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3 > 6 novembre | Teatro della Pergola – Saloncino ‘Paolo Poli’
(giovedì, ore 19; venerdì, sabato, ore 21; domenica, ore 16)
Mariano Rigillo in
SIDDHARTHA
di Hermann Hesse
traduzione Massimo Mila
con Manuele Morgese, Riccardo Fola, Sara Adami
regia Manuele Morgese
creazioni video e animazioni Cosimo Brunetti
coreografie Francesca Di Boscio
scene Roberto Foresta
costumi Isaura Bruni
finalizzazioni tecniche e proiezioni Alessandro Innaro
disegno luci Pasquale Papa
produzione Compagnia Teatrozeta
Da giovedì 3 a domenica 6 novembre, nel Saloncino ‘Paolo Poli’ del Teatro della Pergola di Firenze, il romanzo Siddhartha di Hermann Hesse, per la prima volta in Italia, diventa spettacolo teatrale, grazie all’idea progettuale di Manuele Morgese, direttore della Compagnia Teatrozeta, qui nel duplice ruolo di attore e di regista.
Mariano Rigillo, maestro e interprete d’eccezione, è il “deus ex machina” che guida le fila della rappresentazione per assurgere a protagonista nel ruolo del Barcaiolo, simbolo della spiritualità universale narrata da Hesse. In scena Riccardo Feola, nel ruolo dell’amico fedele Govinda, e Sara Adami in Kamala, maestra d’amore.
Dialoghi e narrazione si alternano nel profondo rispetto del messaggio dell’autore, con l’obiettivo di condurre lo spettatore a una vera e propria rilettura della storia, attraverso un’osmosi linguistica multimediale, tra teatro e audiovisivo, tra musica e danza, tra prosa e visual art.
Siddhartha è la storia dell’uomo. Siddhartha è il cerchio della vita. Siddhartha, spirito e uomo, nella costante ricerca del proprio io, è un personaggio monumentale, di cui il teatro contemporaneo, in questi tempi così bui e incerti, ha sicuramente bisogno.
Nel Saloncino ‘Paolo Poli’ del Teatro della Pergola di Firenze, da giovedì 3 a domenica 6 novembre, il romanzo Siddhartha di Hermann Hesse, nella traduzione di Massimo Mila, diventa spettacolo teatrale con la regia di Manuele Morgese, che lascia intatti lo stile e la struttura del testo: si parte dai nostri giorni, dall’assordante chiassoso rumore della tecnologia. In scena, Mariano Rigillo, lo stesso Morgese, Riccardo Fola, Sara Adami.
La narrazione, vera protagonista, torna di frequente, come se lo spettatore sfogliasse, una a una, le pagine dei dodici capitoli del libro e si fonde al contesto delle creazioni video e animazioni realizzate da Cosimo Brunetti su un enorme fondale trasparente che fa da diaframma alle azioni e alle suggestioni sceniche dei personaggi. Le coreografie sono di Francesca Di Boscio, le scene di Roberto Foresta, i costumi di Isaura Bruni, le finalizzazioni tecniche e proiezioni di Alessandro Innaro, il disegno luci è di Pasquale Papa. Produzione Compagnia Teatrozeta.
La regia immagina un’alternanza tra la bidimensionalità dei video e la tridimensionalità degli attori: parte dei personaggi sono disegni animati e interagiscono con gli altri in carne e ossa. Pensato come meccanismo teatrale multidisciplinare, lo spettacolo mette in scena la storia di un uomo, che è storia di tutti gli uomini, la storia dell’autore – narratore, storia dell’uomo, di ieri e di oggi, alle prese con i mille dubbi che la vita rivela; storia degli uomini – bambini di cui Siddhartha vede e deride gli affanni, gli amori, le passioni, i dubbi, il vivere quotidiano, l’attaccamento al denaro.
Come si legge in Siddhartha: «La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra nell’aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come le stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c’è vento che li tocchi, hanno in sé stessi la loro legge e il loro cammino».
Appuntamenti negli altri luoghi
del Teatro della Toscana
27 > 30 ottobre | EX_CInema_GOldoni
nell’ambito del progetto “Otto pezzi unici”
MIRIAM
di e con Maria Giulia Toscano
Otto pezzi unici è il progetto che porta in scena nell’Ex Cinema Goldoni otto testi scritti dagli allievi diplomati de l’Oltrarno. Otto momenti di sperimentazione e confronto con il pubblico, otto occasioni per scoprire da vicino il lavoro della scuola diretta da Pierfrancesco Favino.
«Miriam è la tata di casa. È una donna genuina, non giudica. Con il passare del tempo – spiega Maria Giulia Toscano – la sua presenza e poi il ricordo saranno il tassello fondamentale nella storia di una madre e una figlia che, crescendo, tentano di imparare a conoscersi, a capirsi, a sopportarsi, sviscerando il corso del loro legame, che in fondo è il legame che sta all’inizio di tutto.»
4 > 5 novembre | Teatro di Rifredi
Prima Regionale
PUPO DI ZUCCHERO
La festa dei morti
uno spettacolo di Emma Dante
Pupo di zucchero di Emma Dante è ispirato a un racconto di Giambattista Basile, e ha per protagonista Carmine Maringola. Per la festa dei morti un vecchio ‘nzenziglio e spetacchiato, rimasto solo in una casa vuota prepara con acqua, farina e zucchero, il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dai colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti, richiama alla memoria la sua famiglia che non c’è più: la stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i defunti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.