“Se i virus dell’influenza aviaria A/H5N1 acquisissero la capacità di diffondersi tra gli esseri umani, potrebbe verificarsi una trasmissione su larga scala”. È l’avvertimento che arriva da un rapporto congiunto dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e della European Food Safety Authority (Efsa) pubblicato oggi, che segnala che, a causa dell’intensa diffusione del virus e della sua continua evoluzione, “potrebbero essere selezionati nuovi ceppi portatori di potenziali mutazioni per l’adattamento nei mammiferi”.
“A oggi, il virus A/H5N1 del clade 2.3.4.4b attualmente circolante ha causato solo pochi casi di infezione umana”, spiegano le agenzie. “Tuttavia, l’elevato numero di infezioni ed eventi di trasmissione tra diverse specie animali aumenta la probabilità del riassortimento virale e/o dell’acquisizione di mutazioni che potrebbero migliorare la capacità dei nuovi virus influenzali emergenti di infettare, replicarsi e trasmettersi in modo efficiente a e tra i mammiferi”, aggiungono.
Cosa fare per chi ha allevamenti domestici
Rischi per la salute umana
Come si trasmette il virus dal pollame all’uomo?
I virus dell’influenza aviaria di solito non infettano gli uomini; tuttavia, sono possibili sporadici casi di infezione umana. L’uomo può infettarsi con il virus dell’influenza aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti (vivi o morti) e/o loro escrezioni (in particolare con le feci e gli oggetti o superfici contaminate da queste).
Non c’è alcun rischio di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova.
Come proteggersi?
Il rischio di infezione per la popolazione è pressoché nullo.
Chi lavora negli allevamenti avicoli deve utilizzare tutte le procedure di sicurezza individuale previste.
Gli operatori a stretto contatto con volatili infetti, o che lavorano nell’allevamento contaminato, possono essere esposti all’infezione e quindi devono mantenere alta l’attenzione ed applicare al meglio le procedure di sicurezza individuale e le misure di controllo previste per legge.
E’ possibile il contagio da uomo a uomo?
Allo stato attuale il virus H7N7 isolato in Emilia-Romagna non ha mostrato la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.
E’ possibile, ma poco frequente, il contagio diretto tra un animale malato e i lavoratori degli allevamenti, specie se non usano correttamente i dispositivi di protezione.
Quali sono i sintomi dell’influenza aviaria da virus H7N7sull’uomo?
Nella maggior parte dei casi il virus provoca esclusivamente una congiuntivite, ma in alcuni casi sono stati osservati anche lievi sintomi simil-influenzali (es. febbre, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola, tosse) o congiuntivite associata a questi ultimi.
Possono esserci casi di malattia grave dovuta a questo virus?
Le evidenze, in particolare i pochi casi di infezione umana da H7N7 che si sono presentati in Olanda nel 2003, hanno mostrato che si tratta di un virus che può produrre sintomi lievi nell’uomo (in particolare congiuntivite e sintomi simil-influenzali).
Se in questi giorni ho una congiuntivite o sintomi simil-influenzali devo preoccuparmi?
Non essendoci rischi evidenti per chi non ha avuto contatti diretti di tipo professionale con gli animali infetti, eventuali sintomi di questo tipo non possono essere in alcun modo correlati all’influenza aviaria. Le consigliamo di rivolgersi con tranquillità al suo medico di famiglia per le consuete terapie del caso.
Se vivo in prossimità di uno degli allevamenti in cui si è sviluppato il focolaio corro qualche rischio?
Non esiste alcun rischio per le persone che vivono in prossimità degli allevamenti. Eventualmente anche il cattivo odore che può essere percepito nei pressi degli allevamenti non comporta alcun rischio.
Perché sono importanti le misure di sanità pubblica per contenere la diffusione del virus aviario?
I virus aviari si trasmettono raramente all’uomo. E’ però necessario limitarne tempestivamente la diffusione con interventi di bonifica sugli allevamenti e protezione dei lavoratori esposti per evitare che nel futuro il virus possa mutare diventando un problema anche per l’uomo.
Risposte alle domande più frequenti
È pericoloso consumare carne di pollo e uova?
Il consumo di carni avicole e di uova non comporta nessun pericolo di trasmissione all’uomo del virus influenzale.
Posso mangiare alimenti che contengono uova crude?
Il virus influenzale non si trasmette attraverso il consumo di uova.
Gli animali domestici, come cani e gatti, sono a rischio? Devo adottare qualche misura di prevenzione?
Il cane e il gatto non sono a rischio di contrarre l’influenza aviaria.
Perché avviene il sequestro delle uova se non c’è pericolo di contagio?
Posto che non esiste nessun pericolo per il consumatore, il sequestro delle uova viene disposto esclusivamente come misura cautelare per evitare la trasmissione del virus ad altri avicoli. L’eventuale contaminazione non è pericolosa per il consumatore.
Come devo comportarmi se possiedo pollame (galline, anatre, oche e altri volatili) per consumo personale?
Il pollame allevato per il proprio consumo non deve entrare in contatto con uccelli selvatici; l’ideale sarebbe allevare gli avicoli completamente al chiuso; in alternativa è possibile allevarli in uno spazio recintato, ma la mangiatoia e l’abbeveratoio devono essere protetti. Nel recinto non devono scorrere fossi o canali e non ci devono essere stagni. Galline, polli, faraone, tacchini (gallinacei) non possono essere allevati insieme con anatre e oche (anseriformi).
Ogni episodio di malattia o mortalità che coinvolga contemporaneamente diversi soggetti deve essere segnalato subito al Servizio veterinario dell’Azienda Usl.
Quali sono i sintomi riscontrati nelle galline?
I sintomi possono essere diversi nelle varie specie avicole e a seconda della età dei soggetti; gli avicoli possono morire improvvisamente, senza sintomi premonitori, oppure avere una respirazione aumentata di frequenza, con il becco aperto, o ancora possono avere diarrea, e sintomi nervosi come torcicollo, tremori, paralisi di zampe o ali; possono semplicemente apparire febbricitanti (depressi, restano fermi con gli occhi chiusi e il piumaggio arruffato) oppure possono apparire sani ma produrre meno uova.
Cosa fare per chi ha allevamenti domestici
Non ci sono rischi a mangiare carni o uova
Per quanto riguarda gli allevamenti domestici di galline, anatre, oche e altri volatili – definiti in gergo “allevamenti avicoli rurali” – non ci sono pericoli che possano derivare dal consumo delle loro carni o uova. Il ritiro di quest’ultime è stato disposto esclusivamente come misure cautelari per la possibilità di trasmissione ad altri avicoli, in quanto potenzialmente venute a contatto con il virus. L’eventuale contaminazione non è pericolosa per il consumatore, bensì per il possibile contatto delle uova o dei relativi scarti (gusci) con altri avicoli.
Le precauzioni
Le uniche precauzioni da utilizzare sono quelle che servono per evitare il contatto con animali selvatici: l’ideale sarebbe allevare gli avicoli completamente al chiuso o in uno spazio recintato, mantenendo in un luogo coperto la mangiatoia e l’abbeveratoio. Nel recinto non devono scorrere fossi o canali e non ci devono essere stagni.
Inoltre, è opportuno che i proprietari degli animali e i loro familiari evitino sia il contatto con animali di specie sensibili all’influenza aviaria di altri allevamenti sia lo scambio di attrezzature per la gestione di questi animali.
Se si sospetta il contagio
Nel caso di sospetto della malattia, ossia una morte improvvisa e contemporanea di diversi animali, occorre contattare il Servizio veterinario del Dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di riferimento, che provvederà ad effettuare gli accertamenti del caso. I Servizi veterinari delle Aziende Usl di concerto con il Servizio veterinario e Igiene degli alimenti della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con i Comuni coinvolti stanno predisponendo ulteriori informative (F.A.Q.) al fine di rispondere ai più frequenti dubbi e domande che i cittadini si pongono circa i comportamenti da tenere e le informazioni di cui disporre in questa circostanza.