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25 > 30 ottobre | Teatro della Pergola – Saloncino ‘Paolo Poli’
(martedì, mercoledì, venerdì, sabato, ore 21; giovedì, ore 19; domenica, ore 16)
BAZIN
uno spettacolo di Giancarlo Sepe
con Giuseppe Arezzi il nazista, Marco Celli il pilota André, Margherita Di Rauso Jeanine, David Gallarello Batalat, Claudia Gambino Christine, Francesca Patucchi Lisette, Federica Stefanelli Séverine, Guido Targetti Roberte
e con Pino Tufillaro André Bazin
scene Alessandro Ciccone
costumi Lucia Mariani
disegno luci Roberto Bonfantini
musiche Davide Mastrogiovanni e Harmonia Team
produzione Teatro La Comunità coproduzione Teatro della Toscana in collaborazione con Diana OR.I.S
Durata: 1h, atto unico.
Da martedì 25 a domenica 30 ottobre debutta nel Saloncino ‘Paolo Poli’ del Teatro della Pergola di Firenze Bazin, uno spettacolo di Giancarlo Sepe, con Giuseppe Arezzi Marco Celli, Margherita Di Rauso, David Gallarello, Claudia Gambino, Francesca Patucchi, Federica Stefanelli, Guido Targetti, e con Pino Tufillaro.
André Bazin, critico e teorico del cinema, è stato il creatore dei “Cahiers du cinéma”, colui che ha trasformato i giovani critici rendendoli poi registi, creando la Nouvelle vague. Come in un film surreale lo spettacolo di Sepe, con cui festeggia i 50 anni di attività del suo Teatro La Comunità di Roma (1972-2022), non ha una narrazione logica, anzi, sembra il racconto di un uomo che sente di dover morire, e in quel momento, per paura di dimenticare qualcosa, parla della necessità del cinema e della sua arte.
Le scene sono di Alessandro Ciccone, i costumi di Lucia Mariani, il disegno luci è di Roberto Bonfantini, le musiche sono di Davide Mastrogiovanni e Harmonia Team. Una produzione Teatro La Comunità, coproduzione Teatro della Toscana, in collaborazione con Diana OR.I.S.
Critico e teorico del cinema, André Bazin, nato il 1918 e morto nel 1958, con la sua salute cagionevole non aveva mai perso la gaiezza, né la forza del ragionamento, Bazin era la logica in persona, l’uomo della ragion pura, un dialettico meraviglioso. Diceva: «La funzione del critico non è quella di portare, su un piatto d’argento una verità che non esiste, ma quella di protrarre il più a lungo possibile nell’intelligenza e nella sensibilità dei suoi lettori, l’impressione ricevuta dall’opera d’arte». Odiava il montaggio e amava il piano sequenza, odiava la morte come atto non riproducibile sulla pellicola perché contraria alla creazione. Cattolico e comunista, nella sua sintesi critica amava dire che il cinema dovrebbe cercare di esprimersi tra Lumière e Méliès: un insieme tra didattica e fantasia. Per questo non era amato da nessuno.
Come in un film surreale, Bazin, lo spettacolo di Giancarlo Sepe che debutta nel Saloncino ‘Paolo Poli’ del Teatro della Pergola di Firenze da martedì 25 a domenica 30 ottobre, non ha una narrazione legata alla logica, anzi, sembra che il tutto sia raccontato da un uomo che sente di dover morire, e in quel momento, per paura di dimenticare qualcosa, parla della necessità del cinema e della sua arte. Cos’è la paura di dimenticare la cosa più bella del mondo? Un incubo, una giostra infernale, come se gli stessi attori di cui lui racconta si facessero avanti per non essere dimenticati, e non solo loro, ma anche il pubblico si fa avanti, perché sta per perdere il suo cantore, il suo mentore e non avrà più chi potrà ricordare loro la magnificenza di Chaplin.
Non è detto che quel che succede sulla scena e che ha per protagoniste e protagonisti Claudia Gambino, Francesca Patucchi, Federica Stefanelli, Guido Targetti, e Pino Tufillaro, corrisponda alla verità: Bazin potrebbe essere anche un contenitore, o una metafora dell’intellettuale, messo ai margini della storia, un diffidato, uno schedato dall’establishment, uno che non raggiungerà mai il potere. Gli sono vicini la moglie Janine (produttrice cinematografica) e i personaggi dei suoi film preferiti: tra Clair, Renoir, Carné…
Le scene sono di Alessandro Ciccone, i costumi di Lucia Mariani, il disegno luci è di Roberto Bonfantini, le musiche sono di Davide Mastrogiovanni e Harmonia Team. Una produzione Teatro La Comunità, coproduzione Teatro della Toscana, in collaborazione con Diana OR.I.S.
Appuntamenti negli altri luoghi
del Teatro della Toscana
20 > 23 ottobre | EX_CInema_GOldoni
nell’ambito del progetto “Otto pezzi unici”
REMEMBER ME
di e con Antonio Cocuzza
Otto pezzi unici è il progetto che porta in scena nell’Ex Cinema Goldoni otto testi scritti dagli allievi diplomati de l’Oltrarno. Otto momenti di sperimentazione e confronto con il pubblico, otto occasioni per scoprire da vicino il lavoro della scuola diretta da Pierfrancesco Favino.
«Remember me è un reality scientifico il cui scopo – spiega Antonio Cocuzza – è quello di educare i bambini al concetto di morte. Qui entra in gioco il protagonista Marco Libero Servi. Depresso, annoiato, arrabbiato, trova in questo programma una risorsa, l’ultima occasione che ha per essere ricordato.»
26 > 30 ottobre | Teatro di Rifredi
IO NON SO CHI SEI
di Giancarlo Pastore e Angelo Savelli
Mina cantava: “Io non ti conosco, io non so chi sei…” E in realtà quanto si conosce veramente della persona che ci sta accanto? Cosa si dicono e si nascondono le coppie? Su questo riflette lo scrittore Giancarlo Pastore, con, però, una piccola variante: le sue coppie sono coppie di soli uomini, raccontate con un tocco di malinconia e soprattutto con tanta ironia.
Io non so chi sei è una sorta di scanzonato spettacolo musicale per due brillanti attori/cantanti quali Alessandro Riccio e Nicola Pecci, accompagnati in scena da Samuele Picchi e al pianoforte da Federico Ciompi.