che sono proprietari di innumerevoli alloggi sfitti, oggetto di esecuzioni immobiliari: di realizzare attraverso politiche comunali una più efficace Agenzia per la casa a gestione comunale con l’obiettivo di immettere in breve sul mercato patrimonio immobiliare per la locazione a canone calmierato, che diano risposta a quella ‘fascia rossa emergenziale’ che sta sopra le case popolari e sotto il mercato e che l’edilizia sociale e convenzionata non copre più; di incentivare le forme di abitare condiviso.

Altre proposte che Cgil, Sunia, Spi Cgil e Udu lanciano: lavorare per una efficienza energetica per avere bollette più leggere; massima attenzione alla popolazione che diventerà sempre più anziana promuovendo azioni che volgano alla regolamentazione per la realizzazione di nuove modelli di residenza per anziani in cui siano garantite l’indipendenza, opportunità d’incontro e cura leggera; aprire un confronto per una collaborazione volta a incentivare l’utilizzo ad affitto calmierato delle abitazioni degli anziani che accedono a Silver Housing o a Residenze Sanitarie per Anziani; garantire politiche di diritto allo studio intervenendo con un serio e concreto investimento da parte di Regione Toscana, ARDSU, Università Istituzioni Fiorentine per finanziare la realizzazione di grandi residenze universitarie pubbliche e dare una risposta a tutti gli studenti fuori sede che beneficiano di borse di studio; incrementare la disponibilità dei posti letto anche per i giovani studenti che non rientrano nelle graduatorie per le borse di studio con politiche pubbliche che vadano ad intervenire sul mercato privato con una regolamentazione che favorisca l’accesso per gli studenti fuori sede ed investimenti attraverso le risorse Next Generation Eu per student housing pubblici.

Firmato: Giancarla Casini (segreteria Cgil Firenze), Laura Grandi (segretaria generale Sunia Firenze), Mario Batistini (segretario generale Spi Cgil Firenze), Udu Firenze

Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze
Tommaso Galgani: cell +39 3478661659, email tgalgani@tosc.cgil.it
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