Scontri nel centro storico di Napoli, protagonisti i tifosi dell’Eintracht Francoforte giunti in città per la partita di Champions League nonostante il divieto di vendita dei biglietti. I tifosi tedeschi, diverse centinaia tra i quali sono presenti anche alcuni ultras dell’Atalanta gemellati con quelli dell’Eintracht, sono arrivati a piazza del Gesù Nuovo al termine di un lungo corteo che ha attraversato prima il lungomare e poi diverse strade del centro. Alcuni pullman dell’Anm, azienda dei trasporti del Comune di Napoli, sono stati messi a disposizione dei tifosi tedeschi per rientrare in albergo ma i supporters dell’Eintracht per diverse ore si sono rifiutati di salire a bordo. La tensione è sfociata in un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine che sono riuscite ad evitare il contatto con gli ultras napoletani.
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Tifosi scatenati, Napoli come un campo di battaglia. Incidenti anche nella notte
La Lega: ‘Paghi la Germania’. È polemica: ‘Piantedosi riferisca’
UEFA Champions League – SSC Napoli vs Eintracht Frankfurt © ANSA
Redazione ANSA
NAPOLI
16 marzo 202300:54STORIA
NAPOLI, 15 MAR – A Napoli una giornata di violenza e di follia ultrà.
Strade del centro storico trasformate in un campo di battaglia, negozi danneggiati, una volante della polizia incendiata, bus nuovi dei trasporti pubblici con i vetri fracassati.
Una vera guerriglia scatenata dalle tifoserie di Napoli e Eintracht che è proseguita per tutta la notte, anche dopo la vittoria del Napoli, con incidenti avvenuti a ridosso dell’hotel dove sono ospitati i supporter tedeschi. L’albergo è stato oggetto di un tentativo di assalto da parte di ultras partenopei, respinto dalle forze dell’ordine. A terra sono state trovate anche tre molotov.
Per la città una giornata da dimenticare. E poi un diluvio di polemiche, col ministro Piantedosi e la gestione della sicurezza nel mirino. In molti chiedono al responsabile del Viminale di spiegare cosa non ha funzionato, la Lega vuole che sia il governo tedesco a pagare i danni, mentre il sindaco Gaetano Manfredi parla di “scene di devastazione inaccettabili”.
“Condanniamo fermamente gli atti inqualificabili di chi si è reso protagonista di questa violenza, da qualsiasi parte sia giunta”, ha detto Manfredi facendo anche sapere di avere incontrato nella sede del Comune l’ambasciatore tedesco “per condannare insieme gli atti di violenza e ribadire il forte legame tra Napoli e la Germania”.
Da Berlino è arrivata la condanna delle violenze da parte della ministra dell’interno, Nancy Faeser, per la quale “i violenti e i teppisti distruggono lo sport”. Parole dure anche dal quotidiano poplare Bild Zeitung, che titola “vergogna Champions League a Napoli”, accusando i tifosi dell’Eintracht di aver “vandalizzato” la città “assieme agli hooligan dell’Atalanta”. Di possibili legami fra la tifoseria di Francoforte e quella bergamasca parla anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Nonostante il divieto di vendita dei biglietti ai tedeschi residenti a Francoforte, dalla Germania i tifosi sono arrivati comunque in centinaia a Napoli – circa 600 la stima – provenienti in treno da Salerno e in aeroporto a Capodichino. I primi atti di violenza sono avvenuti nella notte tra martedì e mercoledì in piazza Bellini, dove un gruppo di tifosi ha lanciato bottiglie di vetro contro un bar che era chiuso. Sempre nella nottata, lungo il tragitto tra la stazione e il lungomare, dove si trova uno degli alberghi che li ha ospitati, uno dei bus dei tifosi tedeschi è stato fatto oggetto del lancio di petardi.
Per tutta la giornata un migliaio di uomini delle forze dell’ordine hanno lavorato per evitare la caccia all’uomo da parte dei napoletani. La situazione si è placata solo nel primo pomeriggio quando, grazie alla pioggia, i gruppi di stranieri si sono diradati per poi ritrovarsi in piazza del Gesù. È proprio qui però, all’improvviso, è scoppiata la guerriglia. Circa 200 tifosi napoletani, quasi tutti con il volto coperto e con i caschi, sono scesi da via San Sebastiano e da alcuni vicoli adiacenti raccogliendo lungo il percorso pietre e bottiglie.
Davanti alla chiesa del Gesù nuovo, la cui facciata è fresca di restauro, e della basilica di Santa Chiara, è divampata la violenza. La polizia ha formato un cordone tra i due gruppi ma è iniziato un lancio di petardi e pietre e gli ultrà hanno usato cassonetti e sedie dei bar per affrontarsi. Una violenza consumata tra i cittadini e turisti in lacrime che cercavano riparo. Minuti di terrore puro. La polizia ha respinto l’assalto, lanciando lacrimogeni e tenendo bloccati i tedeschi.
Ma lungo Calata Trinità Maggiore, la strada che da piazza del Gesù conduce verso via Monteoliveto, è ritornata la tensione: viene data alle fiamme una volante della polizia e altre vetture delle forze dell’ordine sono state danneggiate. Sul selciato è stata trovata anche una pistola: era di un agente, finita a terra nel corso degli scontri e poi recuperata da un suo collega. La polizia, dopo aver finalmente allontanato i napoletani, ha costretto i tedeschi a salire su cinque bus.
Quando è iniziato il trasbordo c’è stato il secondo round.
Questa volta hanno agito alcuni gruppi che erano a volto scoperto. Hanno lanciato pietre e bottiglie contro i mezzi, sfondando i finestrini. Episodi che domattina saranno esaminati in una riunione urgente del Comitato di ordine e sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Claudio Palomba, e che spingono fonti di Polizia a sottolineare come “il divieto di vendita dei biglietti” ai tifosi dell’Eintracht “era giustificato”. Gli apparati di sicurezza italiani avevano “piena contezza della pericolosità” degli ultrà tedeschi e del rischio di scontri con quelli locali, tanto da rinnovare il provvedimento dopo la decisione di sospensione del Tar nonostante alcuni sostenessero fosse un “atto discriminatorio” da parte dell’Italia. Ma la gestione della piazza finisce sotto accusa. Il leader di Azione Calenda attacca il responsabile del Viminale. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, “Piantedosi è inadeguato”, mentre il Pd, con Piero De Luca e Marco Sarracino, invita il ministro a dire cosa non ha funzionato.