Il presidente ucraino sulle cerimonie del 9 maggio in Russia: “Non possiamo assumerci la responsabilità di ciò che sta accadendo sul territorio”. Medvedev: “Nel caso di provocazione, nessuno può garantire che Kiev arrivi al 10 maggio”.
Mosca è responsabile della sicurezza dei leader mondiali in visita in Russia per le cerimonie dell’80mo anniversario della vittoria sulla Germania nazista in programma la prossima settimana. A dichiararlo è stato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, incontrando un gruppo di giornalisti.
“La nostra posizione è molto semplice nei confronti di tutti i Paesi che si sono recati o si stanno recando in Russia il 9 maggio: non possiamo assumerci la responsabilità di ciò che sta accadendo sul territorio della Federazione Russa. Loro stanno garantendo la vostra sicurezza”, ha dichiarato. “Non sappiamo cosa farà la Russia in quella data. Potrebbe adottare varie misure, come incendi, esplosioni, e poi accusarci”. Il 9 maggio al fianco del presidente russo Vladimir Putin siederanno i leader di una ventina di Paesi, tra cui il suo omologo cinese Xi Jinping e quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, oltre a quelli dei tradizionali alleati della Russia come Kazakistan, Bielorussia, Armenia, Cuba e Venezuela.
“La nostra posizione è molto semplice nei confronti di tutti i Paesi che si sono recati o si stanno recando in Russia il 9 maggio: non possiamo assumerci la responsabilità di ciò che sta accadendo sul territorio della Federazione Russa. Loro stanno garantendo la vostra sicurezza”, ha dichiarato. “Non sappiamo cosa farà la Russia in quella data. Potrebbe adottare varie misure, come incendi, esplosioni, e poi accusarci”. Il 9 maggio al fianco del presidente russo Vladimir Putin siederanno i leader di una ventina di Paesi, tra cui il suo omologo cinese Xi Jinping e quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, oltre a quelli dei tradizionali alleati della Russia come Kazakistan, Bielorussia, Armenia, Cuba e Venezuela.
Zelensky ha inoltre affermato di non voler “scherzare” sulle brevi tregue proposte dal suo omologo russo Vladimir Putin, tra cui un cessate il fuoco dall’8 al 10 maggio, ritenendo che i tempi siano troppo brevi per tenere colloqui seri. “È impossibile concordare qualsiasi cosa in tre, cinque o sette giorni. È impossibile elaborare un piano per stabilire i prossimi passi per porre fine alla guerra. Non mi sembra una cosa seria”, ha detto Zelensky ieri sera in conferenza stampa, chiedendo ancora una volta una tregua incondizionata di 30 giorni.
La reazione di Mosca
La reazione alle parole del presidente ucraino non si è fatta attendere. La Russia accusa il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di “minacciare” la sicurezza delle celebrazioni previste per il 9 maggio in occasione di quella che per la Federazione russa è la ‘Giornata della Vittoria’. “Minaccia l’incolumità fisica dei veterani che partecipano a parate e cerimonie – sostiene via Telegram la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova – La sua dichiarazione è ovviamente una minaccia diretta”.